Affidamenti diretti e principio di rotazione

01 Luglio 2022

Non violano il principio di rotazione gli affidamenti diretti finalizzati a scongiurare l'interruzione di servizi essenziali per l'amministrazione nelle more dell'espletamento della nuova procedura di gara.

Il caso. Un Comune bandiva una gara di gara aperta per l'affidamento del “servizio di gestione del ciclo delle sanzioni amministrative derivanti dalle violazioni del Codice della strada e per violazioni di leggi, regolamenti e ordinanze”. Il servizio posto a base della nuova procedura di gara riguarda la gestione informatizzata dell'intero iter contravvenzionale comprensivo sia del software gestionale per l'inserimento delle sanzioni che dell'eventuale invio a ruolo delle stesse.

Sino all'indizione di tale procedura, il medesimo servizio era svolto da due diverse società che si occupavano una della notificazione delle sanzioni tramite pec e della fornitura di appositi software, mentre l'altra svolgeva il servizio di stampa e postalizzazione.

Nelle more dello svolgimento della suddetta gara (e, dunque, dell'affidamento unitario del servizio ad un solo operatore economico) l'amministrazione comunale affidava in via diretta il servizio di notifica tramite pec e di fornitura dei software alla prima delle due società sopra menzionate ovvero all'impresa che già svolgeva tale servizio nei termini anzidetti. Tale affidamento veniva effettuato in via temporanea, fino al completamento della suddetta procedura di gara e comunque per un lasso di tempo (sei mesi) e importo (appalto sotto soglia) limitati.

A fronte di un siffatto provvedimento di affidamento, la società che svolgeva la componente del servizio di gestione del ciclo delle sanzioni amministrativerelativa alla stampa e postalizzazione, proponeva ricorso dinanzi al Tar Toscana che tuttavia respingeva il ricorso per le ragioni che seguono.

La decisione. La società ricorrente lamentava, in particolare, la violazione da parte del Comune del principio di rotazione previsto dall'art. 36, comma 1, del d.lgs. 18 aprile 2016, n. 50 che, come noto, impone alle stazioni appaltanti di non disporre l'affidamento diretto a favore dell'operatore economico uscente, senza previa indizione di una nuova procedura aperta per il medesimo servizio o fornitura.

Al riguardo il Tar Toscana ha rilevato, in via preliminare, che l'affidamento diretto era stato disposto al solo fine di scongiurare l'interruzione di servizi indispensabili per il Comune. Tanto emerge non solo dall'analisi delle caratteristiche e dalla lettura dalle motivazioni del provvedimento di affidamento ma anche dalla circostanza oggettiva che i servizi oggetto di affidamento diretto potevano essere svolti, nelle more dell'espletamento della nuova procedura di gara, solamente dalla società già individuata dall'amministrazione comunale in quanto unica proprietaria e concessionaria dei software già in uso.

Per tali ragioni non sussistono profili di illegittimità della scelta operata dal Comune in quanto il provvedimento di affidamento è evidentemente diretto “a garantire la prosecuzione di servizi essenziali per la durata della procedura di gara bandita” evitando “modificazioni organizzative impattanti in termini di migrazione, setup, formazione, suscettibili di incidere comunque in termini organizzativi e funzionali”.

Sulla base di tali argomentazioni il Tar Toscana respingeva il ricorso.

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