Codice Civile art. 2919 - Effetto traslativo della vendita forzata.Effetto traslativo della vendita forzata. [I]. La vendita forzata [503 ss. c.p.c.] trasferisce all'acquirente i diritti che sulla cosa spettavano a colui che ha subìto l'espropriazione, salvi gli effetti del possesso di buona fede [1153]. Non sono però opponibili all'acquirente diritti acquistati da terzi sulla cosa, se i diritti stessi non hanno effetto in pregiudizio del creditore pignorante [2913 ss.] e dei creditori intervenuti nell'esecuzione [498 ss. c.p.c.]. InquadramentoLa vendita forzata comporta l'estinzione dei diritti reali di garanzia (privilegi, pegni o ipoteche) che insistono sul bene staggito. È da credere che il trasferimento del diritto sul bene oggetto dell'esecuzione forzata avvenga a titolo derivativo. All'esito della vendita il creditore procedente si soddisfa sul ricavato in base al proprio credito, oltre che per gli accessori e le spese. Ogni altro creditore dello stesso esecutato può intervenire in base alla garanzia generale che il debitore offre loro ex artt. 2740 e 2741 con il proprio patrimonio sia dopo il pignoramento che dopo la vendita, chiedendo una parte della distribuzione del ricavato. Il procedimento espropriativo s'inserisce in una fattispecie complessa che esita nel decreto di trasferimento ex art. 586 c.p.c Secondo la giurisprudenza di legittimità (Cass. n. 5172/2011) il trasferimento in questione comporta la traslazione all'acquirente di tutti i diritti già spettanti all'espropriato. Infatti, l'articolo in commento prevede che non sono opponibili all'acquirente del bene forzatamente venduto i diritti acquistati da terzi su di esso se essi non hanno effetto in pregiudizio del creditore pignorante. Ne deriva che gli effetti dell'esecuzione vengono a collegarsi a quelli derivanti del pignoramento, per cui l'aggiudicatario acquista sì gli stessi diritti che il debitore esecutato aveva, ma con riferimento al momento del pignoramento. Oltre a ciò la disposizione prevede come applicabile la disposizione generale di cui all'art. 1153, fa salvi, a favore dell'acquirente, gli effetti del possesso di buona fede in ordine ai beni mobili (non registrati). Natura della vendita forzataSi tratta di una vendita diversa da quella volontaria nella quale Cass. n. 7659 /2001 poiché si prescinde dalla volontà del debitore con la conseguenza che la disciplina sostanziale trova deroghe in quella processuale e pertanto il debitore esecutato non potrà far valere la nullità della vendita ex art. 1419 con azione di accertamento ma dovrà proporla attraverso il rimedio dell'opposizione agli atti esecutivi. L'effetto traslativoLa disposizione non distingue tra le varie forme di vendita, ossia senza incanto o con incanto, a mezzo di commissionario, perché gli effetti di diritto sostanziale sono i medesimi. L'effetto traslativo è diverso per mobili ed immobili perché nel primo caso il trasferimento avviene per pagamento in contanti, mentre nel caso di bene immobile occorre un titolo formale di trasferimento, emesso dopo il pagamento del prezzo entro un termine fissato dal giudice il quale può pur dopo il versamento del prezzo, sospendere la vendita qualora il prezzo sia notevolmente inferiore a quello giusto. Nel caso di vendita pubblica fallimentare l'effetto traslativo si verifica all'atto del deposito in cancelleria del decreto di trasferimento emesso dal giudice delegato (Trib. Trapani 13 novembre 2001). La natura derivativa dell'acquistoLa disposizione fa pensare che l'acquisto dell'aggiudicatario abbia natura derivativa, infatti secondo la giurisprudenza di legittimità (Cass. n. 20037/2010) esso comporta la trasmissione dello stesso diritto del debitore esecutato, ma non garantisce all'aggiudicatario la proprietà e la libertà dell'immobile acquistato di tal che il decreto di aggiudicazione emesso in questa sede possa prevalere sull'usucapione maturata in favore del possessore Cass. n. 14733/2000 e l'aggiudicatario/ acquirente è terzo rispetto all'esperimento dell'azione di simulazione, ai sensi dell'art. 1415, comma 2, del contratto di locazione con data certa anteriore al pignoramento (Cass. n. 721/1999). Da notare che il coordinamento con l'art. 2915,comma 2. Secondo il quale non sono opponibili all'acquirente in esito a vendita forzata le domande soggette a trascrizione, se trascritte dopo la trascrizione del pignoramento, nondimeno è stata ritenuta opponibile la sentenza dichiarativa dell'esistenza di una servitù e di condanna al ripristino della situazione di fatto corrispondente all'esercizio della stessa, all'acquirente in vendita forzata di un'immobile pignorato dopo la trascrizione del titolo costitutivo della servitù, indipendentemente dalla trascrizione della sentenza (Cass. n. 2712/1983). Peraltro, la tutela dell'aggiudicatario ex art. 187-bis disp. att. c.p.c. presuppone che sino al momento del suo acquisto sia mantenuta la trascrizione del pignoramento, dalla quale discende l'inopponibilità dei diritti acquistati dai terzi ai sensi dell'art. 2919, comma 2, c.c.; ne consegue che, qualora la formalità venga cancellata - anche se erroneamente o financo illegittimamente - a seguito di estinzione o di altra forma di chiusura anticipata della procedura, acquistano efficacia, in pregiudizio dell'aggiudicatario, le trascrizioni successive al pignoramento, in applicazione della regola generale di cui all'art. 2644 c.c., a nulla valendo l'eventuale ripristino della formalità pubblicitaria del vincolo espropriativo, in conseguenza della revoca del provvedimento di cancellazione, potendo i relativi effetti operare solo ex nunc e, dunque, in maniera recessiva rispetto agli acquisti medio tempore ritualmente trascritti (Cass. n. 2020/2024). L'effetto c.d. purgativoL'art. 586 c.p.c., prevede che il giudice dell'esecuzione nel decreto di trasferimento debba ordinare al conservatore dei registri immobiliari la cancellazione delle trascrizioni dei pignoramenti e delle iscrizioni ipotecarie, ad eccezione di quelle assunte dall'acquirente a norma dell'art. 508 ove l'aggiudicatario o assegnatario, con l'autorizzazione del giudice dell'esecuzione può concordare col creditore pignoratizio o ipotecario l'assunzione del debito con le garanzie ad esso inerenti, liberando il debitore. Eccezion fatta per l'ipotesi appena ridetta l'effetto traslativo della vendita si accompagna anche un effetto c.d. purgativo che riguarda anche i privilegi speciali gravanti su beni immobili, ed ancora nell'esecuzione mobiliare relativamente ai pignoramenti, ai pegni e ai privilegi speciali CasisticaLa disciplina generale troverà applicazione anche per le vendite fallimentari condotte a trattativa privata e senza l'osservanza delle forme previste dal codice di rito come previsto dai nuovi artt. 104 ss. l. fall. e nelle espropriazioni speciali di cui all'art. 45, d.p.r. 29 settembre 1973, n. 602; r.d. 14 aprile 1910, n. 639 — nonché nelle esecuzioni speciali (caratterizzate dalla mancanza di un titolo esecutivo, previste dagli artt. 1515, 2756, 2761 e 2797, art. 7, r.d.l. 15 marzo 1927, n. 436, e art. 44, d.lgs. 1 settembre 1993, n. 385 — In ogni caso è da credere che l'art. 2919 non sia applicabile alle vendite dei beni di minori, interdetti e inabilitati (artt. 733 e 734 c.p.c.), di quelli ereditari (artt. 747 e 748 c.p.c.) o di cose comuni (artt. 787 e 788 c.p.c.), posto che in queste ipotesi non vi è un esercizio di attività giurisdizionale di tipo contenzioso. Particolarmente incerta è la soluzione da adottarsi per la vendita compiuta nel processo di liberazione dell'immobile dalle ipoteche (v. art. 2891) (Bonsignori, 27; Mazzamuto, 245). La giurisprudenza di legittimità ha chiarito che la disposizione in esame non si applica all'acquisto di un'autovettura all'asta pubblica disposta in sede penale, essendo quest'ultimo un modo di acquisto della proprietà a titolo originario ex art. 922 con la conseguenza che diventa inopponibile all'aggiudicatario l'acquisto della società assicuratrice perfezionatosi con il pagamento dell'indennizzo al proprietario del veicolo) (Cass n. 11563/2003). Infine, secondo Cass. I, n. 959/2000 la a tutela di cui all'art. 1460 non è applicabile alla vendita coattiva l'eccezione indimpleti non est adimplendum onde escludere la decadenza dell'aggiudicatario e la confisca della nel caso di mancato versamento del prezzo. 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