Codice Penale art. 566 - Supposizione o soppressione di stato.Supposizione o soppressione di stato. [I]. Chiunque fa figurare nei registri dello stato civile [449 c.c.] una nascita inesistente è punito con la reclusione da tre a dieci anni. [II]. Alla stessa pena soggiace chi, mediante l'occultamento di un neonato, ne sopprime lo stato civile [569]. competenza: Trib. monocratico (udienza prelim.) arresto: facoltativo fermo: consentito custodia cautelare in carcere: consentita altre misure cautelari personali: consentite procedibilità: d'ufficio InquadramentoLa norma, relativamente alla previsione di cui al primo comma, tutela l'interesse pubblico alla corrispondenza quantitativa tra nascite effettivamente avvenute e nascite ufficialmente risultanti dai registri dello stato civile (Spena, 145). Con riguardo alla fattispecie di “soppressione di stato”, si è osservato come la disposizione sia posta innanzitutto a protezione dell'interesse del neonato ad avere sin da subito uno “stato civile” che consenta il riconoscimento di una “identità giuridica” (Spena, 151). SoggettiSupposizione di stato (art. 566, comma 1) È un reato comune: soggetto attivo può essere chiunque. Nel caso in cui il reato venga commesso tramite dichiarazione all'ufficiale di stato civile, soggetti attivi sono coloro legittimati a rendere tali dichiarazioni: padre, madre (o loro procuratore speciale), medico, ostetrica, persona che ha assistito al parto (Dolcini-Gatta, 2700). Può essere chiamato a rispondere anche l'ufficiale di stato civile competente a redigere il registro (nel caso in cui: consapevole della falsità della dichiarazione dell'extraneus abbia proceduto alla registrazione; abbia aiutato l' extraneus a manomettere il registro; quando sia lui a commettere il fatto avvalendosi della propria posizione: la responsabilità sarà in ogni caso aggravata ex art. 61 n. 9; Spena, 145) Soggetto passivo è lo Stato, in quanto ad esso si può imputare l'interesse tutelato dalla norma (un danno potrà conseguire anche in capo ad altri soggetti, che assumeranno la qualifica di danneggiati; Spena, 146) Soppressione di stato (art. 566, comma 2) Si tratta di un reato proprio, perché può essere commesso soltanto dalla persone che hanno l'obbligo di dichiarare la nascita dello stato civile (Fiandaca-Musco, 348; si è specificato come l'obbligo di dichiarare la nascita non vada confuso con l'atto di riconoscimento del figlio naturale, atto questo non obbligatorio, Dolcini-Gatta, 2702; la S.C. ha affermato come il reato possa essere commesso anche dal padre naturale nei confronti del figlio non riconosciuto come tale, Cass. VI, n. 833/1989). MaterialitàSupposizione di stato (art. 566, comma 1) La condotta illecita consiste nel far figurare nei registri dello stato civile una nascita inesistente (così che, per effetto del reato, “accadrà che nel mondo del diritto esista una persona che non esiste nel mondo dei fatti”, Spena, 146) Sul concetto di nascita inesistente si confrontano due orientamenti: a) mancanza naturalistica di un parto della madre denunciata o di qualsiasi altra donna (concezione c.d. assoluta); b) mancata nascita ad opera della donna denunciata come madre (concezione c.d. relativa) (Fiandaca-Musco, 347; altrimenti detto, supposizione totale, in cui manca la corrispondenza con la realtà — es., nascita mai avvenuta — e supposizione parziale, in cui si fa figurare come nato da un certo genitore un soggetto nato da genitore diverso: mentre la supposizione totale può ricondursi all'art. 566, comma 1; la supposizione parziale può costituire soltanto un' ipotesi di alterazione di stato, Spena, 148). Per far figurare nei registri dello stato civile s'intende “fare in modo che da un tale registro risulti effettivamente avvenuta una nascita in realtà inesistente” (Spena, 147). La condotta — che si realizza falsificando materialmente il registro o rilasciando false dichiarazioni all'ufficiale di stato civile — integra una condotta di falso che sarebbe rilevante ai sensi delle norme che puniscono le falsità documentali (falsità materiali o ideologiche del pubblico ufficiale o del privato in atti pubblici; Spena, 147). Soppressione di stato (art. 566, comma 2) L'elemento oggettivo consiste nell'omettere di rendere nota la nascita all'ufficio dell'anagrafe: è pertanto un delitto omissivo con il quale si impedisce al neonato l'acquisto dello stato civile senza attribuirgliene uno diverso (Dolcini-Gatta, 2701). Integra la condotta di occultamento ogni comportamento che impedisca ai legittimati di effettuare la dichiarazione all'ufficiale di stato civile (Fiandaca- Musco, 349; in tal senso la S.C., che ha affermato come la condotta di occultamento consista nel nascondere per un apprezzabile periodo di tempo il neonato a tutti i soggetti legittimati a denunciarne la nascita all'ufficiale di stato civile e si protragga fino alla dichiarazione tardiva o alla formazione di ufficio dell'atto di nascita, Cass. VI, n. 26097/2013). La “soppressione dello stato civile”, quale “evento” del reato, consiste nella privazione dello status determinata dalla mancata iscrizione del neonato nei registri e non già dalla dichiarazione difforme dalla procreazione naturale (eventualmente integrante il delitto di alterazione di stato, Fiandaca-Musco, 350). Elemento soggettivoSupposizione di stato (art. 566, comma 1) È un reato a dolo generico, il soggetto deve essere consapevole della inesistenza della nascita e voler egualmente farla figurare nei registri dello stato civile (Fiandaca-Musco, 348). Si ritiene ammissibile il “dolo eventuale” (Spena, 149). Soppressione di stato (art. 566, comma 2) Il delitto è punito a titolo di dolo, nella forma del dolo è generico, ed ha ad oggetto la coscienza e volontà di non attribuire uno stato civile al neonato (detto altrimenti, di sopprimere lo stato civile del neonato omettendo di denunciarne la nascita, Dolcini-Gatta, 2702). Consumazione e tentativoConsumazione Il reato è istantaneo; si consuma nel momento in cui la nascita inesistente viene fatta figurare nel registro dello stato civile (Fiandaca-Musco, 348; nel caso di falso ideologico, alla registrazione della falsa dichiarazione; nel caso di falso materiale, nel momento in cui avviene la manipolazione del registro, Spena, 149) L'individuazione del momento consumativo è controversa. Lo si è individuato nel momento in cui il neonato cessi di essere tale (cioè al compimento delle quattro settimane di vita), senza aver ottenuto il formale riconoscimento di uno stato civile (Spena, 159) ovvero all'esito dei dieci giorni previsti per l'obbligo di denuncia della nascita (Dolcini-Gatta, 2701) La possibile registrazione della nascita in ogni tempo, ha indotto taluni in sede interpretativa ad individuare il momento consumativo nel momento della morte del soggetto passivo. In senso critico si è osservato come una tale interpretazione determinerebbe la trasformazione del reato da “istantaneo” in “permanente” (sul punto, Fiandaca-Musco, 350). Tentativo Il tentativo è ammissibile e si verifica in tutti i casi in cui il soggetto abbia commesso atti univocamente diretti a far figurare una nascita inesistente nei registri dello stato civile e questo evento non si sia verificato per ragioni indipendenti dalla volontà del colpevole (come l'“oculatezza” dell'ufficiale di stato civile, Fiandaca-Musco, 348). Discussa è la questione dell'ammissibilità del tentativo, in ragione della qualificabilità della fattispecie quale “reato di pericolo” (in quanto la consumazione coincide con la messa in pericolo dell' “interesse al godimento dello status”, Dolcini-Gatta, 2702). Rapporti con altri reatiCon riguardo all'ipotesi delittuosa della supposizione di stato, si è escluso che per il fatto stesso della supposizione il soggetto debba anche rispondere dei reati di cui al capo III del titolo VII, posto che la falsità ideologica o materiale è l'unico mezzo con il quale si può far figurare una nascita inesistente (Spena, 150). CasisticaIl reato di soppressione di stato consiste nell'impedire al neonato l'acquisto dello stato civile che gli spetta, senza attribuirgliene uno diverso, e si consuma facendo in modo che egli non risulti nato, così da trovarsi in vita senza che sia dato conoscere a quale famiglia appartenga (così Cass. VI, n. 16040/1978; nel caso oggetto della decisione era stata occultata la nascita di un bambino per sottrarsi alle conseguenze di una relazione adulterina). Profili processualiIl reato è di competenza del Tribunale monocratico, la procedibilità è d'ufficio, l'arresto è facoltativo in flagranza; sono consentite: il fermo, la custodia cautelare, altre misure cautelari. La Corte cost,, con sentenza 23 gennaio 2013, n. 7, ha stabilito l’illegittimità costituzionale dell’art. 569 nella parte in cui stabilisce che, in caso di condanna pronunciata contro il genitore per il delitto di soppressione di stato, previsto dall'art. 566, comma 2, del codice penale, consegua di diritto la perdita della potestà genitoriale precludendo al giudice la possibilità di valutazione dell'interesse del minore nel caso concreto. BibliografiaBricola, voce Delitti contro lo stato di famiglia, in Enc. dir., XII, 1964; Del tufo, Delitti contro la famiglia, in Pulitanò, Diritto penale, Parte speciale, I, Tutela penale della persona, Torino, 2014, p. 425 ss.; Fiandaca-Musco, Diritto penale, parte speciale, II, Bologna, 2013; Dolcini-Gatta, Art. 556, in Codice penale commentato, a cura di Dolcini, Gatta, II, Artt. 314-592, Milano, 2015; Larizza, Autorizzazione di stato; illegittima l'applicazione automatica della decadenza della potestà dei genitori, in Dir. pen. proc., 2012, 597; Magri, voce Stato di famiglia (delitti contro lo), in Dig. d. pen., XIII, 1997; Manes, La Corte costituzionale ribadisce l'irragionevolezza dell'art. 569 cp ed aggiorna la “dottrina” del “parametro interposto” (art. 117, comma primo, Cost., in Dir. pen. contemp., 2013, 2, 198 ss.; Spena, Reati contro la famiglia, in Trattato di diritto penale, diretto da Grosso, Padovani, Pagliaro, Parte speciale, XIII, Milano, 2012. |