Il conferimento degli incarichi professionali dopo la domanda di concordato preventivo
22 Giugno 2022
L'affidamento di un incarico professionale dopo la domanda di concordato preventivo rientra tra gli atti di ordinaria amministrazione concessi al debitore ex art. 161, comma 7 l.fall. e tale attività necessita di autorizzazione da parte del tribunale?
Il caso - Un imprenditore, dopo il deposito del ricorso per concordato preventivo, conferisce un incarico di consulenza ad un dottore commercialista, al fine di tentare il risanamento dell'impresa ed evitare quanto più possibile il pregiudizio ai creditori. Dichiarato il fallimento dell'imprenditore, il dottore commercialista insinua al passivo il proprio credito per l'attività professionale svolta nei confronti del fallito dopo la domanda di concordato preventivo. Il suo credito viene escluso dallo stato passivo in quanto mancante l'autorizzazione del Tribunale alla sua nomina. Il commercialista decide allora di proporre opposizione allo stato passivo sostenendo che il conferimento di incarico professionale rientrava tra i poteri di ordinaria amministrazione del debitore e, conseguentemente, non necessitava di autorizzazione da parte del tribunale. Si pone il problema di stabilire se il conferimento di un incarico professionale dopo la domanda di concordato preventivo rientri o meno tra i poteri di ordinaria amministrazione concessi al debitore e se tale attività necessiti o meno di autorizzazione da parte del tribunale.
La soluzione - L'art. 161, comma 7, l.fall. prevede che dopo il deposito del ricorso per l'ammissione alla procedura di concordato preventivo e fino al decreto di ammissione alla procedura il debitore può compiere gli atti urgenti di straordinaria amministrazione previa autorizzazione del tribunale, il quale può assumere sommarie informazioni e deve acquisire il parere del commissario giudiziale, se nominato. Nello stesso periodo e a decorrere dallo stesso termine il debitore può anche compiere gli atti di ordinaria amministrazione. I crediti di terzi eventualmente sorti per effetto degli atti legalmente compiuti dal debitore sono prededucibili ai sensi dell'art. 111. Dunque, secondo tale norma il debitore può, nella fase compresa tra la proposizione del ricorso e l'ammissione alla procedura di concordato preventivo, svolgere atti di ordinaria amministrazione senza alcuna autorizzazione preventiva. Il conferimento di un incarico professionale rientra, tuttavia, tra gli atti di ordinaria amministrazione o deve invece intendersi come atto straordinario e come tale bisognevole di apposita autorizzazione? Secondo la giurisprudenza ormai costante l'affidamento di un tale incarico dopo la domanda di concordato rientra tra gli atti di ordinaria amministrazione e non necessita quindi di alcuna autorizzazione. La Suprema Corte ha infatti sancito il principio secondo cui il conferimento, da parte dell'imprenditore ammesso alla procedura di concordato preventivo, di un incarico tecnico professionale indirizzato a prevenire la dissoluzione o il pregiudizio dei crediti, nel primario interesse dei creditori, resta un atto di ordinaria amministrazione, non soggetto pertanto a previa autorizzazione del giudice delegato, anche ove esso comporti una spesa elevata, purché adeguata alla funzione perseguita, e si sottrae, altresì, in quanto tale, al vaglio di proporzionalità della spesa con le condizioni di precarietà dell'impresa (Cass. siv., sez. I, 25 giugno 2002, n. 9262). L'autorizzazione del tribunale o del giudice delegato non è neppure necessaria ai fini della stipulazione o ai fini del pagamento del compenso purchè l'incarico sia utile e non ecceda le finalità di risanamento dell'impresa (Trib. Roma, 1° aprile 2014). Andrebbe invece esclusa la ammissione tra le passività concorsuali le volte in cui l'incarico sia conferito per esigenze personali e dilatorie dell'impresa, auspicante il mero allontanamento della dichiarazione di fallimento (Cass. civ., sez. I, 8 novembre 2006, n. 23796). In conclusione, l'affidamento di un incarico professionale dopo la domanda di concordato preventivo rientra tra gli atti di ordinaria amministrazione concessi al debitore ex art. 161, comma 7 l.fall. e non necessita quindi di alcuna autorizzazione da parte del tribunale. Nel caso che ci occupa, l'opposizione allo stato passivo proposta dal professionista appare fondata, atteso che l'imprenditore aveva il potere di conferirgli l'incarico professionale senza essere preventivamente autorizzato dal tribunale ed attese le specifiche finalità per le quali l'incarico è stato concesso: prevenire la dissoluzione dell'impresa ed il pregiudizio ai creditori.
La giurisprudenza - Cass. civ., sez. I, 25 giugno 2002, n. 9262; Cass. civ., sez. I, 8 novembre 2006, n. 23796; Trib. Roma, 1° aprile 2014
Per approfondire – M. Farina, Conferimento di incarico dopo l'ammissione al concordato preventivo, in questo portale, 17 aprile 2012.
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