Giudizio in Cassazione: come assolvere l'onere di deposito di copia conforme della sentenza impugnata?
14 Marzo 2022
Massima
In tema di ricorso per cassazione, fino all'attivazione del processo civile telematico, il difensore del ricorrente assolve all'onere, previsto a pena di improcedibilità dall'art. 369 c.p.c., di depositare copia conforme all'originale del provvedimento impugnato, ove non abbia disponibilità della stessa con attestazione di conformità rilasciata dalla cancelleria, estraendo una copia analogica dall'originale digitale presente nel fascicolo informatico ed attestando la conformità dell'una all'altro, ai sensi dell'art. 16-bis, comma 9-bis, del d.l. n. 179 del 2012.
Il caso
Il difensore del controricorrente eccepiva l'improcedibilità del ricorso in Cassazione per il mancato deposito della copia della sentenza impugnata. Tuttavia, nel caso di specie, il ricorrente aveva adempiuto tale formalità, avendo l'avvocato della ricorrente, attestato (come emerge dai documenti uniti alla sentenza impugnata), ai sensi dell'art. 16-bis, comma 9-bis e 16-undecies. comma 3, D.L. n. 179/2012, che la copia della sentenza depositata è conforme all'originale telematico della sentenza del Tribunale di Firenze. La questione
La sentenza de qua, dichiarava dunque la procedibilità del ricorso in cassazione avendo la Corte rinvenuto nel fascicolo del ricorrente la copia conforme della sentenza impugnata attestata come conforme ai sensi dell'art. 16-bis, comma 9-bis del d.l. 179/2012. Le soluzioni giuridiche
La Corte di Cassazione richiama e ribadisce, un principio sancito in numerose pronunce ed in particolare richiama la pronuncia del 9 novembre 2017, n. 26520 ove per la prima volta si affermava l'idoneità della copia conforme effettuata in autonomia dall'avvocato, ad assolvere l'onere di produzione della copia conforme della sentenza impugnata.
Pur trattandosi di un principio ormai consolidato, è opportuno rimarcare che, in passato, si è posta più volte in dubbio la legittimità di tale produzione costringendo spesso gli avvocati a richiedere copie conformi cartacee presso la cancelleria. Osservazioni
La decisione non può che essere condivisa e, pur ribadendo un principio consolidato, si pone in continuità con i precedenti orientamenti. Tuttavia, occorre rimarcare che pur riferendosi ad un processo di legittimità ancora cartaceo, si legge infatti nella parte motiva “fino all'attivazione del processo telematico”, il principio potrà risultare applicabile anche al PCT in Cassazione laddove è possibile depositare la decisione impugnata estrapolandone copia dal fascicolo telematico attestandone la conformità o su documento informatico separato o in calce alla stessa copia informatica.
Si sottolinea però che, laddove la sentenza sia stata notificata, sarà necessario per il ricorrente depositare la prova di detta notificazione depositando o l'originale cartaceo della copia ricevuta per notifica o una sua copia conforme in caso di iscrizione a ruolo telematica, o laddove la stessa fosse avvenuta a mezzo PEC il file in formato .eml o .msg della notifica stessa.
Sul punto è opportuno chiarire che, il precedente richiamato dalla sentenza in commento, (Cass. civ., 9 novembre 2017, n. 26520) è stato oggetto di un'ulteriore evoluzione giurisprudenziale (Cass. civ., 22 dicembre 2017, n. 30765) con cui si chiarisce che, in caso di notifica della sentenza a mezzo PEC, l'onere di deposito di copia conforme del provvedimento impugnato, sarà assolto dal deposito del messaggio PEC di notifica e dei relativi allegati in copia conforme (rectius in formato .eml o .msg a mezzo PCT) senza dover necessariamente estrapolare dal fascicolo telematico un'ulteriore copia conforme della sentenza impugnata.
|