Codice Penale art. 567 - Alterazione di stato.Alterazione di stato. [I]. Chiunque, mediante la sostituzione di un neonato [239 c.c.], ne altera lo stato civile è punito con la reclusione da tre a dieci anni. [II]. Si applica la reclusione da cinque a quindici anni a chiunque, nella formazione di un atto di nascita, altera lo stato civile di un neonato, mediante false certificazioni, false attestazioni o altre falsità [569]1. competenza: Trib. monocratico (udienza prelim.) (primo comma); Trib. collegiale (secondo comma) arresto: facoltativo fermo: consentito custodia cautelare in carcere: consentita altre misure cautelari personali: consentite procedibilità: d'ufficio [1] La Corte cost., con sentenza n. 236 del 10 novembre 2016, ha dichiarato l'illegittimità del presente comma, nella parte in cui prevede la pena edittale della reclusione da un minimo di cinque a un massimo di quindici anni, anziché la pena edittale della reclusione da un minimo di tre a un massimo di dieci anni. InquadramentoLa fattispecie descrive due diverse previsioni — l'alterazione di stato mediante “sostituzione” e l'alterazione di stato mediante “falsità” — che tutelano rispettivamente: l'interesse all'integrità dello status di filiazione (ovvero alla conservazione di quello risultante dai registri dello stati civile, Fiandaca-Musco, 351) e, quanto alla seconda, l'interesse alla verità della propria ascendenza, oltre alla fede pubblica, lesa dalle modalità di realizzazione della condotta prevista dalla fattispecie (Fiandaca-Musco, 351). SoggettiL'ipotesi di cui al primo comma, descrive un reato comune, il soggetto attivo infatti può essere “chiunque”. Soggetto passivo è il neonato, che subisce la sostituzione e la conseguente alterazione di stato (Spena, 165). La previsione di cui al secondo comma, riguardante l'alterazione di stato mediante falsità, descrive invece un reato proprio, in quanto il soggetto attivo può essere solo una delle persone legittimate a rendere le dichiarazioni previste (del Tufo, 439). Soggetto passivo, oltre il neonato, è anche lo Stato, titolare dell'interesse alla veridicità dei registri dello stato civile (Spena, 171). MaterialitàAlterazione di stato mediante sostituzione (comma 1) La fattispecie richiede la sostituzione materiale di due neonati che risultino già iscritti nei registri dello stato civile: l'iscrizione nei registri dello stato civile rappresenta pertanto il “presupposto” del reato (qualora lo scambio di neonati avvenisse prima di procedere alla dichiarazione di nascita, il fatto rientrerebbe nella fattispecie descritta al comma 2, Dolcini-Gatta, 2705; si tratta tuttavia di un profilo controverso, si v. Fiandaca-Musco, 351). Alterazione di stato mediante falsità (comma 2) La condotta consiste nell'alterare lo stato civile del neonato, attribuendogli uno stato civile diverso da quello che gli è proprio, al momento della formazione dell'atto di nascita, attraverso il mendacio (del Tufo, 439; Cass. VI, n. 13751/2021). La falsità ideologiche che vengono commesse nell'attuazione della condotta (e che rimangono in essa assorbite, rappresentando il mezzo di realizzazione del reato, Fiandaca-Musco, 352), consistono in dichiarazioni mendaci concernenti le certificazioni — dichiarazioni rese dall'ostetrica e dal medico che hanno assistito al parto — le attestazioni, cioè le dichiarazioni rese all'ufficiale di stato civile dai soggetti legittimati, e, con formula residuale, le altre falsità (del Tufo, 439; in sede di legittimità si è precisato come il reato sia integrato solo da dichiarazioni rese al momento della formazione dell'atto di nascita, non da quelle successive, Cass. VI, n. 35806/2008). Nei casi di padre naturale che dichiari come proprio il figlio avuto con una donna sposata (che non intende essere nominata), in sede di legittimità è stata affermata l'integrazione della fattispecie per il solo caso in cui si sia attribuito al neonato uno stato che non corrisponda a quello della effettiva discendenza (specificando altresì come le falsità rilevanti ex art. 567 cpv, siano quelle che attendono al rapporto di procreazione, non quelle attinenti allo stato civile dei genitori, che rilevano invece exartt. 483 e 495, comma 2, n. 1: Cass. S.U ., n. 4/1960; Cass. VI, n. 6318/1994). Elemento psicologicoDolo Il reato è punito a titolo di dolo, nella forma del dolo generico per entrambe le previsioni; esso consiste nella coscienza e volontà di attribuire al neonato uno stato civile diverso da quello che gli spetterebbe per legge o attraverso la materiale sostituzione del neonato ovvero mediante la falsità nell'atto di nascita (Fiandaca-Musco, 356, che osservano come, qualora si aderisca ad una lettura dell'ipotesi di cui al primo comma quale “reato di pericolo”, l'anticipazione della tutela trasformi la fattispecie in reato “a dolo specifico”). In particolare, quanto alla previsione di cui al secondo comma, la S.C. ha affermato come il dolo generico consista nella contemporanea presenza nell'agente della consapevolezza della falsità della dichiarazione, della volontà di effettuarla e della previsione dell'evento di attribuire al neonato uno stato civile diverso da quello che gli spetterebbe secondo natura (Cass. VI, n. 17627/2003). La prevalente dottrina ammette la rilevanza scusante, ex art. 47, ultimo comma, dell'errore sulle norme penali disciplinanti lo status (Fiandaca-Musco, 357). La giurisprudenza è invece contraria (Cass. VI, n. 3480/1983; Cass. VI, n. 4520/1974). In materia di “fecondazione artificiale” in caso di scambio di embrioni prima della gravidanza, la giurisprudenza ritiene che di fronte ad una fecondazione eterologa da errore (la madre porta in sé un embrione né suo né del marito), deve considerarsi madre colei che porta avanti una gravidanza e partorisce. Non è pertanto penalmente rilevante la dichiarazione all'ufficiale di stato civile relativa alla nascita del figlio, anche se lo stesso non ha i connotati genetici dei genitori (Dolcini-Gatta, 2705). Fecondazione assistita La possibilità di integrazione della fattispecie può porsi solo nel caso di fecondazione eterologa (non pertanto di quella omologa), oggetto della l. n. 40/2004, che ne stabiliva il divieto, attualmente rimosso dalla Corte costituzionale (n. 162 del 10 giugno 2014) che ne ha sancito l'illegittimità. È ammessa dunque nel nostro ordinamento la fecondazione eterologa — che utilizza gameti di terze persona e prevede l'impianto dell'embrione nella donna che partorisce e dichiara la nascita all'ufficiale di stato civile — mentre permane il divieto per la c.d. surrogazione di maternità (o utero in affitto), in cui una donna si resta a portare avanti un gravidanza e partorire un figlio per un'altra donna (art. 12, comma 6, l. n. 40/2004). Il reato di alterazione di stato potrebbe configurarsi in caso di denunce contenenti falsità circa le reali figure biologiche dei genitori (Dolcini-Gatta, 2708). Nel caso di c.d. utero in affitto in Italia, si ritiene configurabile il reato, sia nel caso di denuncia come figlio legittimo, sia nel caso in cui il neonato venga denunziato come figlio della madre biologica che ha offerto l'ovulo fecondato, ma non ha portato a termine la gravidanza (Dolcini-Gatta, 2708). L'ammissibilità della surrogazione di maternità all'estero (Dolcini-Gatta, 567), ha indotto la giurisprudenza a decisioni di merito diverse, talune assolutorie, la più parte delle quali fondate sul principio secondo il quale il reato non sia configurabile nel caso in cui l'atto d nascita sia stato validamente formato nel rispetto della legge dove il bambino è nato (Trib. Milano, 15 ottobre 2013, in penalecontemporaneo.it), ovvero sull'effetto di mera pubblicità della trascrizione dell'atto di nascita (Trib. Milano, 8 aprile 2014, in penalecontemporaneo.it). In sede di legittimità, si registrano decisioni di segno diverso; mentre in una pronuncia si è affermato come l'atto di nascita, pur valido nel Paese dove è stato formato, costituisce nel nostro ordinamento un atto invalido, in quanto contrario all'ordine pubblico (Cass. civ. I, n. 24001/2014); in altra decisione la S.C. ha escluso l’integrazione del delitto di cui all’art. 567, comma 2, nel caso di dichiarazioni di nascita effettuate ai sensi dell’art. 15 del d.P.R. n. 396/ 2000 in ordine a cittadini italiani nati all’estero e rese all’autorità consolare secondo le norme stabilite dalla legge del luogo (Cass. V, n. 13525/ 2016). Consumazione e tentativoIl momento consumativo coincide per la prima ipotesi, con la realizzazione della condotta di scambio, per la seconda, con la formazione dell'atto viziato (del Tufo, 440). È configurabile il tentativo prima del perfezionamento della redazione dell'atto di nascita ove venga scoperta la falsità (Dolcini-Gatta, 2707). CircostanzeLa S.C. ha affermato come l'intenzione di favorire il neonato mediante l'attribuzione di un genitore diverso da quello naturale, possa essere valutata per l'eventuale concessione dell'attenuante di cui all'art. 62, n. 1 (Cass, VI, n. 51662/2014; in senso contrario Cass. VI, n. 27746/ 2018, che ha escluso la configurabilità dell'attenuante con riferimento alla condotta di due genitori, stranieri regolarmente soggiornanti in Italia, che avevano fatto falsamente figurare il loro figlio naturale come partorito da una cittadina italiana, al fine di fargli acquisire la cittadinanza, osservando come i motivi di cui all’art. 62, n. 1 siano solo quelli sul cui intendimento come tali si registri un generale consenso sociale). Rapporti con altri reatiLa previsione di cui al secondo comma dell'art. 567 può essere qualificato come “reato complesso”, in quanto comprensivo del delitto di cui all'art. 495, “falso ideologico” documentale (Fiandaca-Musco, 352). In giurisprudenza si è affermato come la differenza vada ravvisata nel fatto che mentre nella previsione di cui all'art. 495 si punisce solo l'“immutatio veri”, nella previsione di cui all'art. 567, comma 2, l'immutazione del vero è punita in quanto da essa derivi la perdita del vero stato civile del neonato (Cass. VI, n. 17627/2003). Le due fattispecie hanno pertanto in comune l'elemento del falso ideologico documentale, ma l'art. 495 si configura solo nel caso in cui la falsità nelle dichiarazioni di identità non incida sul rapporto di procreazione e non cagioni l'alterazione dello status di neonato (Cass. VI, n. 47136/2014). La giurisprudenza ha riconosciuto il delitto di alterazione di stato quando all'atto di nascita vengono attribuiti al neonato genitori diversi da quelli che lo hanno generato (Cass. VI, n. 4453/2004). La S.C. ha altresì precisato come il reato “alterazione di stato” si commetta nella formazione dell'atto di nascita; nel caso in cui invece l'atto di nascita sia già formato, le false dichiarazioni potrebbero rientrare nella previsione dell'art. 495, comma 2, n. 1 (Cass. VI, n. 35806/2008; Cass. VI, n. 13751/ 2021). Quanto al rapporto con il delitto di riduzione in schiavitù, in sede di legittimità si è affermato come la cessioni “uti filius” di un neonato ad una coppia di coniugi non integri il delitto di cui all'art. 600, ma quello di cui all'art. 567, comma 2, in quanto la prima fattispecie è connotata dalla finalità di sfruttamento dell'uomo sull'uomo, elemento che non ricorre nell'ipotesi in cui i soggetti attivi si propongano di inserire, sia pure contra legem, il neonato compravenduto in una famiglia che non è quella naturale (Cass. V, n. 32986/ 2008; Cass. V, n. 1797/2015). Configura il reato di “alterazione di stato” e non quello previsto dall'art. 71, l. n. 184/1983 la condotta di chi riceve un minore “uti filius” attraverso il falso riconoscimento della paternità naturale, sia pure verso il pagamento di una somma di denaro o di altra utilità, in quanto tale ultima condotta delittuosa sanziona la condotta di cedere in affidamento il minore e non invece quello di riceverlo, laddove la previsione di cui al comma 5 dell'art. 71 della predetta legge, che estende la sanzione a chi riceve il minore in illecito affidamento con carattere dei definitività, riguarda l'attività di fatto preordinata ad una futura adozione (Cass. VI, n. 40610/2012). CasisticaNon è ravvisabile il delitto di alterazione di stato ex art. 567 comma 2, nella condotta di coniugi che abbiano richiesto la trascrizione in Italia dell’atto di nascita del proprio minore, nato in Ucraina a seguito di tecniche di maternità surrogata, esibendo in ambasciata il certificato redatto dalla autorità ucraina che li indicava come genitori, a seguito dell’autorizzazione della madre naturale e della “informazione di relazione genetica” (Cass. V, n. 13525/ 2016). In caso di fecondazione eterologa e surrogazione di maternità all'estero (c.d. utero in affitto) non si configura il delitto di alterazione di stato previsto dall'art. 567 comma 2 qualora il neonato sia dichiarato figlio dell'uomo e della donna per conto dei quali è stata portata avanti la gravidanza, se l'atto di nascita è stato formato validamente nel paese dove il bambino è nato e all'esito di una procreazione medicalmente assistita conforme alla lex loci (nel caso di specie gli imputati hanno fatto ricorso in Ucraina alla fecondazione assistita con donazione di ovocita e alla maternità surrogata e sono poi rientrati in Italia con una coppia di gemelli nati a Kiev; Trib. Varese, 8 ottobre 2014; del Tufo, 441; Dolcini-Gatta, 2710; si v. Cass.VI, n. 48696/2016). Ai fini dell'integrazione del delitto di all'art. 567 comma 2 è necessaria un'attività materiale di alterazione di stato che costituisca un quid pluris rispetto alla mera falsa dichiarazione, e si caratterizzi per l'idoneità a creare una falsa attestazione, con attribuzione al figlio di una diversa discendenza, in conseguenza dell'indicazione di un genitore diverso da quello naturale (In applicazione di tale principio la S.C. ha escluso che la condotta di una madre che si era limitata ad omettere l'indicazione del suo stato matrimoniale all'atto della dichiarazione della nascita del figlio potesse configurare il reato di alterazione di stato, dovendosi ravvisare invece la fattispecie di cui all'art. 495, in quanto la dichiarazione pur se non veritiera, non era idonea ad eliminare il rapporto di filiazione effettivamente sussistente tra detto minore ed il marito, in forza di quanto stabilito dall'art. 232, comma 2, c.c., Cass. VI, n. 47136/2014). Profili processualiIl reato è procedibile d'ufficio; la competenza è: del Tribunale monocratico (udienza preliminare) per l'ipotesi di cui al comma 1; del Tribunale collegiale per l'ipotesi di cui al comma 2. L'arresto è facoltativo; il fermo, la custodia cautelare in carcere, altre misure cautelari personali sono consentite. La sentenza irrevocabile del giudice civile che abbia deciso una questione sullo stato di famiglia o di cittadinanza ha efficacia di giudicato ex art. 3, comma 4, c.p.p. La sentenza del giudice civile sul rapporto di paternità naturale esplica i suoi effetti vincolanti nel procedimento penale; pertanto il processo per il delitto di alterazione di stato può essere sospeso in relazione alla controversia civile sulla questione di stato come pregiudiziale alla pronuncia penale (Cass. VI, n. 33326/2007). È costituzionalmente illegittimo per violazione del principio di ragionevolezza, l'art. 569 nella parte in cui stabilisce che, in caso di condanna pronunciata contro il genitore per il delitto di alterazione di stato, previsto dall'art. 567 comma 2, consegua di diritto la perdita della potestà genitoriale, così precludendo al giudice ogni possibilità di valutazione dell'interesse del minore nel caso concreto (Corte cost., n. 31/2012). La Corte costituzionale ha dichiarato illegittimo (Corte cost. 10 novembre 2016, n. 236), per contrasto con gli artt. 3 e 27 della Cost. il quadro edittale (reclusione da 5 a 15 anni) previsto dall’art. 567, comma 2, sulla base dell’irragionevolezza del trattamento sanzionatorio alla luce della funzione rieducativa della pena e dell’esigenza di proporzionalità del sacrificio dei diritti fondamentali cagionata dalla pena rispetto all’importanza del fine perseguito attraverso l’incriminazione . Il quadro edittale del capoverso dell’art. 567 deve pertanto essere sostituito con quello più mite previsto dal primo comma dell’art. 567 (la questione era stata sollevata nell’ambito di un procedimento penale nel quale si procedeva a carico di due imputati accusati di aver alterato lo stato civile di una neonata, dichiarando falsamente nell’atto di nascita che la piccola era nata dall’unione naturale dei dichiaranti sulla decisione, si v. commento di F.Viganò, Un’importante pronuncia della Consulta sulla proporzionalità della pena, nota a Corte Cost. sent. 10 novembre 2016, n. 236, in penalecontemporaneo.it.) BibliografiaBricola, voce Delitti contro lo stato di famiglia, in Enc. dir., XII, 1964; Del tufo, Delitti contro la famiglia, in Pulitanò, Diritto penale, Parte speciale, I, Tutela penale della persona, Torino, 2014, p. 439 ss.; Fiandaca-Musco, Diritto penale, parte speciale, II, Bologna, 2013; Dolcini-Gatta, Art. 567, in Codice penale commentato, a cura di Dolcini, Gatta, II, Artt. 314-592, Milano, 2015; Larizza, Alterazione di stato: illegittima l'applicazione automatica della decadenza della potestà dei genitori, in Dir. pen. proc., 2012, 597; Magri, voce Stato di famiglia (delitti contro lo), in Dig. disc. pen., XIII, 1997; Manes, La Corte costituzionale ribadisce l'irragionevolezza dell'art. 569 cp ed aggiorna la “dottrina” del “parametro interposto” (art. 117, comma primo, Cost)., in Dir. pen. contemp., 2013, 2, 198 ss.; Pulitanò, Surrogazione di maternità all’estero. Problemi penalistici, in Cass.pen., 2017, 1358 ; Spena, Reati contro la famiglia, in Trattato di diritto penale, diretto da Grosso, Padovani, Pagliaro, Parte speciale, vol. XIII, Milano, 2012; Trinchera, Alterazione di stato e maternità surrogata all'estero: una pronuncia assolutoria del Tribunale di Milano, nota a Trib. Milano, sez. V pen., 15 ottobre 2013 (dep. 13 gennaio 2014), est. Cernuto, in penalecontemporaneo.it, 21 febbraio 2014; Vallini, La schiava di Abramo, il giudizio di Salomone e una clinica di Kiev: contorni sociali, penali e geografici della gestazione per altri, in Dir.pen. proc., 2017, 896. |