Atto di pignoramento mobiliare per violazione dell'accordo di mediazione prevedente misure coercitive per l'inosservanzaInquadramentoil pignoramento individua i beni sottoposti ad esecuzione e vincola gli stessi alla soddisfazione dei creditori del processo di espropriazione forzata che può svolgersi in uno dei tre differenti moduli apprestati dal codice di procedura a seconda della natura dei beni su cui il creditore intende concentrare l'azione esecutiva (espropriazione mobiliare, espropriazione immobiliare, espropriazione presso terzi). Il contenuto tipico dell'atto di pignoramento è costituito dalla ingiunzione che l'ufficiale giudiziario rivolge al debitore, perché si astenga dal compimento di qualsiasi atto diretto a sottrarre alla garanzia del credito il bene assoggettato all'espropriazione e i frutti relativi. FormulaATTO DI PIGNORAMENTO MOBILIARE PER VIOLAZIONE DELL'ACCORDO DI MEDIAZIONE PREVEDENTE MISURE COERCITIVE PER L'INOSSERVANZA Il/la sig./sig.ra ..., nato/a a ..., il ..., C.F. ..., rappresentato e difeso per procura rilasciata a margine o in calce al presente atto 1, dall'Avv. ..., (C.F. ... ) residente in ... via ... (ovvero elettivamente domiciliato presso lo studio del difensore in ..., via ...); PREMESSO CHE - nell'ambito del procedimento di mediazione dinanzi all'organismo di ..., il/la sig./sig.ra ... e il/la sig./sig.ra ... raggiungevano un accordo in virtù del quale il/la sig./sig.ra ... si impegnava nei confronti di ... a ... entro la data di ... 2; - in particolare, nel detto verbale di accordo 3 che di seguito si trascrive 4 è stato previsto che “ ... ” e la parte si è impegnata al pagamento della somma di Euro ... nel caso di suo inadempimento (ovvero per il ritardo nell'adempimento); - nel sottoscrivere unitamente alle parti l'accordo, gli avvocati ne hanno certificato la conformità alle norme imperative dell'ordine pubblico 5; (ovvero: che l'accordo non aveva efficacia di titolo esecutivo non essendo stato sottoscritto anche dagli avvocati e, per il disposto dell'art. 12, d.lgs. n. 28/2010 è stato omologato con decreto in data ... del Presidente del Tribunale di ..., che sarebbe stato competente per la controversia ed è stato munito della formula esecutiva in data ...); - nonostante il/la sig./sig.ra ... abbia rispettato quanto convenuto in sede di mediazione il/la sig./sig.ra ... si è reso/a inadempiente alle proprie obbligazioni sicché sussistono le condizioni per invocare il pagamento della pena pecuniaria disposta ai sensi dell'art. 614-bis c.p.c.; - il verbale è stato notificato in data ... 6; - in data ... è stato notificato atto di precetto unitamente al predetto titolo esecutivo. CONSIDERATO che il debitore non ha adempiuto nel termine concesso; che, pertanto, intende sottoporre ad esecuzione forzata i beni mobili del debitore INVITA altresì il debitore ad effettuare presso la cancelleria del giudice dell'esecuzione la dichiarazione di residenza o l'elezione di domicilio in uno dei comuni del circondario in cui ha sede il Tribunale di ..., con l'avvertimento che, in mancanza ovvero in caso di irreperibilità presso la residenza dichiarata o il domicilio eletto, le successive notifiche o comunicazioni a lui dirette saranno effettuate presso la cancelleria del medesimo Tribunale AVVISA il debitore che, ai sensi dell'art. 495 c.p.c., può chiedere di sostituire alle cose o ai crediti pignorati una somma di denaro pari all'importo dovuto al creditore pignorante e ai creditori intervenuti, comprensivo del capitale, degli interessi e delle spese, oltre che delle spese di esecuzione, sempre che la relativa istanza unitamente ad una somma non inferiore ad un sesto dell'importo del credito per cui è stato eseguito il pignoramento e dei crediti dei creditori interventi indicati nei rispettivi atti di intervento, dedotti i versamenti effettuati di cui deve essere data prova documentale, sia depositata in cancelleria, prima che sia disposta la vendita o l'assegnazione a norma degli artt. 569 c.p.c. a pena di inammissibilità AVVISA il debitore che l'opposizione all‘esecuzione, di cui all'art. 615, comma 2, c.p.c.7 è inammissibile se proposta dopo che è stata disposta la vendita o l'assegnazione a norma degli artt. 569 c.p.c. salvo che sia fondata su fatti sopravvenuti ovvero che l'opponente dimostri di non aver potuto proporla tempestivamente per causa a lui non imputabile. Avv. ... Io sottoscritto ufficiale giudiziario presso il Tribunale di ..., ad istanza di ..., creditore pignorante, rappresentato e difeso dall'Avv. ..., munito del titolo esecutivo e del precetto, in data ... alle ore ... nel Comune di ..., via/piazza ... n. ..., mi sono recato nel luogo suindicato ed ivi: - ho rinvenuto ... debitore esecutato/ ... persona di famiglia/ addetta alla casa/all'azienda del debitore esecutato, al quale ho reso note la mia qualifica e lo scopo del presente accesso; - non avendo ottenuto il pagamento di quanto dovuto, redigo il verbale di pignoramento positivo procedendo al pignoramento dei seguenti beni ... descritti mediante rappresentazione fotografica nell'elenco allegato (ovvero elencati senza rappresentazione fotografica, per mancanza di mezzi idonei); - determino approssimativamente il presumibile valore di realizzo in Euro .... (oppure: visto l'art. 518, comma 1, c.p.c., ritenuta utile la nomina di uno stimatore/letta la richiesta di ..., creditore procedente, nomino ..., nella qualità di esperto stimatore, il quale giura di bene e fedelmente procedere alla stima. Egli procederà alla definizione dei presumibili valori di realizzo dei beni pignorati in data odierna entro il giorno .... Per accettazione della nomina Firma dello stimatore ...) - ritenuto opportuno, come consentito dall'art. 518, comma 2, c.p.c., differire le operazioni di stima, rinvio le operazioni di definitiva individuazione dei beni da sottoporre a pignoramento al giorno ... (entro 30 giorni); - ai sensi dell'art. 518, comma 4, c.p.c., per la conservazione delle cose pignorate: - i beni pignorati vengono trasportati presso ... il Comune di ..., in via ... /lasciati nella materiale consegna del debitore esecutato, contestualmente nominato custode ed edotto che, ai sensi dell'art. 388, comma 6, c.p., il debitore che sottragga, sopprima, distrugga, disperda o deteriori una cosa di sua proprietà sottoposta a pignoramento è punito con la reclusione da due mesi a due anni e la multa da Euro 30,00 a Euro 309,00; - viene nominato custode dei beni sopra descritti ..., C.F. ..., nato a ..., il ..., residente in ..., via ..., il quale, reso edotto delle responsabilità di legge e dell'obbligo di tenere i beni a disposizione di giustizia, ha dichiarato di accettare l'incarico chiedendo un compenso che riconosco debba essergli corrisposto Per accettazione della nomina Firma del custode ... - poiché i beni assoggettati a pignoramento appaiono insufficienti ovvero per essi appare manifesta la lunga durata della liquidazione, ex art. 492, comma 4, c.p.c., invito ..., debitore esecutato, ad indicare altri beni utilmente pignorabili di sua proprietà, i luoghi in cui si trovano ovvero le generalità dei terzi debitori, avvertendolo che, ai sensi dell'art. 388, comma 3, c.p., il debitore, l'amministratore, direttore generale o liquidatore della società debitrice che, invitato dall'ufficiale giudiziario a indicare le cose o i crediti pignorabili omette di rispondere nel termine di quindici giorni o effettua una falsa dichiarazione è punito con la reclusione fino ad un anno o con la multa fino a Euro 516,00. Ad esito dell'invito che precede, ... (debitore esecutato), dichiara quanto segue: .... Firma del debitore esecutato che ha reso la dichiarazione ... All'esito della dichiarazione che precede con cui sono indicati ulteriori beni utilmente pignorabili, avviso ... (debitore esecutato) che, ai sensi dell'art. 492, comma 5, c.p.c.: - se sono indicate cose mobili, queste, dal momento della dichiarazione, si intendono pignorate anche agli effetti dell'art. 388, comma 3, c.p., in forza quel quale chiunque sottrae sopprime, distrugge, disperde o deteriore una cosa di sua proprietà sottoposta a pignoramento è punito con la reclusione fino ad un anno e con la mula fino a Euro 309,00; - se sono indicati crediti o cose mobili in possesso di terzi, il pignoramento si considera perfezionato nei confronti del debitore esecutato dal momento della dichiarazione e questi è costituito custode della somma o della cosa anche agli effetti dell'art. 388, comma 4, c.p., quando il terzo, prima che gli sia notificato l'atto di cui all'art. 543 c.p.c., effettua il pagamento o restituisce il bene, e se sottrae quanto pagato o sopprime, distrugge, disperde o deteriora il bene restituito, è punito con la reclusione da due mesi a due anni e la multa da Euro 30,00 a Euro 309,00; - ingiungo a ... (debitore esecutato), ex art. 492, comma 1, c.p.c., di astenersi da qualunque atto diretto a sottrarre alla garanzia del credito i beni assoggettati all'espropriazione e i frutti di essi; - letta l'istanza di ... (creditore procedente), ex art. 492, comma 7, c.p.c., invito il debitore, nella sua qualità di imprenditore commerciale, ad indicarmi il luogo ove sono tenute le scritture contabili. Il/la sig./sig.ra ... (debitore esecutato), dichiara che: .... Firma del debitore esecutato che ha reso la dichiarazione ... Di conseguenza, nomino ... (commercialista/avvocato/notaio, iscritto nell'elenco di cui all'art. 179-ter disp. att. c.p.c.) per l'esame delle scritture contabili al fine dell'individuazione di cose e crediti utilmente pignorabili appartenenti al debitore, con i poteri previsti dalla legge e fissandogli termine per la trasmissione della relazione informativa giorni ... dalla comunicazione del presente atto di nomina, ponendo a carico del creditore procedente istante ... il relativo onere di notifica. Firma dell'Ufficiale Giudiziario ... [1] 1. Nel caso in cui l'avvocato agisce in forza di una procura rilasciata in precedenza indicare l'atto nel quale è contenuto il mandato. [2] 2. Ai sensi dell'art. 12, d.lgs. n. 28/2010 l'accordo è titolo esecutivo ove omologato dal tribunale ovvero se sia stato sottoscritto dalle parti e dai loro avvocati e sempreché questi ultimi abbiano attestato e certificato la conformità dell'accordo alle norme imperative e all'ordine pubblico. [3] 3. La riforma attuata dal d.lgs. n. 149/2022 ha precisato che costituisce titolo esecutivo (nonché per l'iscrizione di ipoteca giudiziale) anche il verbale sottoscritto dalle parti e dai rispettivi avvocati in via telematica nell'ambito della relativa procedura di mediazione ex art. 8-bis del d.lgs. n. 28/2010 applicabile ai procedimenti promossi dal 28 febbraio 2023. [4] 4. Il verbale dell'accordo raggiunto in sede di mediazione quando è posto a fondamento dell'esecuzione deve essere integralmente trascritto nell'atto di precetto. È stato precisato che il precetto deve contenere la trascrizione non necessariamente integrale del titolo stragiudiziale bensì la indicazione degli elementi essenziali per la sua individuazione (Cass. III, n. 3593/1990). La mancata trascrizione del titolo esecutivo nel precetto ne determina la nullità, deducibile con l'opposizione ex art. 617 c.c. (Cass. III, n. 5168/2005). [5] 5. Infatti, in difetto di sottoscrizione dell'accordo anche da parte degli avvocati e di certificazione ad opera degli stessi della conformità dell'accordo alle norme imperative ed all'ordine pubblico, il verbale non costituisce titolo esecutivo e potrà essere posto a fondamento dell'esecuzione forzata solo ove venga concesso l'exequatur da parte del presidente del Tribunale, previo accertamento della regolarità formale e del rispetto delle norme imperative dell'ordine pubblico. [6] 6. In alternativa, l'art. 479 c.p.c. prevede che la notificazione del titolo avvenga contestualmente a quella dell'atto di precetto. [7] 7. La opposizione all'esecuzione inammissibile se proposta tardivamente è solo quella introdotta ad esecuzione iniziata e, dunque, ai sensi dell'art. 615, comma 2, c.p.c. atteso che dopo l'avvio del processo l'opposizione preventiva non è più nemmeno astrattamente proponibile, stante la pendenza dell'espropriazione. CommentoPrincipi generali La funzione del pignoramento è quella di vincolare determinati beni del debitore al soddisfacimento del diritto di credito del creditore procedente e anche di tutti gli altri creditori che dovessero intervenire successivamente nel processo esecutivo. Si tratta di un vincolo giuridico che riguarda il valore di scambio dei beni e non il loro utilizzo. Infatti, il debitore può continuare a disporre materialmente dei beni pignorati, salvo evitare di tenere comportamenti che possano comportare la sottrazione, la distruzione o il deterioramento dei beni medesimi. Per poter produrre gli effetti previsti dagli artt. da 2912 a 2918 c.c.: l'atto di pignoramento deve contenere tutti gli elementi indispensabili per il raggiungimento di tale scopo e funzionali alle strutture dei diversi procedimenti di espropriazione forzata. Il pignoramento realizza sostanzialmente sul patrimonio del debitore la generica garanzia patrimoniale prevista dall'art. 2740 c.c., in quanto sottopone lo stesso ad un vincolo che ne assicuri la destinazione alla soddisfazione del credito, rendendo inefficaci gli atti di disposizione compiuti dal debitore successivamente al pignoramento e per mezzo dei quali potrebbe sottrarre i suoi beni alla soddisfazione del creditore procedente (il bene pignorato non è in un regime di indisponibilità assoluta e non cessa di appartenere al patrimonio del debitore). Infatti, qualunque atto di disposizione giuridica dei beni pignorati che possano essere di pregiudizio per il creditore procedente e per i creditori eventualmente intervenuti, è da considerare inefficace exartt. 2913 e ss. c.c. Da ciò consegue che la procedura esecutiva prosegue come se tali atti non fossero mai stati compiuti ed i beni non fossero mai usciti dal patrimonio del debitore. Non è richiesto il pignoramento se oggetto di espropriazione sono cose soggette a pegno o ad ipoteca (artt. 491 e 502 c.p.c.). In quest'ultimo caso, infatti, l'ordinamento ritiene già acquisiti gli effetti propri del pignoramento per cui è possibile il deposito dell'istanza di vendita o di assegnazione dopo la notifica del precetto e senza la previa notifica dell'atto di pignoramento. Il pignoramento individua i beni sottoposti ad esecuzione e vincola gli stessi alla soddisfazione dei creditori del processo di espropriazione forzata e si concretizza in un atto o in una serie di atti a seconda della forma espropriativa prescelta a seconda della natura dei beni su cui il creditore intende concentrare l'azione esecutiva (espropriazione mobiliare, espropriazione immobiliare, espropriazione presso terzi). Tutti e tre i modelli procedimentali dettati per l'espropriazione forzata sono caratterizzati da alcuni i dati comuni e, infatti, gli elementi dell'atto previsti dall'art. 492 c.p.c. sono di carattere generale e sono destinati a trovare applicazione per qualsiasi tipo di espropriazione forzata. I medesimi, peraltro, devono essere integrati da altri ulteriori elementi ove si intenda compiere un pignoramento presso terzi o immobiliare. Il contenuto tipico La giurisprudenza è ormai orientata nel considerare il pignoramento una fattispecie a formazione progressiva [8] che produce i suoi effetti e determina la pendenza dell'esecuzione ai sensi dell'art. 481 c.p.c. sin dal momento in cui viene notificato al debitore (quando tale notificazione è prescritta e, dunque, sia nella espropriazione immobiliare che in quella presso terzi). Il pignoramento configura, comunque, una fattispecie complessa che nel caso di espropriazione ex art. 543 c.p.c. si perfeziona con la dichiarazione positiva di quantità o con l'ordinanza che definisce l'accertamento del terzo [9] ovvero, nel caso di espropriazione ex art. 555 c.p.c. mediante la trascrizione nei registri immobiliari. Il pignoramento, al contrario del precetto, che è un atto del creditore, costituisce un atto dell'ufficiale giudiziario, il quale lo predispone dopo che il creditore ha provveduto a notificare al debitore il titolo esecutivo ed il precetto. La notifica del pignoramento deve essere fatta entro 90 giorni da quella del precetto (art. 481, comma 1, c.p.c. ). Nell'intimazione al debitore, l'ufficiale giudiziario deve indicare esattamente il credito per cui si procede e i beni che si intendono pignorare. Il contenuto tipico dell'atto di pignoramento è costituito dall'ingiunzione [10] che l'ufficiale giudiziario rivolge al debitore, perché si astenga dal compimento di qualsiasi atto diretto a sottrarre alla garanzia del credito il bene assoggettato all'espropriazione e i frutti relativi. Di solito essa viene inserita dall'ufficiale giudiziario nel verbale di pignoramento mobiliare, ovvero nella parte dell'atto di pignoramento immobiliare o presso terzi che questi predispone e sottoscrive [11][12]. Poiché, ai sensi dell'art. 491 c.p.c., di regola «l'espropriazione forzata si inizia col pignoramento», il legislatore ha previsto che nel primo atto del processo esecutivo il debitore esecutato venga avvertito dei principali oneri incombenti su di lui, delle più rilevanti decadenze in cui può incorrere, nonché di alcuni dei rimedi di cui può avvalersi. Il comma 2, come modificato dall'art. 4, comma 1, lett. a), d.l. n. 59/2016, convertito in legge dalla l. n. 119/2016, dispone che il pignoramento contenga l'invito rivolto al debitore ad effettuare presso la cancelleria del giudice dell'esecuzione, l'elezione di domicilio o la dichiarazione di residenza in uno dei comuni del circondario in cui ha sede il giudice competente per l'esecuzione, nonché l'avviso, rivolto allo stesso debitore che, in caso di mancata dichiarazione o elezione o di irreperibilità presso la residenza dichiarata o il domicilio eletto, le successive notifiche o comunicazioni a lui dirette saranno effettuate presso la cancelleria dello stesso giudice. Tale disposizione si ritiene che debba valere per qualunque forma di pignoramento, sia su beni mobili che su crediti o beni immobili, coerentemente con il suo inserimento in un articolo sul pignoramento in generale. Poiché il pignoramento è atto dell'ufficio, il suddetto invito deve provenire dall'ufficiale giudiziario, anche se deve ritenersi validamente formulato nel caso in cui venga effettuato direttamente dal creditore. Non essendo previsto un termine in capo al debitore per l'elezione di domicilio o la dichiarazione di residenza, nulla impedisce al creditore, nel caso in cui l'atto di pignoramento non contenga detto invito, di provvedere all'integrazione con atto successivo o eventualmente anche in udienza, facendosi decorrere da tale momento gli effetti della norma. Il comma 3 si pone in un'ottica volta a favorire il debitore, prevedendo che l'atto di pignoramento deve anche contenere una dettagliata indicazione circa i tempi e i modi per accedere al beneficio della conversione di cui all'art. 495 c.p.c. Si tratta del diritto di chiedere che venga sostituita, ai beni o ai crediti pignorati, una somma di denaro pari all'importo dovuto al creditore pignorante e ai creditori intervenuti, comprensivo del capitale, degli interessi e delle spese, oltre alle spese di esecuzione. Detta istanza di conversione deve essere depositata prima che venga disposta la vendita o l'assegnazione, insieme al versamento di una somma pari ad almeno 1/5 dell'importo del credito per cui è stato eseguito il pignoramento e dei crediti dei creditori intervenuti, dedotti i versamenti effettuati, a pena di inammissibilità. Come nel caso dell'invito di cui al comma 2 anche questo avvertimento è atto dell'ufficiale giudiziario, ma nulla vieta che, in caso di omissione, vi possa provvedere direttamente il creditore. La mancanza dell'avviso ad eleggere domicilio o a dichiarare la residenza e dell'avvertimento della facoltà e dei termini per proporre istanza di conversione di cui, rispettivamente, ai commi 2 e 3 dell'art. 492 c.p.c. determinano mere irregolarità, non essendo espressamente prevista alcuna nullità dell'atto o della procedura. Il d.l. n. 59/2016 convertito con l. n. 119/2016, ha novellato l'art. 492 c.p.c. inserendo al suo comma 3 un ultimo periodo secondo cui “il pignoramento deve contenere l'avvertimento che, a norma dell'art. 615, comma 2, terzo periodo, l'opposizione inammissibile se è proposta dopo che è stata disposta la vendita con l'assegnazione a norma degli artt. 530, 552 e 569, salvo che sia fondata su fatti sopravvenuti ovvero che l'opponente dimostri di non aver potuto proporla tempestivamente per causa a lui non imputabile”. Natura dell'atto Secondo la tesi tradizionale il pignoramento è un atto proprio e necessario del processo esecutivo. A differenza di quanto previsto dal comma 1 dell'art. 480 c.p.c. con riferimento all'atto di precetto, il codice non individua le ipotesi d'invalidità del pignoramento. Si ritiene pertanto che possano trovare applicazione i principi generali validi in tema di processo di esecuzione e ricavabili dal sistema delle opposizioni, in forza dei quali l'atto di pignoramento può essere affetto da: a) vizi sostanziali o di merito, deducibili senza termini di decadenza con lo strumento dell'opposizione all'esecuzione di cui all'art. 615 c.p.c.; b) vizi derivanti dall'inosservanza di requisiti formali, deducibili mediante l'opposizione agli atti esecutivi ex art. 617 c.p.c. entro il termine perentorio di venti giorni dal compimento dell'atto o dalla sua effettiva conoscenza e comunque non oltre l'udienza di autorizzazione alla vendita, secondo il disposto dell'art. 530 c.p.c. e dell'art. 569 c.p.c.; c) vizi costituenti casi di nullità assoluta-inesistenza del pignoramento, rilevabili in ogni momento anche d'ufficio dal giudice dell'esecuzione e deducibili dalla parte anche oltre i termini suddetti. Estensione del pignoramento La l. n. 80/2005, successivamente modificata dalla l. n. 52/2006, ha riformato l'art. 492 c.p.c. introducendo delle importanti novità tese ad aumentare le prospettive di successo del pignoramento. Infatti qualora i beni espropriati appaiano insufficienti a soddisfare i creditori o risulti in modo evidente che la liquidazione degli stessi sarà lunga e dispendiosa, il debitore viene invitato ad indicare altri beni del proprio patrimonio che siano utilmente pignorabili, i luoghi dove questi si trovino e le generalità di eventuali terzi debitori. La dichiarazione fatta avrà effetti anche penali (commi 4, 5 e 6, art. 492 c.p.c.). Tale invito deve anche essere accompagnato dall'avvertimento della sanzione prevista per l'omessa o falsa dichiarazione. La dichiarazione che il debitore rende a seguito del suddetto invito deve essere raccolta in un processo verbale che lo stesso debitore sottoscrive e che va allegata al verbale di pignoramento. Qualora a seguito di tale dichiarazione siano indicate cose mobili queste, dal momento della dichiarazione, si considerano sottoposte a vincolo pignoratizio anche per gli effetti di cui al comma 3 dell'art. 388 c.p. Se le cose indicate si trovano in un luogo compreso nel circondario di competenza dell'ufficiale giudiziario procedente, lo stesso provvede ad accedere al luogo in cui si trovano, per gli adempimenti di cui all'art. 520 c.p.c. (ossia la loro descrizione e valutazione), mentre se il luogo è compreso in altro circondario, copia del verbale va trasmessa all'ufficiale giudiziario territorialmente competente. Se, invece, sono indicati crediti o cose mobili che sono in possesso di terzi, il pignoramento si considera perfezionato nei confronti del debitore esecutato dal momento della dichiarazione; il debitore diviene ex lege custode della somma o della cosa anche agli effetti di cui al comma 4 dell'art. 388 c.p., e questo nel caso in cui il terzo, prima che gli sia notificato l'atto di pignoramento presso terzi di cui all'art. 543 c.p.c., effettui il pagamento o restituisca il bene. Se, infine, sono indicati beni immobili, il creditore dovrà procedere alla notifica dell'atto di pignoramento immobiliare ex art. 555 e ss. c.p.c. e alla sola dichiarazione del debitore non consegue alcuna anticipazione degli effetti del pignoramento [13]. La previsione della dichiarazione che deve rendere il debitore è stata inserita al fine di rafforzare la tutela del creditore, essendo questa richiesta nel caso in cui i beni pignorati non siano sufficienti a soddisfare il credito del creditore procedente e quando non vi siano ulteriori beni utilmente pignorabili, o ancora quando la liquidazione possa apparire di lunga durata. Il debitore è responsabile penalmente nel caso in cui ometta di rispondere o risponda in maniera mendace. Qualora, a seguito di intervento di altri creditori, il compendio pignorato sia divenuto insufficiente, il creditore procedente può richiedere all'ufficiale giudiziario di procedere ai sensi dei precedenti commi ai fini dell'esercizio delle facoltà di cui al comma 4 dell'art. 499 c.p.c. Il debitore imprenditore commerciale Una disciplina specifica è dettata per il caso in cui il debitore sia un imprenditore commerciale. In questo caso l'ufficiale giudiziario, se il creditore procedente ne fa richiesta e assume su di sé l'onere delle spese, invita il debitore a indicare il luogo ove sono tenute le scritture contabili e nomina un commercialista o un avvocato ovvero un notaio iscritto nell'elenco di cui all'art. 179-ter disp. att. c.p.c. per il loro esame al fine di riuscire ad individuare cose e crediti pignorabili. Il professionista nominato può richiedere informazioni agli uffici finanziari sul luogo di tenuta nonché sulle modalità di conservazione, anche informatiche o telematiche, delle scritture contabili indicati nelle dichiarazioni fiscali del debitore e può accedere in qualunque luogo si trovino, richiedendo quando occorre di essere assistito dall'ufficiale giudiziario territorialmente competente. Completato il suo esame, il professionista trasmette apposita relazione con i risultati della verifica al creditore istante e all'ufficiale giudiziario che lo ha nominato, il quale provvede alla liquidazione delle spese e del compenso. Se dalla relazione dovessero risultare cose o crediti che il debitore non aveva dichiarato all'ufficiale giudiziario, le spese dell'accesso alle scritture contabili e della relazione sono liquidate dal giudice con provvedimento che assume natura di titolo esecutivo contro il debitore. La Riforma Cartabia ha modificato anche questa norma inserendovi un ultimo comma 8. Tale modifica si pone in linea con la novella del successivo art. 492-bis c.p.c., relativo alla ricerca con modalità telematiche dei beni da espropriare. La ratio della sospensione di cui al comma 3 dell'art. 492-bis c.p.c. si ritiene finalizzata a garantire la tutela dell'interesse del debitore, volendosi così porre l'esecutato al riparo dal rischio di dover intraprendere un giudizio di opposizione a precetto ex art. 615 c.p.c., volto a farne valere l'intervenuta perenzione, per non essere stato messo a conoscenza della sospensione del termine di cui all'art. 481 c.p.c. Ovviamente, si ritiene il caso di precisare che la presentazione dell'istanza per la ricerca telematica dei beni da pignorare non impedisce al debitore di proporre opposizione preventiva ex art. 615 c.p.c. né tantomeno di avvalersi del rimedio dell'opposizione agli atti esecutivi di cui all'art. 617 c.p.c. Tutte le volte in cui la legge richiede che l'ufficiale giudiziario nel compiere il pignoramento debba essere munito del titolo esecutivo (è questo il caso del pignoramento mobiliare presso il debitore), il presidente del tribunale competente per l'esecuzione può concedere al creditore l'autorizzazione a depositare, in luogo dell'originale, una copia autentica del titolo esecutivo, con obbligo di presentare l'originale a ogni richiesta del giudice. La proposizione dell'istanza sospende il termine di efficacia del precetto fino alla comunicazione dell'ufficiale giudiziario di non aver eseguito le ricerche per mancanza dei presupposti, o al rigetto da parte del presidente del Tribunale dell'istanza ovvero fino alla comunicazione del processo verbale in cui l'ufficiale dà conto delle banche dati interrogate. Da un punto di vista procedimentale va osservato che l'istanza di cui all'art. 492-bis c.p.c. non può essere presentata prima della notifica del precetto o prima del decorso di dieci giorni dalla notifica dello stesso, fatto salvo il caso in cui il creditore ottenga un'autorizzazione in tal senso dal presidente del tribunale. Cessazione di efficacia Il pignoramento perde di efficacia quando non siano state chieste l'assegnazione o la vendita entro quarantacinque giorni dal suo compimento ex art. 497 c.p.c.[14]. Il termine previsto per l'efficacia del pignoramento ha una diversa decorrenza a seconda delle varie forme di espropriazione: per l'espropriazione immobiliare il termine decorre dalla notifica dell'atto di cui all'art. 555 c.p.c. o dalla trascrizione dello stesso, a seconda che si ritenga l'uno o l'altro essenziale. Nel caso dell'espropriazione mobiliare presso il debitore, dal giorno del compimento delle relative operazioni; nell'espropriazione presso il terzo, dalla notifica dell'atto di cui all'art. 543 c.p.c. Va precisato che il termine previsto per l'efficacia del pignoramento ha una diversa decorrenza a seconda delle varie forme di espropriazione: per l'espropriazione immobiliare il termine decorre dalla notifica dell'atto di cui all'art. 555 c.p.c. o dalla trascrizione dello stesso, a seconda che si ritenga l'uno o l'altro essenziale. Nel caso dell'espropriazione mobiliare presso il debitore, dal giorno del compimento delle relative operazioni; nell'espropriazione presso il terzo, dalla notifica dell'atto di cui all'art. 543 c.p.c. L'inefficacia del pignoramento non produce come conseguenza l'invalidità del precetto. Invero, effettuato il pignoramento, il termine per la validità del precetto resta sospeso e, pertanto, se il pignoramento perde efficacia successivamente alla sua effettuazione, si potrà utilizzare il tempo residuale di efficacia del precetto per promuovere un nuovo pignoramento. Si parla di tempo residuale perché i novanta giorni di efficacia del precetto si sospendono e non si interrompono. 8. Cass. III, n. 32804/2023 e Cass. III, n. 12195/2023. 9. Cass. n. 13201/1992. 10. L'ingiunzione viene formulata in modo diverso a seconda della forma di espropriazione prescelta. 11. L'ingiunzione non richiede l'utilizzo di formule sacramentali anche se deve risultare in modo inequivoco poiché dal momento in cui il pignoramento è compiuto e l'ingiunzione formulata i beni del debitore sono assoggettati ad esecuzione (Cass. n. 4621/1995). 12. La sua mancanza configura un vizio formale che determina non la inesistenza ma la nullità assoluta del pignoramento che potrebbe essere rilevata in ogni stato e grado del procedimento fatta salva l'applicazione dell'art. 2929 c.c. 13. È stato evidenziato che l'attività di invito e verbalizzazione sia possibile soltanto nel pignoramento mobiliare presso il debitore; in tal senso depongono le circostanze che solo nell'espropriazione mobiliare l'ufficiale giudiziario redige un verbale nel quale possa raccogliere la dichiarazione del debitore e acceda concretamente ai luoghi in cui si trovano i beni, potendo procedere ad una loro stima e, quindi, apprezzare l'insufficienza dei medesimi o le difficoltà della loro liquidazione. Inoltre, solo nell'espropriazione mobiliare presso il debitore il creditore non ha alcun potere di individuazione del bene da pignorare, essendo la scelta rimessa all'ufficiale giudiziario (anche secondo la nuova formulazione dell'art. 517 c.p.c.), sicché sarebbe naturale il potere riconosciuto al medesimo di attivarsi per trovare altri beni; nelle altre forme di pignoramento, invece, la scelta del bene da pignorare è effettuata a monte dal creditore, ed è pertanto difficile ipotizzare che l'ufficiale giudiziario possa andare oltre la volontà espressa dal medesimo. 14. L'articolo è stato modificato dall'art. 13, comma 1, lett. d), d.l. n. 83/2015, convertito, con modificazioni, dalla l. n. 132/2015. |