Notifica delle cartelle di pagamento e formato elettronico .p7m
24 Settembre 2021
P.G. impugnava la sentenza della CTR di Roma che aveva dichiarato inammissibile il ricorso avverso l'avviso di iscrizione ipotecaria per alcune cartelle non pagate. Egli sosteneva che la comunicazione preventiva di iscrizione ipotecaria fosse avvenuta tramite PEC senza il formato PDF. P7M, in modo del tutto irrituale. E chiedeva, quindi, la riforma della sentenza e l'annullamento degli atti opposti, deducendo, tra i vari motivi, «l'inesistenza e/o la nullità dell'atto nell'ipotesi di avviso mediante documento informatico (ossia redatto in formato elettronico), sottoscritto, quindi, con firma elettronica avanzata, qualificata o digitale che deve essere formato nel rispetto delle regole tecniche di cui all'art. 20, comma 3, d.lgs. n. 82/2005, come modificato dal d.lgs. n. 235/2010. Pertanto, la comunicazione preventiva di iscrizione ipotecaria allegata alla PEC (e i suoi atti presupposto - cartelle di pagamento) devono essere derivate da un file pdf nativo e, soprattutto, firmate digitalmente (formato PDF. P7M)». Egli deduce, inoltre, «l'illegittimità e conseguente nullità dell'atto opposto per omessa notifica delle cartelle di pagamento e violazione dell'art. 76 d.P.R. n. 602/1973».
Le censure sono infondate. Le Sezioni Unite hanno già avuto modo di sottolineare che «la decorrenza del termine per l'opposizione, pur determinando la decadenza dalla possibilità di proporre impugnazione, produce soltanto l'effetto sostanziale dell'irretrattabilità del credito» (Cass. n. 23397/2016) e che «per contestare il ruolo è necessaria l'opposizione da parte dell'interessato nel termine stesso, poiché, in caso contrario, il titolo diviene definitivo e il diritto alla relativa pretesa contributiva incontestabile» (Cass. n. 21790/2009). Inoltre, secondo l'art. 19 d.lgs. n. 546/1992 «sarebbe stato onere di parte ricorrente disporre la doglianza di mancata notifica della suindicata cartella impugnando l'atto notificato precedentemente». Sempre la Cassazione ha precisato che «l'agente della riscossione assolve l'onere della prova, ai fini dell'avvenuta notifica delle cartelle di pagamento, se allega alla relata di notifica l'estratto di ruolo e non l'originale della cartella stessa» (Cass. n. 6913/2017). Anche l'art. 26 d.P.R n. 602/1973 prevede che «la notifica della cartella può essere eseguita, con le modalità di cui al d.P.R. 11 febbraio 2005, n. 68, a mezzo posta elettronica certificata, all'indirizzo del destinatario risultante dall'indice nazionale degli indirizzi di posta elettronica certificata (INI-PEC), ovvero, per i soggetti che ne facciano richiesta, diversi da quelli obbligati ad avere un indirizzo di posta elettronica certificata da inserire nell'INI-PEC, all'indirizzo dichiarato all'atto della richiesta. In tali casi, si applicano le disposizioni dell'art. 60 del d.P.R. 29 settembre 1973, n. 600».
Ne consegue che «non si può eccepire la nullità solo perché è stato utilizzato un formato pdf, atteso che in tema di processo telematico, in conformità alle disposizioni tecniche previste dal Regolamento UE n. 910/2014 ed alla relativa decisione di esecuzione n. 1506/2015, le firme digitali di tipo "CAdES" e di tipo "PAdES" sono entrambe ammesse ed equivalenti, sia pure con le differenti estensioni ".p7m" e ".pdf”, posto che il certificato di firma, inserito nella busta crittografica, è presente in entrambi gli standards, parimenti abilitati» (Cass. n. 30927/2018) e che «l'indicazione del formato .p7m deve considerarsi esemplificativa di formati da utilizzare rispetto a files non nativi in formato .pdf ma non esclusiva ed esaustiva: la certezza della provenienza e la non modificabilità del testo nativo .pdf, possono essere assicurati anche da altre estensioni».
Per tutti questi motivi l'appello va respinto. |