Codice Civile art. 1161 - Usucapione dei beni mobili.Usucapione dei beni mobili. [I]. In mancanza di titolo idoneo [1153], la proprietà dei beni mobili e gli altri diritti reali di godimento sui beni medesimi si acquistano in virtù del possesso continuato per dieci anni, qualora il possesso sia stato acquistato in buona fede [1147]. [II]. Se il possessore è di mala fede, l'usucapione si compie con il decorso di venti anni. InquadramentoL'usucapione di beni mobili acquista importanza solo qualora manchi il titolo o la buona fede, perché, altrimenti, in forza della regola delineata dal precedente art. 1153, l'acquisto della proprietà si verifica istantaneamente. Pertanto, quando manca un titolo idoneo ma non la buona fede, l'usucapione si compie in dieci anni, mentre ne occorrono venti nell'ipotesi in cui il possessore versi in una situazione di mala fede. In questa prospettiva, la norma in commento dispone, al comma 1, che, in mancanza di titolo idoneo, la proprietà dei beni mobili e gli altri diritti reali di godimento sui beni medesimi si acquistano in virtù del possesso continuato per dieci anni, qualora il possesso sia stato acquistato in buona fede, e, al comma 2, che, se il possessore è di mala fede, l'usucapione si compie con il decorso di venti anni. Dunque, l'acquisto dei beni mobili mediante possesso si realizza immediatamente, in virtù del principio “possesso vale titolo”, che si applica anche agli acquisti a non domino (art. 1153). La mancanza di un titolo idoneo, tuttavia, impedisce l'operatività di quel principio e fa sì che anche per i beni mobili debba compiersi un'usucapione decennale, sempre che il possesso sia stato conseguito in buona fede. Mancanza di un titolo idoneoIn ordine al primo requisito sopra delineato, la giurisprudenza ha affermato che, ai fini dell'usucapione abbreviata decennale di un titolo nominativo azionario, a favore del possessore di buona fede, la mancanza di un titolo idoneo, presupposto dall'art. 1161, ricorre quando il negozio di trasferimento manchi o sia radicalmente nullo, ma l'acquirente lo ritenga per qualsiasi ragione esistente (titolo putativo) (Cass. I, n. 2103/1982). Possesso di buona fedeRelativamente al secondo requisito, gli stessi giudici di legittimità hanno chiarito che, per la intima compenetrazione che sussiste tra esistenza formale del negozio traslativo e buona fede del possessore di un titolo di credito nominativo azionario, il possesso di buona fede, sia in ordine alla idoneità del negozio traslativo apparente a trasferire il diritto cartolare, sia relativamente ai requisiti formali che sono necessari ad legitimationem, onde, di regola, il titolo nominativo azionario deve essere inizialmente già posseduto con la doppia intestazione formale (sul titolo e sul registro dell'emittente) richiesta dall'art. 2022, comma 2 (Cass.. I, n. 2103/1982). In proposito, si è puntualizzato (Cass. II, n. 23853/2018) che l'accertamento dello stato di buona fede del possessore di un bene mobile deve ritenersi possibile e non è precluso allorché, esibita dal possessore nel giudizio di rivendica la scrittura di trasferimento in suo favore, il rivendicante disconosca la firma ivi apposta, e il possessore non chieda la verificazione del documento, poiché, dovendo lo stato di buona (o mala) fede accertarsi con riferimento ai due momenti dell'acquisto del possesso del titolo e dell'intestazione formale, il disconoscimento successivo, se importa che la scrittura non possa essere più utilizzata in giudizio come mezzo di prova del trasferimento del bene, non impedisce di tenerne conto per accertare lo stato di buona (o mala) fede nel momento in cui ebbe inizio la situazione possessoria, al fine di valutare la fondatezza dell'eccezione di usucapione abbreviata proposta dal possessore del bene. Nel caso in cui si deve giudicare, ai fini previsti dall'art. 1161 (acquisto per usucapione decennale), degli effetti del possesso esclusivo da parte di uno dei coeredi di beni ereditari comuni, l'elemento psicologico che deve caratterizzare la buona fede può avere ad oggetto non l'errore circa il titolo ereditario, la cui esistenza ed estensione non sia controversa, ma solo l'errore circa l'esistenza di un titolo che abbia posto fine alla comunione (cioè di un titolo putativo contrattuale) e, quando questo non sia identificabile nella sua portata oggettiva, e, quindi, nella sua rappresentazione nella coscienza del possessore, sulla sua base non è possibile configurare una buona fede del possessore dei mobili, che presuppone pur sempre la certezza soggettiva anche se determinata da errore (Cass. II, n. 80/1979). Beni usucapibiliIn generale, la dottrina opina che rientrino nel campo di applicazione della norma tutti i beni mobili non registrati, nonché i beni mobili soggetti a registrazione ma, di fatto, non registrati (tuttavia, Montel-Sertorio, 386, non condividono appieno l'operatività della norma rispetto alla seconda categoria di beni). Si segnala un orientamento secondo il quale sarebbero usucapibili, ai sensi della norma in esame, anche i beni mobili registrati, laddove non ricorrano le circostanze richieste dall'articolo seguente (Gentile, Il possesso, Torino, 1977, 80). Si aggiunge che le sentenze dichiarative dell'acquisto di questi beni devono essere trascritte ex art. 2689; in caso di mancata trascrizione, tuttavia, non si applica l'art. 2644, né l' art. 2650 (De Martino, in Comm. S.B. 1984, 90). In particolare, i magistrati di Piazza Cavour hanno chiarito che, qualora, all'atto dell'apertura di una successione per causa di morte, esista nel patrimonio del de cuius la titolarità di una quota di una società cooperativa edilizia, senza che l'appartamento sia stato ancora costruito, essa costituisce un bene mobile, come tale soggetto ad usucapione decennale da parte dell'erede, ai sensi dell'art. 1161, ove il possesso sia stato da quest'ultimo acquisito in buona fede (Cass. II, n. 1464/2008). BibliografiaBotta, Acquisto per usucapione e validità dell'atto di trasferimento dell'immobile, in Not. 2007, 6; Guerinoni, L'usucapione, in Trattato dei diritti reali, diretto da Gambaro e Morello, I, Milano, 2008; Montel-Sertorio, Usucapione, in Nss. D.I., XX, Torino, 1975; Natali, L'acquisto di servitù per usucapione, in Immob. & proprietà 2006, 212; Peratoner, Usucapione e trascrizione, in Giur. it. 2005, I; Ruperto, Usucapione (diritto vigente), in Enc. dir., XLV, Milano, 1992; Vitucci, Acquisto per usucapione e legittimazione a disporre, in Giust. civ. 2004, II. |