Il Tribunale competente deve provvedere alla liquidazione del compenso del commissario giudiziale anche se il concordato è inammissibile

La Redazione
09 Giugno 2021

In tema di procedure concorsuali, il rinvio compiuto dall'art. 165, comma 2, l. fall. – il cui comma 3 prevede che la liquidazione del compenso finale avvenga “al termine della procedura” – comporta che, a seguito della chiusura – per qualsiasi causa – della procedura concordataria, il Tribunale competente sulla regolazione del concorso, nonostante la sua formale decadenza, abbia ancora il potere di provvedere alla liquidazione del compenso dovuto al commissario giudiziale, una volta che tutte le sue attività si siano concluse.

In tema di procedure concorsuali, il rinvio compiuto dall'art. 165, comma 2, l. fall. – il cui terzo comma prevede che la liquidazione del compenso finale avvenga “al termine della procedura” – comporta che, a seguito della chiusura – per qualsiasi causa – della procedura concordataria, il Tribunale competente sulla regolazione del concorso, nonostante la sua formale decadenza, abbia ancora il potere di provvedere alla liquidazione del compenso dovuto al commissario giudiziale, una volta che tutte le sue attività si siano concluse.

Così la Corte di Cassazione con la sentenza n. 15789/21, depositata il 7 giugno.

Il Tribunale di Latina, dopo aver dichiarato inammissibile la domanda di concordato presentata da una s.n.c., riteneva di non poter provvedere sulla domanda di liquidazione del compenso presentata dal commissario giudiziale nominato per la procedura concordataria, la quale risultava ormai chiusa con conseguente decadenza dei suoi organi.

La pronuncia è stata impugnata dinanzi alla Corte di Cassazione.

Richiamando il contesto normativo di cui all'art. 165, comma 2, l. fall., la Corte ritiene fondato il ricorso. La suddetta norma infatti, dettata per il fallimento ma applicabile anche al concordato per espresso rinvio, prevede la liquidazione del compenso al termine della procedura, presupponendo dunque la conclusione di tutte le attività di pertinenza del curatore (nel fallimento) o del commissario giudiziale (nel concordato). Solo in quel momento infatti il Tribunale è in grado di apprezzare il carattere, qualitativo e quantitativo, dell'opera professionale da retribuire.

Nel caso specifico del concordato, la prosecuzione sia fisiologica (omologazione) che patologica (inammissibilità, revoca o mancata omologa) non comporta la cessazione dei compiti del commissario giudiziale il quale non è infatti in grado di richiedere la liquidazione del compenso in questa fase.

Concludendo, la Corte afferma il principio secondo cui «in tema di procedure concorsuali, il rinvio compiuto dall'art. 165, comma 2, l. fall. – il cui terzo comma prevede che la liquidazione del compenso finale avvenga “al termine della procedura” – comporta che, a seguito della chiusura – per qualsiasi causa – della procedura concordataria, il Tribunale competente sulla regolazione del concorso, nonostante la sua formale decadenza, abbia ancora il potere di provvedere alla liquidazione del compenso dovuto al commissario giudiziale, una volta che tutte le sue attività si siano concluse».

Per questi motivi, il ricorso viene accolto e il provvedimento impugnato viene cassato con rinvio al Tribunale di Latina.

Fonte: www.dirittoegiustizia.it

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