Ratio e presupposti logico-giuridici dell'obbligo di stand still processuale

Carlo M. Tanzarella
16 Febbraio 2022

L'obbligo di stand still processuale, previsto dall'art. 32, comma 11, del Codice dei contratti pubblici serve a garantire la protezione dell'interesse del ricorrente vittorioso all'aggiudicazione del contratto, sicché la sua violazione è giuridicamente rilevante, ai fini della declaratoria di inefficacia del contratto medio tempore stipulato, solo quando effettivamente lesiva di tale interesse.

La vicenda. All'esito di una gara indetta da un'azienda sanitaria regionale per l'affidamento del servizio di gestione di ausili di riciclo per disabili, una delle imprese concorrenti, classificatasi al terzo posto della graduatoria di merito finale, ha impugnato il provvedimento di aggiudicazione in uno agli atti di indizione della procedura, contestandone la legittimità sotto molteplici ed articolati profili, nel loro complesso volti a contestare, da un lato, la legittimità dei criteri di valutazione (asseritamente inidonei ad assicurare un effettivo confronto competitivo) e della formula di attribuzione del punteggio all'offerta economica (che secondo la ricorrente opererebbe una drastica riduzione del differenziale di punteggio intercorrente tra offerta più alta e offerta più bassa, alterando quindi il rapporto tra componente tecnica e componente economica), e dall'altro, l'insostenibilità delle proposte contrattuali delle prime due classificate.

Ciò la ricorrente ha fatto a mezzo di un ricorso introduttivo e di un successivo atto di motivi aggiunti, a valle della cui notificazione, e prima della celebrazione della camera di consiglio per la trattazione dell'istanza cautelare, la stazione appaltante ha sottoscritto il contratto con l'aggiudicataria.

Respinta l'istanza soprassessoria, la ricorrente ha notificato un ulteriore atto di motivi aggiunti per denunziare l'infrazione del meccanismo del c.d. stand still processuale, di cui all'art. 32, comma 11, del D.lgs. n. 50/2016, chiedendo la declaratoria di inefficacia ex tunc del contratto ai sensi dell'art. 121 c.p.a. o, in subordine, ai sensi dell'art. 122 c.p.a., oltreché l'applicazione delle sanzioni stabilite dall'art. 123 c.p.a.

Interesse al ricorso e violazione dello stand still processuale. Dopo aver rigettato le eccezioni di rito e respinto nel merito tutte le censure svolte contro gli atti della procedura e le operazioni di gara, il TAR Piemonte ha ritenuto non meritevole di accoglimento anche la doglianza svolta nei confronti della decisione dell'Amministrazione di addivenire alla stipulazione del contratto prima della definizione della fase cautelare del giudizio, in violazione del termine di stand still.

Al riguardo, il Collegio ha premesso che la ratio dell'istituto è garantire una tutela piena al concorrente non aggiudicatario, affinché questi, impugnando l'aggiudicazione, possa effettivamente ottenere la commessa.

In tale prospettiva, pur avendo accertato l'effettiva violazione formale del termine di stand still, il TAR l'ha ritenuta non lesiva della posizione della ricorrente, cha ha fatto valere in principalità l'interesse strumentale all'annullamento dell'intera procedura di gara e alla rinnovazione della stessa.

Di conseguenza, non sussistono i presupposti logico-giuridici per sostenere l'applicabilità dell'obbligo di stand still processuale e per procedere alla conseguente declaratoria di inefficacia del contratto, anche in considerazione dell'esito negativo della domanda cautelare proposta dalla ricorrente.

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