Codice Civile art. 664 - Adempimento del legato di genere.

Mauro Di Marzio

Adempimento del legato di genere.

[I]. Nel legato di cosa determinata soltanto nel genere [653], la scelta, quando dal testatore non è affidata al legatario o a un terzo, spetta all'onerato. Questi è obbligato a dar cose di qualità non inferiore alla media [1178]; ma se nel patrimonio ereditario vi è una sola delle cose appartenenti al genere indicato, l'onerato non ha facoltà né può essere obbligato a prestarne un'altra, salvo espressa disposizione contraria del testatore.

[II]. Se la scelta è lasciata dal testatore al legatario o a un terzo, questi devono scegliere una cosa di media qualità; ma se cose del genere indicato si trovano nella eredità, il legatario può scegliere la migliore.

[III]. Se il terzo non può o non vuole fare la scelta, questa è fatta a norma del terzo comma dell'articolo 631 [666].

Inquadramento

Si è visto nel commento all'art. 653, che il legato di genere attribuisce un diritto di credito, ed è soltanto con la specificazione che il diritto di proprietà si trasmette al legatario. I criteri che debbono presiedere alla scelta del bene spettante al legatario nell'ipotesi in cui il testatore abbia disposto un legato di cosa determinata soltanto nel genere sono dettati dalla norma in esame, la quale fissa le regole in ordine alla spettanza della scelta e alla qualità della cosa.

Nel legato di cosa determinata soltanto nel genere, la scelta delle cose necessarie per l'adempimento compete all'onerato, salvo che il testatore l'abbia demandata al legatario o ad un terzo.

In assenza di indicazioni contenute nel testamento, il parametro di valutazione della qualità del bene appare variabile a seconda che la scelta competa all'onerato o sia affidata al legatario o ad un terzo. Qualora la scelta spetti all'onerato, l'adempimento si perfeziona mediante la consegna di cose di qualità «non inferiore alla media» (cfr. art. 1178, riguardante le obbligazioni generiche), che potrà, dunque, attesa tale locuzione, essere superiore alla media o, addirittura, essere la migliore (Masi, in Comm. S. B., 1979, 117).

La «qualità media» deve essere determinata in relazione al genere cui deve essere fatto riferimento per stabilire il bene da prestare. Se nel patrimonio ereditario vi sia una sola delle cose appartenenti al genere indicato, l'onerato non ha facoltà né può essere obbligato a prestarne un'altra, salvo espressa disposizione contraria del testatore. In tal caso, venendo meno la facoltà di scelta, il legato si trasforma da legato di genere in legato di specie, dovendo l'onerato prestare quella cosa e il legatario, se non rinunzi al legato, riceverla, «quale che sia la sua qualità rispetto alla media» (Masi, in Comm. S. B., 1979, 117).

Qualora la scelta venga affidata al legatario o ad un terzo, costoro devono scegliere una cosa di «media qualità»; ma se cose del genere indicato si trovano nell'eredità, il legatario può scegliere la migliore. Secondo alcuni, la facoltà di scegliere la migliore tra le cose esistenti nel patrimonio competerebbe anche al terzo. Altri hanno replicato che in senso contrario umidità non soltanto la lettera della norma, anche la sua ratio, dal momento che il terzo, nella sua qualità di arbitro, deve decidere sempre con la maggiore equità (Azzariti, 546).

Se oggetto del legato siano beni immobili, è da ritenere che l'atto di scelta debba soddisfare i requisiti formali prescritti in materia.

L'u.c. della disposizione concerne il caso in cui il terzo non possa o non voglia fare la scelta. Nell'ipotesi trova applicazione l'art. 631, al cui commento si rinvia. La norma non prende invece posizione sull'eventualità che siano l'onerato o il legatario a non volere o potere operare la scelta. Secondo la dottrina, qualora sia l'onerato a non potere o non voler fare la scelta trova parimenti applicazione il comma 3 dell'art. 631. Nell'altra ipotesi occorre verificare se il comportamento dell'onorato non implichi rinuncia tacita al legato, e, altrimenti, si ritiene inapplicabile il citato art. 631, occorrendo applicare la disciplina della fissazione del termine per l'accettazione del legatario, ex art. 650 (Giordano Mondello, 762).

Bibliografia

Azzariti, Le successioni e le donazioni, Napoli, 1990; Bonilini, Il legato, in Trattato delle successioni e delle donazioni, II, Milano, 2010; Capozzi, Successioni e donazioni, II, Milano, 1982; Caramazza, Delle successioni testamentarie, in Comm. cod. civ., diretto da De Martino, Roma, 1982;Cicu, Il testamento, Milano 1969; Gangi, La successione testamentaria, II, Milano, 1964; Genghini e Carbone, Le successioni per causa di morte, II, Padova, 2012; Giordano Mondello, Legato (dir. civ.), in Enc. dir., XXIII, Milano 1973, 719; Lops, Il legato, Trattato breve delle successioni e donazioni, diretto da Rescigno e coordinato da Ieva, I, Padova, 2010; Pugliatti, Delle successioni, Comm. D'Amelio-Finzi, Firenze, 1941.

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