Codice Civile art. 1497 - Mancanza di qualità.

Francesco Agnino

Mancanza di qualità.

[I]. Quando la cosa venduta non ha le qualità promesse ovvero quelle essenziali per l'uso a cui è destinata, il compratore ha diritto di ottenere la risoluzione del contratto secondo le disposizioni generali sulla risoluzione per inadempimento [1453 ss.], purché il difetto di qualità ecceda i limiti di tolleranza stabiliti dagli usi.

[II]. Tuttavia il diritto di ottenere la risoluzione è soggetto alla decadenza e alla prescrizione stabilite dall'articolo 1495 [172 trans.].

Inquadramento

L'azione di cui all'art. 1497, rientrando in quella disciplinata in via generale dall'art. 1453, postula che l'inadempimento posto a base della domanda di risoluzione e/o di risarcimento del danno non solo sia imputabile a colpa dell'alienante, ma abbia non scarsa importanza, tenuto conto dell'interesse della parte non inadempiente.

Azioni esperibili da parte del compratore

In tema di compravendita la disciplina della garanzia per vizi si esaurisce nell'art. 1490 e ss., che pongono il venditore in una situazione non tanto di obbligazione, quanto di soggezione, esponendolo all'iniziativa del compratore, intesa alla modificazione del contratto o alla sua caducazione mediante l'esperimento, rispettivamente, dell'actio quanti minoris o dell'actio redibitoria (Cass. n. 6596/2016); ; ne consegue che il compratore non dispone — neppure a titolo di risarcimento del danno in forma specifica — di un'azione «di esatto adempimento» per ottenere dal venditore l'eliminazione dei vizi della cosa venduta, rimedio che gli compete soltanto in particolari ipotesi di legge (garanzia di buon funzionamento, vendita dei beni di consumo) o qualora il venditore si sia specificamente impegnato alla riparazione del bene (Cass. n. 19702/2012).

Tale interpretazione è in linea con il dato codicistico, che all'art. 1497, comma 1, scandisce icasticamente il diritto del compratore di ottenere la risoluzione del contratto secondo le disposizioni generali sulla risoluzione per inadempimento e, pertanto, con il postulato che se ne trae, per cui solo nella garanzia per vizi il venditore risponde anche se non è in colpa (Cass. n. 639/2000).

Differenze con il vizio redibitorio e l' aliud pro alio

Secondo i principi pacifici nella giurisprudenza di legittimità, in tema di compravendita il vizio redibitorio (art. 1490) e la mancanza di qualità promesse o essenziali (art. 1497) pur presupponendo entrambi l'appartenenza della cosa al genere pattuito, si differenziano in quanto il primo riguarda le imperfezioni ed i difetti inerenti al processo di produzione, fabbricazione, formazione e conservazione della cosa medesima, mentre la seconda è inerente alla natura della merce e concerne tutti quegli elementi essenziali e sostanziali che, nell'ambito del medesimo genere, influiscono sulla classificazione della cosa in una specie, piuttosto che in un'altra. Vizi redibitori e mancanza di qualità si distinguono, a loro volta, dall'ipotesi della consegna aliud pro alio, la quale ricorre quando la cosa venduta appartenga ad un genere del tutto diverso, o presenti difetti che le impediscono di assolvere alla sua funzione naturale o a quella concreta assunta come essenziale dalle parti (cd. inidoneità ad assolvere la funzione economico-sociale), facendola degradare in una sottospecie del tutto diversa da quella dedotta in contratto (Cass. n. 10285/2010).

Sulla scorta di tale presupposto si è precisato che le difformità della macchina rispetto all'omologazione rilasciata al prototipo è sussumibile nell'aliud pro alio ex art. 1497 c.c., cui consegue la risoluzione del contratto ma non la declaratoria di nullità del contratto ex art. 1418 c.c. (Cass. n. 24175/2022).

Bibliografia

Angelici, Consegna e proprietà nella vendita internazionale, Milano, 1979; Auricchio, La individuazione dei beni immobili, Napoli, 1960; Bocchini, La vendita con trasporto, Napoli, 1985; Cataudella, Nullità formali e nullità sostanziali nella normativa sul condono edilizio, in Quadrimestre 1986; De Cristofaro, Vendita (vendita di beni di consumo), in Enc. giur., Roma, 2004; De Nova, Inzitari, Tremonti, Visintini, Dalle res alle new properties, Roma, 1991; Luminoso, La compravendita, Torino, 2011; Mengoni, Profili di una revisione della teoria sulla garanzia per i vizi nella vendita, Studi in onore di De Gregorio, Città di Castello, 1955; Portale, Principio consensualistico e conferimento di beni in società, in Riv. soc. 1970; Rizzieri, La vendita obbligatoria, Milano, 2000; Russo, La responsabilità per inattuazione dell'effetto reale, Milano, 1965; Santini, Il commercio, Bologna, 1979.

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