Codice Civile art. 1973 - Annullabilità per falsità di documenti.

Caterina Costabile

Annullabilità per falsità di documenti.

[I]. È annullabile [1425 ss.] la transazione fatta, in tutto o in parte, sulla base di documenti che in seguito sono stati riconosciuti falsi [395 n. 2 c.p.c.].

Inquadramento

La disposizione in esame prevede l'annullabilità della transazione fatta, in tutto o in parte, sulla base di documenti che in seguito sono stati riconosciuti falsi.

La dottrina ritiene che l'art. 1973 non risulti applicabile alla transazione che abbia composto una controversia nel giudizio civile di falso, in quanto la falsità in tal caso costituisce una questione coinvolta nella lite e superata dalla transazione (Del Prato, 855), né allorché la parte o le parti conoscessero la falsità del documento (Valsecchi, in Tr. C. M., XXXVIII, 1986, 396).

La falsità dei documenti

La dottrina reputa che l'invalidità sancita dalla norma sia da ricondurre alla situazione di errore o ignoranza in cui versa la parte (Del Prato, ult. cit.; Santoro Passarelli, 170).

Alcuni autori ritengono che la falsità del documento deve essere accertata giudizialmente, e che operi anche se il transigente ignora tale accertamento (Santoro Passarelli, 171).

Secondo altri, invece, la falsità potrebbe risultare anche da confessione analogamente a quanto previsto dall'art. 395, n. 2, c.p.c. (D'Onofrio, in Comm. S. B., 1974, 273) o comunque una prova non contestata dalla parte ai cui danni essa opera (Valsecchi, in Tr. C. M., XXXVIII, 1986, 396).

Attesa la formulazione letterale dell'art. 1973 (“in tutto o in parte”), la dottrina dominante reputa che il legislatore abbia escluso ogni possibilità di valutazione relativa all'importanza che i documenti riconosciuti falsi hanno avuto nell'accordo transattivo, con conseguente annullabilità dell'intero contratto anche se la transazione si sia eventualmente basata solo in parte sul documento poi riconosciuto falso (Del Prato, 107; D'Onofrio, in Comm. S. B., 1974, 273; Santoro Passarelli, 172).

Prescrizione

La giurisprudenza ha chiarito che il termine di cinque anni, entro il quale si prescrive l'azione volta ad ottenere l'annullamento della transazione che sia stata perfezionata, in tutto o in parte, sulla scorta di documenti che in seguito sono stati riconosciuti falsi, inizia a decorrere dal giorno in cui la falsità sia stata accertata giudizialmente o trovi riscontro in una prova non contestata, integrando la mancanza di un accertamento con sentenza o di una prova certa della falsità gli estremi di un impedimento all'esercizio del diritto, rilevante agli effetti dell'art. 2935 e quindi operante come causa di sospensione della prescrizione (Cass. II, n. 14656/2012).

Transazione stipulata da un creditore solidale

La giurisprudenza ha ritenuto che nel giudizio di annullamento della transazione per falsità di documenti, proposto da uno dei condebitori solidali ai sensi dell'art 1973, non è litisconsorte necessario l'altro condebitore, la cui posizione obbligatoria deriva dalla transazione stessa, essendo anche nei suoi confronti applicabile l'art 1306 ai sensi del quale la sentenza pronunciata tra il creditore e uno dei debitori in solido, o tra il debitore e uno dei creditori in solido, non ha effetto contro gli altri debitori o contro altri creditori (Cass. I, n. 3584/1972).

Bibliografia

Carresi, Transazione (dir. vig.), in Nss. D.I., XIX, Torino, 1973; Colangeli, La Transazione, Milano, 2012; Del Prato, voce Transazione (dir. priv.), in Enc. dir., XLIV, Milano, 1992; Carresi, La transazione, Milano, 1992; Falzea, Accertamento (Teoria generale), in Enc. dir., I, Milano, 1958; Galletto, La transazione: complessità dell'istituto ed attualità della funzione; in Riv. trim. dir. proc. 2013, 4, 1379; Moscarini - Corbo, voce Transazione, in Enc. giur., Roma, 1994; Santoro Passarelli, La Transazione, Napoli, 1986.

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