Codice Civile art. 345 - Denunzie al giudice tutelare.

Giusi Ianni

Denunzie al giudice tutelare.

[I]. L'ufficiale dello stato civile, che riceve la dichiarazione di morte di una persona la quale ha lasciato figli in età minore ovvero la dichiarazione di nascita di un figlio di genitori ignoti, e il notaio, che procede alla pubblicazione di un testamento contenente la designazione di un tutore o di un protutore [620], devono darne notizia al giudice tutelare entro dieci giorni.

[II]. Il cancelliere, entro quindici giorni dalla pubblicazione o dal deposito in cancelleria, deve dare notizia al giudice tutelare delle decisioni dalle quali derivi l'apertura di una tutela.

[III]. I parenti entro il terzo grado [76] devono denunziare al giudice tutelare il fatto da cui deriva l'apertura della tutela entro dieci giorni da quello in cui ne hanno avuto notizia. La denunzia deve essere fatta anche dalla persona designata quale tutore o protutore entro dieci giorni da quello in cui ha avuto notizia della designazione.

Inquadramento

La norma stabilisce un obbligo di denuncia in capo a quei soggetti che, per il loro ufficio o per determinate circostanze o qualità personali, abbiano notizia di fatti che comportino l'apertura della tutela.

L'obbligo di denuncia

La norma, nei suoi tre commi individua tre categorie di soggetti che possono venire a conoscenza dei presupposti per l'apertura della tutela, obbligandoli alla denuncia al giudice tutelare. La prima di queste categorie riguarda i soggetti che nell'esercizio delle loro funzioni apprendano l'esistenza di simili presupposti, vale a dire, l'ufficiale dello stato civile che riceva la dichiarazione di morte di una persona la quale ha lasciato figli in età minore ovvero la dichiarazione di nascita di un figlio di genitori ignoti e il notaio che proceda alla pubblicazione di un testamento contenente la designazione di un tutore o di un protutore. La seconda categoria riguarda i cancellieri degli uffici giudiziari, che si trovino a pubblicare provvedimenti che comportino la necessità di apertura di una tutela. La terza categoria riguarda, infine, i parenti entro il terzo grado del minore che venga a trovarsi privo dell'assistenza dei genitori nonché i soggetti designati quali tutori o protutori (ad esempio, per testamento). La norma, pur configurando specifici obblighi e termini di denuncia in capo ai soggetti menzionati, non configura sanzioni per la mancata ottemperanza agli obblighi medesimi. Ciò non presenta profili problematici rispetto ai pubblici ufficiali, in relazione ai quali potranno trovare applicazione le norme del codice penale sulla violazione dei doveri del loro ufficio (ad esempio, il reato di cui all'art. 328 c.p.). Non sono, invece, profilabili sanzioni a carico dei privati onerati della denuncia (il codice previgente sanciva, invece, la responsabilità del tutore legittimo o testamentario nonché dei membri del consiglio di famiglia che avessero omesso la denuncia in oggetto).

Bibliografia

Cividali, La tutela. un istituto da rinnovare e adeguare a nuove realtà, in Dir. famiglia, fasc.2, 2003, 453; Jannuzzi, Manuale della volontaria giurisdizione, Milano, 2004, 259 e ss.; Veronesi, Titolo del Libro: L'intervento del giudice nell'esercizio della potestà dei genitori, Milano, 2008, 178 e ss.

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