Ricorso cumulativo avverso diverse aggiudicazioni di distinti lotti di procedura selettiva originata da unico bando: condizioni e presupposti di ammissibilità

Angelica Cardi
03 Maggio 2022

Nelle ipotesi in cui siano impugnate le diverse aggiudicazioni di distinti lotti di una procedura selettiva originata da un unico bando, l'ammissibilità del ricorso cumulativo resta subordinata all'articolazione, nel gravame, di censure idonee ad inficiare segmenti procedurali comuni (ad esempio il bando, il disciplinare di gara, la composizione della Commissione giudicatrice, la determinazione di criteri di valutazione delle offerte tecniche ecc.) alle differenti e successive fasi di scelta delle imprese affidatarie dei diversi lotti e, quindi, a caducare le pertinenti aggiudicazioni. In tal caso, infatti, si verifica una identità di causa petendi e una articolazione del petitum che, tuttavia, risulta giustificata dalla riferibilità delle diverse domande di annullamento alle medesime ragioni fondanti la pretesa demolitoria che, a sua volta, ne legittima la trattazione congiunta.

Il caso. La controversia in esame ha origine dall'impugnazione cumulativa da parte di un operatore economico di distinti provvedimenti di aggiudicazione di quindici lotti in cui era suddivisa la gara per l'affidamento di un servizio ove si lamentava l'illegittimità della procedura di gara sotto diversi e distinti profili.

La questione. Il Collegio si è pronunciato, in via pregiudiziale, sull'eccezione di inammissibilità del ricorso cumulativo sollevata dalla stazione appaltante per violazione dell'art. 120, comma 11-bis, c.p.a. secondo cui nel caso di procedure contraddistinte dalla presentazione di “offerte per più lotti l'impugnazione si propone con ricorso cumulativo solo se vengono dedotti identici motivi di ricorso avverso lo stesso atto”.

Secondo l'orientamento giurisprudenziale consolidato, richiamato dai Giudici amministrativi, la regola è costituita dall'impugnabilità di un solo provvedimento con un ricorso mentre lo strumento del ricorso cumulativo costituisce l'eccezione che si giustifica solo laddove ricorra una connessione oggettiva tra gli atti impugnati.

Ebbene, nella sentenza in esame viene affermato che la regola sopra citata può essere derogata nelle sole ipotesi in cui la cognizione, nel medesimo giudizio, della legittimità di più provvedimenti sia imposta dall'esigenza di concentrare in un'unica delibazione l'apprezzamento della correttezza dell'azione amministrativa oggetto del gravame, quando questa viene censurata nella sua complessità funzionale e, soprattutto, per profili che ne inficiano in radice la regolarità e che interessano trasversalmente le diverse, ma connesse, sequenze di atti.

Ne consegue che il ricorso cumulativo avverso distinti provvedimenti è ammissibile solo nel caso in cui gli stessi siano riferibili al medesimo procedimento amministrativo, sia pure in senso ampio, e vengano dedotti vizi che colpiscano nella medesima misura i diversi atti impugnati di modo che la cognizione delle censure dedotte a fondamento del ricorso interessi allo stesso modo il complesso dell'attività provvedimentale contestata dal ricorrente, e che non residui, quindi, alcun margine di differenza nell'apprezzamento della legittimità dei singoli provvedimenti congiuntamente gravati.

Ciò premesso, nel caso di specie, il TAR ha rilevato che non vi era nei motivi dedotti un minimo comune denominatore essendo questi diretti a contestare le aggiudicazioni dei diversi lotti per ragioni eterogenee, ciascuna implicante un accertamento autonomo.

Dalla diversità delle circostanze di fatto poste a fondamento delle censure ne consegue, pertanto l'impossibilità di ritenere identiche le doglianze ai sensi dell'art. 120, comma 11-bis, c.p.a. a nulla rilevando, in contrario, l'omogeneità del nomen iuris sotto il quale sono stati sussunti i vizi né tantomeno la previsione nella lex specialis di un vincolo di aggiudicazione. In tal senso, dunque, il Collegio ha concluso per l'inammissibilità del ricorso introduttivo.

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