Codice Civile art. 2399 - Cause d'ineleggibilità e di decadenza (1).

Guido Romano

Cause d'ineleggibilità e di decadenza (1).

[I]. Non possono essere eletti alla carica di sindaco e, se eletti, decadono dall'ufficio:

a) coloro che si trovano nelle condizioni previste dall'articolo 2382;

b) il coniuge, i parenti e gli affini entro il quarto grado degli amministratori della società, gli amministratori, il coniuge, i parenti e gli affini entro il quarto grado degli amministratori delle società da questa controllate, delle società che la controllano e di quelle sottoposte a comune controllo;

c) coloro che sono legati alla società o alle società da questa controllate o alle società che la controllano o a quelle sottoposte a comune controllo da un rapporto di lavoro o da un rapporto continuativo di consulenza o di prestazione d'opera retribuita, ovvero da altri rapporti di natura patrimoniale che ne compromettano l'indipendenza.

[II]. La cancellazione o la sospensione dal registro dei revisori legali e delle società di revisione legale (2) e la perdita dei requisiti previsti dall'ultimo comma dell'articolo 2397 sono causa di decadenza dall'ufficio di sindaco.

[III]. Lo statuto può prevedere altre cause di ineleggibilità o decadenza, nonché cause di incompatibilità e limiti e criteri per il cumulo degli incarichi.

(1) V. nota al Capo V.

(2) Le parole «dei revisori contabili» sono state sostituite dalle parole «dei revisori legali e delle società di revisione legale» dall'art. 37, comma 6, del d.lg. 27 gennaio 2010, n. 39.

Inquadramento

L'individuazione di particolari requisiti di capacità ed indipendenza, assieme a quelli di professionalità indicati dall'art. 2397, è finalizzata al rafforzamento dell'indipendenza del collegio sindacale rispetto alla maggioranza dei soci.

La norma poi consente all'autonomia statutaria di prevedere ulteriori cause di ineleggibilità o di decadenza, nonché di incompatibilità ed ulteriori limiti e criteri per il cumulo degli incarichi.

Peraltro, è stato osservato che l'assemblea non potrebbe introdurre ipotesi di automatica cessazione dell'incarico di tipo sanzionatorio in quanto queste ultime integrerebbero altrettante cause di giusta causa di revoca così traducendosi in indebolimento della indipendenza dei sindaci (Ambrosini 206; Aiello, 483) utilizzabile a fini ritorsivi da parte della maggioranza.

Le cause di ineleggibilità e di decadenza

Seguendo lo schema di autorevole dottrina (Domenichini 541; Tedeschi, in Comm. S.,1992, 30; Ambrosini, in Tr. Res., 2013, 200), le cause di ineleggibilità e di decadenza afferiscono sostanzialmente a tre gruppi: 1) cause di ineleggibilità dirette a garantire l'idoneità fisica e morale dei sindaci (art. 2399 lett. a); 2) cause volte ad assicurare un certo grado di professionalità (art. 2399 secondo comma); 3) cause strumentali all'obiettivo dell'indipendenza dell'organo (art. 2399, lett. b, c).

Quanto al primo gruppo, secondo quanto previsto dalla lett. a) non possono assumere la carica di sindaco gli interdetti, gli inabilitati, i falliti ed i condannati ad una pena che importi l'interdizione, anche temporanea, dai pubblici uffici o l'incapacità ad esercitare uffici direttivi.

Rientra nel secondo gruppo la previsione di cui al secondo comma dell'articolo in commento secondo la quale sono causa di decadenza la cancellazione o la sospensione dal registro dei revisori legali e delle società di revisione legale e la perdita dei requisiti previsti dall'ultimo comma dell'articolo 2397.

Quanto al terzo gruppo (requisiti in materia di indipendenza), la lett. b) prende in esame i rapporti personali intrattenuti dai sindaci con gli amministratori, i relativi coniugi e ed i loro parenti ed affini. La norma, in particolare, fa riferimento al rapporto di coniugio senza prendere in considerazione la convivenza more uxorio e, in genere, i rapporti familiari di fatto.

Ci si è posti, quindi, il problema della rilevanza di tali rapporti ai fini dell'applicabilità della norma in argomento. Da una parte, infatti, si è rilevato che una simile operazione ermeneutica, comportando una applicazione analogica, sarebbe preclusa dalla tassatività dell'elencazione delle cause di ineleggibilità.

Secondo la giurisprudenza di merito (Trib. Roma 8 gennaio 2014), invece, sarebbe comunque possibile far rientrare il rapporto di convivenza more uxorio nella norma attraverso una interpretazione estensiva di essa.

La lett. c), poi, giustappone ai rapporti personali quelli di carattere patrimoniale, prendendo in considerazione i rapporti di lavoro ovvero i rapporti continuativi di consulenza o di prestazione d'opera retribuita, ovvero ancora altri rapporti di natura patrimoniale che compromettano l'indipendenza dei sindaci.

Con riferimento a tale ultimo profilo, si è affermato che l'incompatibilità non sussiste soltanto in presenza di rapporti di lavoro subordinato, ma ogniqualvolta ricorra un legame con oggetto attività professionali rese anche nell'ambito di un rapporto di lavoro autonomo, a titolo oneroso e con carattere né saltuario né occasionale (Cass. n. 19235/2008); la grave situazione di irregolarità gestionale derivante dal doppio e contemporaneo esercizio delle funzioni di sindaco e professionista incaricato integra pertanto, a carico degli amministratori, la responsabilità per violazione del dovere di diligenza, in relazione all'omessa vigilanza sull'operato del soggetto che anziché effettuare da una posizione di imparzialità il dovuto controllo sull'amministrazione, si sia reso autore e partecipe della stessa gestione da controllare (cfr., altresì, Cass. n. 11554/2008; Cass. n. 9392/2015).

La decadenza d'ufficio

Con riferimento alle cause di ineleggibilità, la dottrina ha evidenziato che sono ostative alla nomina solo le circostanze impedienti sussistenti al momento della nomina e non già eventi che abbiano già esaurito nel passato i propri effetti (Aiello, 483).

La delibera di nomina assunta in presenza di una causa impediente è, invece, invalida e, quindi, impugnabile (Trib. Trieste, 8 ottobre 2011). Ad es., è stata dichiarata nulla la delibera di nomina di sindaci privi dell'iscrizione nel registro dei revisori (Trib. Trieste, 20 giugno 1997).

Secondo taluni, la nullità non travolgerebbe l'intera deliberazione, ma solo la posizione del sindaco illegittimamente eletto così che potrebbe operare il meccanismo di sostituzione di cui all'art. 2401 (Domenichini, 558).

È stato, peraltro, rilevato che la ricorrenza di una delle cause di ineleggibilità non esonera da responsabilità i sindaci che, senza dichiarare tale causa, abbiano accettato la carica e l'abbiano mantenuta per la durata dell'incarico (Trib. Catania, 5 novembre 1999).

Le cause di decadenza dei sindaci, previste dall'art. 2399 testo previgente, operano in modo automatico e senza necessità di alcun accertamento e senza che a tal fine sia necessaria alcuna deliberazione assembleare che, se intervenuta, assume valore di accertamento dichiarativo, e non costitutivo, della avvenuta decadenza, dando luogo sin dal loro verificarsi alla sostituzione del sindaco decaduto (Cass. n. 2009/1982; Cass. n. 11554/2008; Trib. Roma, 12 novembre 1980).

Bibliografia

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