Codice Civile art. 1717 - Sostituto del mandatario.Sostituto del mandatario. [I]. Il mandatario che, nell'esecuzione del mandato, sostituisce altri a se stesso, senza esservi autorizzato o senza che ciò sia necessario per la natura dell'incarico, risponde dell'operato della persona sostituita [1856 2]. [II]. Se il mandante aveva autorizzato la sostituzione senza indicare la persona, il mandatario risponde soltanto quando è in colpa nella scelta [1710]. [III]. Il mandatario risponde delle istruzioni che ha impartite al sostituto. [IV]. Il mandante può agire direttamente contro la persona sostituita dal mandatario. InquadramentoLe cautele che circondano la sostituzione del mandatario con altri dipendono dalla natura di contratto intuitus personae che qualifica il mandato. Quando la sostituzione è autorizzata, il mandatario deve usare la diligenza del buon padre di famiglia sia nella scelta del sostituto che nell'impartirgli le istruzioni. In ogni caso il mandante conserva, ad evitare che l'inerzia del sostituito possa pregiudicarlo, azione diretta verso il sostituto. Effetti della sostituzione non autorizzata dal mandanteIn caso di mandato con rappresentanza, senza espressa autorizzazione alla sostituzione, gli atti compiuti dal submandatario non producono effetti nella sfera giuridica del mandante originario, potendo questi sempre disconoscere l'attività del sostituto in quanto la procura conferita al mandatario è negozio unilaterale fondato sull'intuitu personae (Cass. n. 15412/2010). Scopo dell'art. 1717 è solo quello di regolare la responsabilità del mandatario per avere sostituito altri a sé stesso nell'esecuzione del mandato, senza esservi autorizzato e senza che ciò sia necessario per la natura dell'incarico; la disposizione in questione riguarda dunque soltanto i rapporti interni tra mandante e mandatario; per cui nel caso di sostituzione non autorizzata della persona del mandatario si stabilisce che questi «risponde dell'operato della persona sostituita». In altre parole l'art. 1717, attiene unicamente il rapporto interno tra mandante e mandatario ed è dettata solo in tema di rappresentanza indiretta, per cui essa non è applicabile ad ipotesi di mandato con rappresentanza e perciò a maggior ragione alla semplice procura ed alla rappresentanza diretta, attraverso cui si concede la facoltà di spendere il nome altrui e le cui norme disciplinano invece il rapporto esterno, tra mandatario e terzo contraente. Pertanto, si deve ritenere che la legittimazione del sostituto del mandatario o del procuratore a compiere atti efficaci nella sfera giuridica del dominus richiede necessariamente un'esplicita autorizzazione in tal senso da parte di quest'ultimo. La giurisprudenza ha precisato che il mandante, pur avendo un'azione di responsabilità verso il mandatario ex art. 1717, ha comunque i diritto di disconoscere l'attività del sub mandatario, né importa che l'attività del mandatario sia riferibile al mandante, il quale dunque può sempre disconoscerla (Cass. n. 5724/1990). L'amministratore del condominio opera in regime di rappresentanza volontaria dei partecipanti al condominio, e come tale è soggetto alla disciplina comune dell'art. 1703 c.c. e ss., applicabile a qualsivoglia mandatario, e a quella specifica dell'art. 1130 c.c., salvo i maggiori poteri che il regolamento di condominio o l'assemblea possono conferirgli ai sensi dell'art. 1131, comma 1 c.c. In tale veste giuridica, pertanto, egli eroga le spese occorrenti (per la manutenzione ordinaria delle parti comuni dell'edificio e) per l'esercizio dei servizi comuni (art. 1130, comma 1, n. 3 c.c.). La sua responsabilità quale mandatario nello svolgimento di quest'ultima attività non è esclusa né dalla circostanza che detti servizi siano prodotti da impianti a loro volta comuni ad altri condomini, né dal fatto che per la relativa gestione non sia stato nominato un amministratore della comunione, che l'intero procedimento di erogazione della spesa — che oltre all'accertamento e all'impegno comprende anche il pagamento — si colloca nel rapporto interno fra l'amministratore stesso e il condominio mandante. Ne deriva che, ai sensi dell'art. 1717 comma 1, c.c. l'amministratore che nell'esecuzione di tale attività di mandato sostituisca altri a se stesso senza esservi autorizzato dal condominio o senza che ciò sia necessitato dalla natura dell'incarico, risponde dell'operato della persona sostituita. E poiché la volontà del condominio si forma e si manifesta attraverso atti collegiali a contenuto formale, anche l'autorizzazione a valersi di sostituti nell'esecuzione del mandato, al pari di ogni altra autorizzazione, deve risultare da un'apposita delibera dell'assemblea condominiale, a nulla rilevando che la sostituzione sia conforme a precedenti prassi note ai condomini, trattandosi di circostanza che di per sé non vale ad esprimere la volontà del condominio (Cass. n. 8339/2014). L'ultimo comma dell'art. 1717 c.c., consente al mandante di agire direttamente nei confronti del sostituto del mandatario, ma non dà azione di responsabilità contrattuale diretta per i danni subiti contro il sostituto del mandatario. Nella specie il proprietario di un quadro (mandante) lo aveva consegnato ad una persona (mandatario) con l'incarico di renderlo. Quest'ultima aveva consegnato il quadro ad altra persona (sostituto), la quale, a sua volta, l'aveva consegnato, allo stesso scopo, ad altra (sostituto del sostituto). Il quadro, mentre si trovava presso quest'ultima, andava distrutto. Il mandante conveniva in giudizio, fra gli altri, il sostituto del sostituto del mandatario con l'azione ex art. 1717, ultimo comma c.c. deducendo la violazione dell'art. 1718 c.c. per non aver osservato la diligenza del buon padre di famiglia nella custodia del quadro e chiedendo il risarcimento del danno ex contracto (Cass. n. 4302/1980, la quale, in applicazione del principio di cui in massima, ha negato la proponibilità dell'azione contrattuale ex art. 1717 ultimo comma, c.c. nei confronti del sostituto del mandatario da parte del mandante, salva la possibilità di inquadrare sul terreno della responsabilità aquiliana la pretesa azionata dal mandante). Si è precisato che al rapporto che si instaura fra l'ente locale ed il servizio di tesoreria si applica la disciplina del mandato, che impone al mandatario di eseguire le istruzioni con la diligenza tipica che il rapporto richiede e che la stessa professionalità del mandatario impone, con la conseguenza che, in caso di indicazioni incongrue da parte del mandante, è obbligo del tesoriere rilevare e comunicare al mandante l'incongruenza o l'errore commesso. (Cass., n. 788372024, nella specie, la S.C., accogliendo il ricorso, ha affermato la responsabilità del tesoriere il quale, nell'ambito di una procedura di pignoramento presso terzi, pur avendo ricevuto dal Comune, terzo pignorato, l'ordine di eseguire due distinti bonifici, l'uno in favore del creditore pignorante, per la somma pignorata, e l'altro nei confronti del debitore esecutato, per il residuo dovuto, non aveva rilevato l'incongruità dell'indicazione del medesimo codice "iban" per entrambi ed aveva così effettuato un unico bonifico dell'intero importo a favore del debitore esecutato, esponendo l'ente locale ad una ulteriore richiesta di pagamento da parte del creditore). Ipotesi ammissibili di sostituzioneIl mandato, secondo principi interpretativi che si sono consolidati nella giurisprudenza di legittimità (Cass. n. 5744/1979), pur essendo un contratto caratterizzato dalla fiducia, tuttavia, non è basato necessariamente sull'intuitus personae, per cui al mandatario non é vietato avvalersi dell'opera di un sostituto. Tanto emerge dalla disciplina contenuta nell'art. 1717, nel quale sono contemplate le seguenti tre ipotesi. BibliografiaBaldi-Venezia, Il contratto di agenzia. La concessione di vendita. Il franchising, Milano, 2015; Bavetta, Mandato (negozio giuridico) (dir. priv.), in Enc. dir., XXV, Milano, 1975; Bile, Il mandato, la commissione, la spedizione, Roma, 1961; Campagna, La posizione del mandatario nel mandato ad acquistare beni mobili, in Riv. dir. civ. 1974, I, 7 ss; Ferri, Manuale di diritto commerciale, Torino, 1976; Formiggini, Commissione, in Enc. dir., VII, Milano, 1960; Minervini, Commissione, in N.ss. Dig. it., III, Torino, 1967; Natoli, La rappresentanza, Milano, 1977; Pugliatti, Studi sulla rappresentanza, Milano, 1965; Romano, Vendita. Contratto estimatorio, Milano, 1961; Rotondi-Rotondi, L'agenzia nella giurisprudenza, Milano, 2004; Santoro-Passerelli, Dottrine generali del diritto civile, Napoli, 1997; Saracini-Toffoletto, Il contratto di agenzia, artt. 1742-1753, Milano, 2014. |