Base d'asta e costo della manodopera: gli indici rilevatori dell'illegittimità del bando

Roberto Fusco
29 Giugno 2021

L'individuazione da parte della stazione appaltante nella base d'asta di un costo del lavoro inferiore a quello risultante dalle Tabelle ministeriali produce effetti diversi a seconda della fattispecie. Minimi scostamenti non integrano di per sé un indice di illegittimità del bando, mentre difformità rilevanti possono inficiare la validità della lex specialis qualora la base d'asta non presenti una consistenza tale da garantire ragionevolmente la congruità delle offerte presentate e qualora vi sia una violazione del trattamento retributivo minimo garantito dai contratti collettivi in favore dei lavoratori.

Nell'ambito di una procedura aperta per l'affidamento quinquennale del servizio di vigilanza antincendio di strutture ospedaliere da aggiudicare secondo il criterio dell'offerta economicamente più vantaggiosa.

Parte ricorrente lamenta che la stazione appaltante aveva indicato un valore complessivo dell'appalto incompatibile coi costi della manodopera da determinarsi secondo le Tabelle ministeriali da applicarsi alla fattispecie.

Infatti, quand'anche l'intero importo della base d'asta dell'appalto venisse imputato alla copertura dei costi del lavoro, lo stesso sarebbe comunque più basso rispetto agli importi rilevati nelle citate Tabelle.

L'amministrazione resistente, di contro, eccepisce come l'eventuale inosservanza dei valori minimi indicati dalle Tabelle non sia idonea ad integrare una causa di illegittimità del bando, poiché tali valori costituiscono un mero criterio valutativo della congruità dell'offerta, non producendo un effetto vincolante.

Il Collegio richiama la regola giurisprudenziale secondo la quale, con riferimento alla base d'asta, l'individuazione da parte della stazione appaltante di un costo del lavoro inferiore a quello risultante dalle Tabelle ministeriali produce effetti diversi a seconda della fattispecie: se gli scostamenti sono minimi non integrano di per sé un indice di illegittimità del bando; se, invece, le difformità sono rilevanti, queste possono inficiare la validità della lex specialis.

Infatti, la legittimità della legge di gara viene meno ove la base d'asta non presenti una consistenza tale da garantire ragionevolmente la congruità delle offerte presentate (TAR Lazio, Roma, Sez. II, 14 aprile 2016, n. 4404) e, analogamente, il bando risulta annullabile quando l'importo soggetto a ribasso non si ponga nel pieno rispetto degli standard minimi fissati dal CCNL applicabile nel settore di riferimento (TAR Campania, Napoli, Sez. V, 2 febbraio 2021, n. 700).

In base ai richiamati indirizzi giurisprudenziali, il Collegio enuclea tre indici in base ai quali lo scostamento tra il costo del lavoro considerato nella base d'asta e quello risultante dalle Tabelle millesimali rileva quale causa di illegittimità del bando di gara: a) quando assume una notevole consistenza; b) quando non garantisce la possibilità di presentare offerte congrue; c) quando viola il trattamento retributivo previsto dalla contrattazione collettiva per il lavoratore.

Nel caso di specie, lo scostamento rilevato integra tutti i succitati presupposti. Infatti, la circostanza che la base d'asta quantificata non sia idonea a coprire né per intero il costo del lavoro tabellare, né tutte le altre voci di spesa ritraibili dal capitolato, qualifica lo scostamento rilevato come non minimale, impedisce la formulazione di un'offerta congrua ed effettivamente sostenibile da parte delle ditte partecipanti e non consente rispettare il trattamento retributivo minimo che andrebbe garantito ai lavoratori in base al CCNL applicabile.

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