Scioglimento del contratto di appalto, fallimento dell'appaltatore ed eccezione di inadempimento
14 Ottobre 2021
Intervenuto lo scioglimento del contratto di appalto, anche di opera pubblica, per effetto della dichiarazione di fallimento dell'appaltatore, ai sensi dell'art. 81 l.fall., l'appaltante può rifiutarsi di procedere al pagamento dei lavori eseguiti se fondata l'eccezione d'inadempimento ai sensi dell'art. 1460 c.c.. Il giudice di rinvio provvederà anche sulle spese del giudizio di legittimità
Una s.p.a. ricorre in cassazione deducendo sia la violazione e falsa applicazione dell'art. 1460 c.c. e art. 81 l.fall., in quanto la Corte d'appello di Roma aveva dichiarato che la società appaltante (a cui erano stati affidati i lavori di armamento ferroviario) "non può rifiutare il pagamento dei lavori eseguiti in quanto non opponibile l'eccezione di inadempimento per effetto della dichiarazione di fallimento dell'appaltatore ai sensi dell'art. 81 l.fall." e sia la violazione e falsa applicazione dell'art. 24 l.fall., poiché sempre la Corte di merito avrebbe dichiarato che "l'eccezione di inadempimento destinata ad incidere negativamente sull'attivo fallimentare doveva essere trasferita in sede fallimentare". Le doglianze sono fondate. La Corte di Cassazione ha già avuto modo di chiarire che «il contratto di appalto, anche di opera pubblica, si scioglie con effetto “ex nunc” a seguito dell'intervenuto fallimento dell'appaltatore ai sensi dell'art. 81 l.fall. (nella formulazione vigente “ratione temporis”, anteriore alle modifiche introdotte con il d.lgs. n. 5/2006), sicchè al curatore spetta il corrispettivo maturato per le prestazioni eseguite fino all'intervenuto scioglimento, ferma la possibilità per il committente di legittimamente rifiutare il pagamento delle opere per la parte ineseguita o non eseguita a regola d'arte» (Cass. n. 23810/2015). Inoltre, «il contratto d'appalto, anche di opera pubblica, si scioglie con effetto ex nunc a seguito dell'intervenuto fallimento dell'appaltatore ai sensi dell'art. 81 l.fall. (nella formulazione vigente ratione temporis, anteriore alle modifiche introdotte con il d.lgs. n. 5/2006) con la conseguenza che al curatore spetta il corrispettivo maturato per le opere già eseguite, salvo il risarcimento dei danni conseguenti al ritardo e al non corretto adempimento dell'appaltatore; il committente non può, invece, invocare la disciplina prevista dall'art. 1460 c.c. in materia di eccezione di inadempimento, la quale, implicando la sospensione della prestazione della parte non inadempiente, presuppone un contratto non ancora risolto». Per tutti questi motivi il ricorso va accolto ed il giudice del merito dovrà attenersi al seguente principio di diritto: "intervenuto lo scioglimento del contratto di appalto, anche di opera pubblica, per effetto della dichiarazione di fallimento dell'appaltatore, ai sensi dell'art. 81 l.fall., l'appaltante può rifiutarsi di procedere al pagamento dei lavori eseguiti se fondata l'eccezione di inadempimento ai sensi dell'art. 1460 c.c.. Il giudice di rinvio provvederà anche sulle spese del giudizio di legittimità".
Fonte: dirittoegiustizia.it |