La documentazione ufficiale dei prodotti offerti in gara fa piena prova delle qualità degli stessi

11 Maggio 2021

È legittima l'esclusione dalla gara dell'operatore economico che ha presentato un'offerta tecnica non rispondente alle condizioni essenziali della lex specialis in considerazione del fatto che i dati contenuti nella documentazione ufficiale che accompagna e descrive il prodotto offerto non possono essere superati mediante semplici dichiarazioni o dal risultato di test che - per finalità cautelative e prudenziali - sottopongono il prodotto stesso a una sorta di “prova di resistenza” a condizioni estreme.

Il caso. Una stazione appaltante indiceva una procedura aperta per la conclusione di un accordo quadro, con più operatori economici, per l'affidamento quadriennale, in lotti separati, della fornitura in service di attrezzature, e relativo materiale di consumo, per trattamenti dialitici su pazienti acuti, occorrente alle aziende sanitarie della Regione Toscana.

Con riferimento ad uno specifico lotto, dopo avere attivato la procedura del soccorso procedimentale, la commissione giudicatrice chiedeva alla società, risultata prima classificata, dei chiarimenti in ordine all'offerta tecnica da essa presentata, attesa la non rispondenza della stessa offerta ai requisiti della lex specialis.

Tali chiarimenti venivano ritenuti inidonei a giustificare la predetta discrepanza dalla stazione appaltante che, pertanto, dichiarava l'esclusione della concorrente prima classificata. La stessa, dunque, impugnava dinanzi al TAR Toscana il provvedimento di esclusione, lamentandone sotto diversi profili la legittimità.

In particolare, la ricorrente deduceva che la commissione giudicatrice avrebbe dato prevalenza alle indicazioni contenute in alcuni documenti a corredo dell'offerta tecnica per affermare, senza svolgere alcuna verifica, che la capacità del prodotto offerto era insufficiente a garantire le specifiche di trattamento previste negli atti di gara.

La soluzione giuridica. Il TAR ha respinto il ricorso. Più nel dettaglio, riprendendo un orientamento della giurisprudenza amministrativa, il giudice di primo grado ha sancito che i dati contenuti nella documentazione ufficiale che accompagna e descrive il prodotto, il quale viene offerto in sede di gara, non possono essere superati mediante semplici dichiarazioni o dal risultato di testche - per finalità cautelative e prudenziali - sottopongono il prodotto stesso a una sorta di “prova di resistenza”, a condizioni estreme, dando atto di una possibile maggior capienza (cfr. Cons. Stato, sez. III, 25 febbraio 2020, n. 1409).

Ne consegue che la commissione esaminatrice non può ritenersi passibile di alcun vizio del provvedimento de quo legato al difetto di istruttoria.

D'altra parte, prosegue il TAR “un elementare principio di prudenza conduce a ritenere non accettabili integrazioni in contrasto con le indicazioni del manuale di supporto al prodotto, tenuto conto delle intuibili gravi conseguenze che [ciò] potrebbe determinare sulla salute del paziente, con ogni ricaduta in termini di responsabilità della struttura e degli operatori sanitari” (cfr. TAR Toscana, Sez. III, 5 luglio 2018, n. 974, confermata da Cons. Stato, Sez. III, 29 marzo 2019, n. 2105).

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