Codice Civile art. 1758 - Pluralità di mediatori.

Caterina Costabile

Pluralità di mediatori.

[I]. Se l'affare è concluso per l'intervento di più mediatori, ciascuno di essi ha diritto a una quota della provvigione [1755 ss.].

Inquadramento

In tema di mediazione, vige il principio generale per cui da un medesimo rapporto mediatorio, nascente da un contratto cd. di mediazione propria o da un contratto di mandato (cd. mediazione impropria), sorge il diritto ad un unico compenso, e ciò anche se, in successione di tempo, siano intervenute una mediazione tipica ed una atipica (Cass. II, n. 21758/2016). Pertanto, quando l'affare sia concluso con l'intervento di più mediatori (congiunto o distinto, contemporaneo o successivo, concordato o autonomo, in base allo stesso incarico o a più incarichi) a norma dell'art. 1758, ciascuno di essi ha diritto ad una quota di provvigione (Cass. III, n. 1507/2007).

La norma trova applicazione sia nell'ipotesi in cui l'intermediato si serva congiuntamente di più mediatori, i quali agiscono in cooperazione tra di loro ed in esecuzione dello stesso incarico, sia nell'ipotesi di intervento distinto di più mediatori sia esso simultaneo, sia successivo, sia autonomo, in base allo stesso o più incarichi (Carraro, 299).

Risulta, pertanto, irrilevante il fatto che i mediatori abbiano agito l'uno ad insaputa dell'altro purché ciascuno dei mediatori si sia giovato dell'apporto utile dell'altro (Cass. III, n. 5952/2005), integrando un nesso di concausalità tra i singoli e separati interventi dei vari mediatori e la conclusione dell'affare (Rolfi, 101)

Diritto alla quota

La giurisprudenza ha evidenziato che l'obbligato può considerarsi liberato solo quando abbia corrisposto a ciascuno dei mediatori la quota spettantegli, salvo che sia stata pattuita la solidarietà dell'obbligazione dal lato attivo, nel qual caso il debitore può liberarsi mediante il pagamento dell'intera provvigione ad uno solo dei mediatori mentre gli altri avranno azione esclusivamente contro quest'ultimo per ottenere la propria parte (Cass. III, n. 15484/2008).

Ciò in quanto l'art. 1758 non ha carattere di disposizione speciale rispetto all'art. 1755, per cui soggetto obbligato al pagamento della provvigione è sempre e soltanto ciascuna delle parti tra le quali è stato concluso l'affare anche quando la conclusione sia stata determinata dall'attività intermediatrice di più persone, mentre la pluralità dei mediatori comporta, data la divisibilità dell'obbligazione, l'applicazione della regola di cui all'art. 1314.

È stato, inoltre, rimarcato che l'affidamento successivo del medesimo incarico ad altro mediatore non integra un comportamento concludente implicante revoca dell'incarico originario nei confronti del primo, ma determina, nell'ipotesi in cui l'affare sia concluso in dipendenza dell'attività svolta da entrambi i mediatori, unicamente la parziarietà dal lato attivo dell'obbligazione relativa alla provvigione (Cass. III, n. 3437/2002). In tale ipotesi ciascuno dei mediatori risponde comunque per la totalità dei danni cagionati dalle sue colpevoli omissioni, essendo tenuto in proprio agli obblighi specifici di informazione, di comunicazione e di avviso nei confronti del soggetto intermediato.

Per quanto attiene la ripartizione interna della provvigione, la tesi prevalente in dottrina (Carraro, 299; Rolfi, 101) e giurisprudenza (Cass. III, n. 5952/2005) ritiene che a ciascun mediatore vada attribuito un compenso proporzionale al contributo causale che esso ha fornito.

Submediazione

La giurisprudenza reputa ammissibile con riguardo all'autonomia negoziale la submediazione, cioè un rapporto di mediazione corrente tra il mediatore già incaricato ed un terzo, cui sia deferito dal primo l'incarico afferente alla conclusione dello affare a lui affidato da altri soggetti.

In tal caso, alla parte che abbia dato incarico al mediatore spetta - in applicazione analogica dell'art. 1595 - l'azione diretta nei confronti del sub-mediatore, senza pregiudizio dei suoi diritti verso il mediatore originariamente incaricato, che continua pertanto ad essere soggetto anche alle obbligazioni di informazione, di comunicazione e di avviso di cui all'art. 1759, qualora ne sussistano le condizioni di applicabilità in relazione alle circostanze a lui note (Cass. III, n. 3437/2002).

Inoltre, l'obbligo di corrispondere la provvigione al submediatore resta a carico del solo mediatore, che direttamente gli ha conferito l'incarico, non essendo applicabile la disciplina dell'art. 1758 che riguarda la diversa ipotesi di più mediatori incaricati dalla medesima parte (Cass. III, n. 9350/1991).

Bibliografia

Carraro, La mediazione, Padova, 1960; Cataudella, Mediazione, in Enc. giur., XIX, Roma, 1990; Giordano, Struttura essenziale della mediazione, in Riv. dir. comm. 1957, I, 214; Guidotti, Ancora in tema di mediazione, in Giur. comm. 2005, 2, 176; Guidotti, La mediazione, in Contr. impr. 2004, 927; Minasi, Mediazione, in Enc. dir., XXVI, Milano, 1976; Rolfi, Il mediatore ed il diritto alla provvigione, in Giur. mer. 2011, 1, 85; Sesti, Responsabilità aquiliana del mediatore-mandatario nei confronti del soggetto promissario acquirente del bene, in Resp. civ. e prev. 2009, 11, 2286.

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