Sull'esclusione da un appalto, per gravi illeciti professionali, in caso di superamento “ipotizzato” del limite di rifiuti smaltibili

10 Dicembre 2021

È legittima l'esclusione da un appalto di servizi di recupero imballaggi per gravi illeciti professionali (art. 80, comma 5 lett. c), d.lgs. n. 50 del 2016) disposta dal Comune, perché nel 2018 e nel 2019 la ditta interessata aveva smaltito presso il proprio impianto una quantitativo di tonnellate di rifiuti superiore a quanto autorizzato, senza fornire adeguata spiegazione.

Il caso. La questione sottoposta all'attenzione del TAR riguarda la legittimità dell'esclusione da un appalto di servizi di recupero imballaggi, per gravi illeciti professionali (art. 80, comma 5 lett. c), d.lgs. n. 50 del 2016) disposta dal Comune, perché nel 2018 e nel 2019 la ditta interessata aveva smaltito presso il proprio impianto una quantitativo di tonnellate di rifiuti superiore a quanto autorizzato e, a fronte delle richieste formulate in sede istruttoria, non aveva fornito una spiegazione adeguata.

Secondo la ricorrente, la stazione appaltante avrebbe agito illegittimamente, perché il superamento del limite di smaltimento consentito era soltanto “ipotizzato”, in quanto privo dell'accertamento delle Autorità proposte (nella specie, l'Arpas e la Provincia di Nuoro).

La soluzione. Secondo il Collegio, il ricorso è infondato, tenuto conto dell'orientamento giurisprudenziale secondo cui “La previsione dell'art. 80, comma 5 lett. c), d.lgs. n. 50 del 2016 non ha carattere tassativo: non contempla cioè un numero chiuso di illeciti professionali, bensì un'elencazione di natura esemplificativa, comprendente ogni vicenda oggettivamente riconducibile alla fattispecie astratta del grave illecito professionale” (così, da ultimo, Cons. St., Sez. IV, 24 marzo 2021, n. 2495).

Nella specie, infatti, l'Amministrazione ha fondato la propria decisione “sull'ipotizzata violazione per almeno due anni” del limite legale alla quantità di rifiuti smaltibili, della quale ha avuto notizia consultando i rapporti annuali dell'Arpas sulla gestione dei rifiuti, sulla quale non ha, poi, ricevuto alcuna concreta spiegazione da parte della ditta interessata, nonostante le richieste ricevute in sede istruttoria.

Per il TAR “si è, dunque, in presenza di un comportamento obiettivamente non collaborativo, tenuto dalla ditta interessata pur a fronte di una precisa e ragionevole richiesta ricevuta dall'Amministrazione in sede istruttoria, il che certamente giustifica la valutazione discrezionale “in termini di inattendibilità” compiuta dalla stazione appaltante”.

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