Il TAR Lazio si pronuncia sui requisiti di partecipazione dei consorzi stabili

17 Marzo 2022

Il possesso di determinati livelli di esperienza, modulati a seconda dell'oggetto dell'appalto e degli obiettivi perseguiti con esso dall'Amministrazione, deve costituire requisito di capacità tecnica e non può essere incluso nei criteri di valutazione delle offerte in quanto ciò rappresenterebbe una indebita commistione tra i requisiti soggettivi di partecipazione e i criteri di valutazione dell'offerta. L'art. 47, comma 2 del Codice dei contratti sancisce, infatti, il principio secondo cui, in caso di partecipazione alla gara di consorzi stabili, è necessaria la verifica dell'effettiva esistenza, in capo ai singoli consorziati, dei requisiti di capacità tecnica e professionale prescritti dalla lex specialis.

Il caso. Il consorzio ricorrente impugnava il provvedimento di revoca dell'aggiudicazione della gara per l'affidamento del servizio di supporto ad impianti industriali indetta da Trenitalia, motivato sul mancato possesso dei requisiti di capacità tecnica prescritti dalla legge di gara, in capo ad una società consorziata per conto della quale il Consorzio partecipava. Il ricorso, articolato in un unico motivo, fondava le sue ragioni sull'assunto secondo cui i requisiti contestati, ancorché non posseduti dalla società consorziata, erano in ogni caso posseduti dal Consorzio in proprio, sicché avrebbero dovuto essere considerati sussistenti in ragione del principio del “cumulo alla rinfusa”.

La pronuncia del TAR Lazio. Il Collegio, rigettando il ricorso, ha ricordato che costituisce un principio generale regolatore delle gare pubbliche quello che vieta la commistione fra i criteri soggettivi di prequalificazione e quelli oggettivi afferenti alla valutazione dell'offerta ai fini dell'aggiudicazione. Detto canone operativo, che affonda le sue radici nell'esigenza di aprire il mercato premiando le offerte più competitive ove presentate da imprese comunque affidabili, unitamente al canone di par condicio che osta ad asimmetrie pregiudiziali di tipo meramente soggettivo, trova in definitiva il suo sostanziale supporto logico nel bisogno di tenere separati i requisiti richiesti per la partecipazione alla gara da quelli che invece attengono all'offerta e all'aggiudicazione” (ex multis, Cons. Stato, sez. VI, 4 ottobre 2011, n. 5434).

Il TAR ha aggiunto che il principio enunciato tollera eccezioni limitatamente ai criteri valutativi di tipo oggettivo, quali le caratteristiche organizzative del concorrente sotto il profilo ambientale, della tutela dei lavoratori e delle popolazioni interessate, i quali possono costituire criteri di valutazione. Allorché gli aspetti organizzativi ossia in ultima analisi i requisiti soggettivi dell'impresa concorrente, non sono apprezzati in modo autonomo, avulso dal contesto dell'offerta, ma quale elemento idoneo ad incidere sulle modalità esecutive del servizio specifico e, quindi, quale parametro afferente alle caratteristiche oggettive dell'offerta, il principio non risulta violato.

Nel caso di specie, il Collegio ha ritenuto pacifico, in punto di fatto, che le certificazioni contestate, il cui possesso era stato dichiarato dal ricorrente Consorzio in capo alla Consorziata esecutrice D.L.V. GLOBAL SERVICE S.r.l erano state rilasciate con un perimetro non includente le attività oggetto dell'appalto de quo.

Il Collegio ha bocciato la tesi del ricorrente, secondo cui i contestati requisiti, sebbene non posseduti dalla consorziata, erano in ogni caso posseduti dal Consorzio in proprio, per cui dovevano essere ritenuti sussistenti per effetto del principio del c.d. “cumulo alla rinfusa”. Osta infatti a tale argomento, secondo i giudici, l'art. 47, co. 2, del d. lgs. n. 50/2016 come modificato dal D.L. 18 aprile 2019, n. 32, convertito, con modificazioni, dalla l. 14 giugno 2019, n. 55 (c.d. Decreto Sblocca cantieri), il quale dispone che “i consorzi stabili di cui agli articoli 45, comma 2, lettera c), e 46, comma 1, lettera f), eseguono le prestazioni o con la propria struttura o tramite i consorziati indicati in sede di gara senza che ciò costituisca subappalto”, stabilendo altresì che “la sussistenza in capo ai consorzi stabili dei requisiti richiesti nel bando di gara per l'affidamento di servizi e forniture è valutata, a seguito della verifica della effettiva esistenza dei predetti requisiti in capo ai singoli consorziati”.

In conclusione, il TAR ha affermato che nemmeno gioverebbe al ricorrente il cumulo alla rinfusa come ripristinato con limitazione alle attrezzature e mezzi d'opera e all'organico, che sono elementi computati al consorzio cumulativamente sebbene posseduti dalle singole imprese. Nel caso all'esame, infatti, la consorziata designata non possiede i requisiti di capacità minimi di partecipazione costituiti dalle certificazioni contestate, ragion per cui quand'anche il preteso cumulo non fosse stato circoscritto alle attrezzature e all'organico medio ma estensibile agli altri elementi di capacità tecnica, non potrebbe in alcun modo operare, stante il mancato possesso di tali requisiti in capo alla consorziata; tali requisiti, infatti, vengono “computati cumulativamente in capo al consorzio ancorché (ma necessariamente, n.d.s.) posseduti dalle singole imprese consorziate”.

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