Sul potere del Giudice di modulare gli effetti della pronuncia di inefficacia del contratto

Claudio Fanasca
26 Giugno 2021

Il Giudice Amministrativo può modulare gli effetti della dichiarazione di inefficacia di un contratto di appalto, allo scopo di pervenire ad un bilanciamento dei vari interessi in conflitto, secondo una lettura combinata degli artt. 34 e 122 c.p.a., ben potendo in ipotesi differire la declaratoria di inefficacia del contratto al termine della rinnovazione delle operazioni valutative imposte dall'effetto conformativo della sentenza, nonché correlarla all'ipotesi in cui dovesse effettivamente risultare vincitore un soggetto diverso da quello originariamente individuato nel provvedimento di aggiudicazione annullato.

Il caso. Una impresa ha impugnato l'aggiudicazione disposta in favore di altro operatore economico di un appalto di fornitura quinquennale di dispositivi medici, chiedendo altresì quale reintegrazione in forma specifica del pregiudizio subito la inefficacia del contratto nelle more effettivamente stipulato dalla stazione appaltante e il subentro da parte della stessa ricorrente e, in via di mero subordine, il risarcimento del danno per equivalente.

La questione controversa: Il TAR ha annullato l'aggiudicazione impugnata, ritenendo di accogliere un profilo di doglianza articolato dalla ricorrente e rilevando come dal predetto annullamento derivasse non già l'obbligo di rinnovazione dell'intera gara bensì della sola fase di valutazione delle offerte; sicché da valutare è la questione relativa alle sorti del contratto stipulato dopo l'aggiudicazione con l'operatore economico collocato al primo posto della graduatoria.

Sul potere di modulare gli effetti della dichiarazione di inefficacia del contratto: Il TAR ha rilevato preliminarmente come all'esito della rinnovazione delle operazioni di valutazione delle offerte la stazione appaltante individuerà il nuovo operatore a cui aggiudicare l'affidamento che ben potrebbe, in ipotesi, coincidere con la stessa società individuata nel provvedimento di aggiudicazione annullato e che, allo stato, sta eseguendo la fornitura. In tale situazione, la declaratoria di immediata inefficacia del contratto rischierebbe di determinare evidenti ripercussioni negative sulla fornitura in corso, pregiudicando gli interessi degli stessi utenti fruitori dei dispositivi medici oggetto della gara.

Nella valutazione dei vari interessi coinvolti, ai sensi di quanto espressamente previsto dall'art. 122 c.p.a., il TAR ha ritenuto di differire la declaratoria di inefficacia del contratto al termine della rinnovazione delle operazioni valutative imposte dall'effetto conformativo della sentenza, fissando altresì un termine per l'espletamento di tali incombenze al fine di non vanificare l'effettiva tutela della parte risultata vittoriosa; tutto ciò fermo restando che, una volta individuato il segmento temporale della rinnovazione e tenuto conto dello stato di esecuzione del contratto, non sarebbe affatto preclusa la declaratoria di inefficacia del contratto nell'ipotesi in cui, all'esito delle nuove operazioni di valutazione, si individui quale primo classificato un operatore economico diverso da quello indicato nel provvedimento di aggiudicazione annullato.

Sulla possibilità per il Giudice Amministrativo di modulare gli effetti della dichiarazione di inefficacia di un contratto di appalto, la giurisprudenza ha già avuto modo di chiarire che la regolazione della decorrenza dell'inefficacia del contratto può essere decisa con effetti costitutivi dell'assetto di interessi, ulteriori e non meramente dipendenti dall'annullamento, ai sensi dell'art. 122 c.p.a. (in tal senso, cfr. TAR Lazio, Roma, Sez. II-bis, 11 febbraio 2021, n. 1737).

Ciò rappresenta una modalità idonea a garantire l'effettività della tutela giurisdizionale, in applicazione della previsione di cui all'art. 34 c.p.a., che consente, in via generale, di adottare le misure necessarie a tutelare le situazioni giuridiche dedotte in giudizio, da leggere pure in combinato disposto con il successivo art. 122, in quanto le stesse, non avendo un contenuto dissonante tra di loro, possono essere applicate in maniera armonica; quindi, rappresentando l'art. 122 c.p.a. un'ipotesi applicativa tipica del citato art. 34, ne risulta implementata anche la sua natura costitutiva.

In questo senso, anche la stessa Adunanza Plenaria del Consiglio di Stato con la sentenza n. 13/2017, nel riconoscere in linea generale la possibilità di regolare gli effetti conformativi dell'accoglimento del ricorso, ha evidenziato, con riguardo alla materia degli appalti, che è “altresì ammessa la possibilità per il giudice amministrativo di modellare nel caso concreto l'efficacia delle sentenza in materia di contratti pubblici (cfr. artt. 121 e 122 del Codice del processo amministrativo)”.

Di qui, una volta ammessa in linea di principio la possibilità per il Giudice di modulare l'efficacia della sentenza, nella speciale materia di contratti pubblici, non può escludersi che tale facoltà includa, ai sensi dell'art. 34, lett. e), c.p.a., anche quella di disporre opportunamente circa la sorte del contratto, coordinandone l'inefficacia con l'obbligo di ripetizione del procedimento di gara (in tutti quei casi nei quali il giudizio non si concluda con una pronuncia di aggiudicazione o di subentro del ricorrente vittorioso), quando gli interessi dedotti in giudizio lo richiedano.

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