Codice Civile art. 113 - Matrimonio celebrato davanti a un apparente ufficiale dello stato civile.Matrimonio celebrato davanti a un apparente ufficiale dello stato civile. [I]. Si considera celebrato davanti all'ufficiale dello stato civile il matrimonio che sia stato celebrato dinanzi a persona la quale, senza avere la qualità di ufficiale dello stato civile, ne esercitava pubblicamente le funzioni, a meno che entrambi gli sposi, al momento della celebrazione, abbiano saputo che la detta persona non aveva tale qualità [534, 1153, 1189, 1415; 116 2 trans.]. InquadramentoUna delle più importanti declinazioni del principio di ordine pubblico è la tutela dell'affidamento. Questo principio trova la sua ratio nell'esigenza di tutela del soggetto nel quale viene ingenerata una convinzione circa la sussistenza di una concreta fattispecie giuridicamente rilevante che, poi, invece, non corrisponde a realtà effettiva. L'operatività del principio in oggetto è tuttavia assoggettata a due elementi coessenziali: un elemento oggettivo è rappresentato dalla presenza di elementi idonei ad ingenerare l'affidamento; un elemento soggettivo è che l'errore sia incolpevole ed in buona fede. Ciò implica che sono escluse all'area di tutela dell'affidamento tutte quelle fattispecie in cui in cui il terzo abbia agito dolosamente o avrebbe potuto conoscere la difformità tra realtà di fatto e realtà di diritto utilizzando l'ordinaria diligenza. Il codice civile contiene alcune ipotesi ex lege di tutela dell'affidamento incolpevole. Tra di queste si segnala quella qui in esame, ossia l'art. 113, che prevede la validità del matrimonio celebrato da un apparente ufficiale dello stato civile a meno che entrambi gli sposi non fossero consapevoli della situazione reale al momento della celebrazione. Matrimonio davanti all'ufficiale apparenteL'apparenza del diritto si verifica quando un soggetto è stato indotto incolpevolmente in errore circa una situazione di fatto/diritto sulla base di elementi idonei ad ingenerare una convinzione su tale situazione, diversa da quella reale. In tali casi, in forza del principio dell'apparentia iuris, la situazione di fatto percepita dal terzo, pur non corrispondendo a quella di diritto, viene dall'ordinamento considerata tale, con conseguente prodursi dei medesimi effetti giuridici che a quella situazione la legge ricollega. Si tratta evidentemente di un principio estremamente complesso dal punto di vista teorico, posto che esso vale a rendere efficace una situazione inesistente, legittimando l'applicazione di una regula iuris contrastante con la realtà di fatto che la stessa regola presuppone. Per queste ragioni, questo istituto salvifico non opera in presenza di un affidamento rimproverabile: l'art. 113 esprime in modo fedele questi principi generali. Infatti, il matrimonio celebrato davanti all'Ufficiale che appare tale è valido; tuttavia, se i coniugi erano a conoscenza del fatto che il celebrante non fosse ufficiale o tale circostanza hanno ignorato per colpa, l'apparenza non interverrà a favore dei nubendi e il loro matrimonio sarà come non celebrato. La Relazione del Ministro Guardasigilli al Codice Civile del 1942 osserva che, ai fini dell'art. 113, possono verificarsi tre ipotesi; quella, in cui manchi del tutto l'investitura da parte della pubblica autorità; l'altra, in cui l'investitura sia giuridicamente nulla; la terza, in cui l'investitura sia viziata. Evidentemente, quest'ultima ipotesi non deve essere prevista dalla legge, perché, secondo i principi generali, tutti gli atti compiuti dal pubblico ufficiale che abbia ottenuto l'investitura, sia pure viziata, sono sempre validi. La disposizione di questo articolo deve quindi riferirsi solo alle due ipotesi, nelle quali gli atti compiuti dall'ufficiale apparente sarebbero nulli. Aggiunge la relazione citata che la disposizione ex art. 113 “intende derogare ai principi generali per tutelare il vincolo matrimoniale, che ha un rilevante interesse sociale. Peraltro, nello stabilire la validità dell'atto compiuto, la norma pone come condizione la buona fede degli sposi”. Al lume delle considerazioni sin qui riportate, la condizione di apparenza tutelata dall'art. 113 riguarda esclusivamente il caso in cui l'investitura dell'ufficiale di Stato Civile manchi del tutto o sia viziata geneticamente: pertanto, irrilevanti sono, ai fini della validità del matrimonio, gli eventuali vizi di competenza. Nella relazione al codice civile, vengono addotti, come esempi, la nullità della elezione del Sindaco oppure la invalidità della delega da questi rilasciato (v. art. 2 d.P.R. n. 396/2000). BibliografiaBenedetti, Il procedimento di formazione del matrimonio e le prove della celebrazione, in Trattato di diritto di famiglia, diretto da Paolo Zatti, I, Milano, 2011; Cian, Trabucchi (a cura di), Commentario breve al codice civile, Padova, 2011; Lipari, Del matrimonio celebrato davanti all'ufficiale dello stato civile in Comm. Dif., II, Padova, 1992; Perlingieri, Manuale di Diritto Civile, Napoli, 2005; Sesta ( a cura di), Codice della famiglia, Milano, 2015; Spallarossa, Le condizioni per contrarre matrimonio, in Trattato di diritto di famiglia, diretto da Paolo Zatti, I, Milano, 2011. |