Decreto legislativo - 31/12/1992 - n. 546 art. 75 - Controversie pendenti davanti alla corte di giustizia tributaria di primo e secondo grado centrale 1 .Controversie pendenti davanti alla corte di giustizia tributaria di primo e secondo grado centrale1. 1. Alle controversie che alla data di cui all'art. 72 pendono davanti alla corte di giustizia tributaria di primo e secondo grado centrale o per le quali pende il termine per l'impugnativa davanti allo stesso organo, nonchè alle controversie pendenti dinanzi alle commissioni di secondo grado per le quali, alla predetta data, è stato depositato il solo dispositivo della decisione, continuano ad applicarsi le disposizioni contenute nel decreto del Presidente della Repubblica 26 ottobre 1972, n. 636 e successive modificazioni e integrazioni 2. 2. Relativamente alle controversie pendenti o per le quali pende il termine alla data di entrata in vigore del presente decreto legislativo, il ricorrente e qualsiasi altra parte sono tenuti, entro sei mesi dalla predetta data, il ricorrente e qualsiasi altra parte sono tenuti, entro sei mesi dalla predetta data, a proporre alla segreteria della corte di giustizia tributaria di primo e secondo grado centrale apposita istanza di trattazione contenente gli estremi della controversia e del procedimento. L'istanza potrà essere sottoscritta dalla parte o dal suo precedente difensore, se nominato, e deve essere notificata o spedita o consegnata alla segreteria della corte di giustizia tributaria di primo e secondo grado centrale nei modi previsti dall'art. 20; in difetto, il giudizio davanti alla corte di giustizia tributaria di primo e secondo grado centrale si estingue. L'estinzione è dichiarata dal presidente della sezione, dopo aver verificato che non sia stata depositata in segreteria l'istanza di trasmissione del fascicolo alla cancelleria della corte di cassazione a seguito della richiesta di esame a norma del comma seguente. Contro il decreto del Presidente, di cui viene data comunicazione alle parti, è ammesso reclamo al collegio nei modi e nei termini previsti dall'art. 28 3 4. 3. Le parti che hanno proposto ricorso alla Commissione centrale, anziché presentare l'istanza di trattazione di cui al comma precedente, possono chiedere nello stesso termine l'esame da parte della Corte di cassazione ai sensi dell'art. 360 del codice di procedura civile convertendo il ricorso alla corte di giustizia tributaria di primo e secondo grado centrale in ricorso per cassazione contro la decisione impugnata, osservate per il resto tutte le norme del codice di procedura civile per il procedimento davanti alla Corte di cassazione. 4. Se non è stato richiesto l'esame da parte della Corte di cassazione e l'istanza di trattazione è presentata nei termini, il procedimento prosegue davanti alla corte di giustizia tributaria di primo e secondo grado centrale, che provvede alla sua definizione mediante deposito della decisione entro i termini di cui all' art. 42, comma 3, del decreto legislativo 31 dicembre 1992, n. 545 applicando le disposizioni vigenti anteriormente alla data di entrata in vigore del presente decreto. Le stesse disposizioni si applicano per i ricorsi presentati alla corte di giustizia tributaria di primo e secondo grado centrale successivamente alla data di entrata in vigore del presente decreto 5. [5. In caso di rinvio disposto dalla Commissione tributaria centrale la riassunzione deve essere fatta davanti alla corte di giustizia tributaria di secondo grado o provinciale secondo le nuove disposizioni.] 6 6. La segreteria della corte di giustizia tributaria di primo e secondo grado centrale continua a funzionare anche oltre il termine di cui al comma 4 per trasmettere i fascicoli dei processi alla cancelleria della Corte di cassazione o alle corti di giustizia tributaria di primo e secondo grado regionale o provinciale.
[1] Per l'abrogazione del presente articolo, a decorrere dal 1° gennaio 2026, vedi l'articolo 130, comma 1, lettera d), del D.Lgs. 14 novembre 2024, n. 175. Vedi, anche, l'articolo 130, comma 3, del D.Lgs. 175/2024 medesimo. [2] Comma sostituito dall'articolo 69, comma 3, lettera h), numero 1), del D.L. 30 agosto 1993, n. 331 e successivamente modificato dall'articolo 12, comma 1, lettera l), del D.L. 8 agosto 1996, n. 437. [3] Comma sostituito dall'articolo 69, comma 3, lettera h), numero 1), del D.L. 30 agosto 1993, n. 331 e successivamente modificato dall'articolo 1, comma 1, del D.L. 26 novembre 1993, n. 477. [4] La Corte Costituzionale, con sentenza 9 aprile 1998, n. 111 (in Gazz. Uff., 22 aprile 1998, n. 16), ha dichiarato l'illegittimità costituzionale del presente comma, nella parte in cui non prevede che il termine per l'istanza di trattazione decorra dalla data della ricezione dell'avviso dell'onere di proposizione dell'istanza stessa. [5] Comma modificato dall'articolo 69, comma 3, lettera h), numero 2), del D.L. 30 agosto 1993, n. 331. [6] Comma abrogato dall'articolo 69, comma 3, lettera h), numero 3), del D.L. 30 agosto 1993, n. 331. InquadramentoLa disciplina transitoria delle controversie tributarie pendenti innanzi la Commissione tributaria centrale ha subito modificazioni ad opera dell'art. 69 del d.l. 30 agosto 1993, n. 331, convertito dalla l. 29 ottobre 1993, n. 437, e dall'art. 1 del d.l. 26 novembre 1993, n. 471, convertito dalla l. 26 gennaio 1994, n. 44. L'originaria formulazione della disposizione in esame teneva conto della circostanza che l'intera riforma del contenzioso tributario sarebbe diventata operativa alla data del 1° ottobre 1993. Inoltre, poiché la riforma ha comportato l'abolizione della Commissione tributaria centrale, si rendeva necessario assicurare la prosecuzione di giudizi pendenti o per i quali pendevano i termini innanzi allo stesso organo, con le medesime regole del sistema pre-riforma, senza soluzione di continuità ovvero, in alternativa, di consentire al ricorrente di incardinare il giudizio innanzi alla Corte di Cassazione. Pertanto, contrariamente a quanto previsto per le altre disposizioni transitorie, il termine di riferimento, sia per la determinazione del momento della pendenza della controversia, sia per individuare il periodo di decorrenza dei termini per impugnare, nonché il dies a quo per la presentazione dell'istanza di trattazione o per la riconversione del ricorso in Cassazione, era riferito alla data del 15 gennaio 1993 (momento di entrata in vigore del d.lgs. n. 546/1992). Infatti, l'originaria formulazione dell'art. 80 dello stesso decreto legislativo prevedeva, per le disposizioni contenute nell'art. 75 una deroga rispetto alla data di efficacia di tutte le norme contenute nello stesso decreto legislativo fissata al momento di insediamento delle Commissioni tributarie e anticipava l'operatività della norma alla data di entrata in vigore del cennato decreto legislativo. Pertanto alcune disposizioni contenute nell'articolo in commento, con particolare riferimento ai commi 2, 3 e 4 che disciplinano la riassunzione del procedimento dinanzi allo stesso organo attraverso la presentazione dell'istanza di trattazione, hanno già trovato attuazione. Successivamente, per effetto dell'art. 69 del d.l. 30 agosto 1993, n. 331, il legislatore è intervenuto nuovamente sul dettato legislativo modificando l'inciso «alla data di entrata in vigore del presente decreto legislativo», contenuto nel comma 2 dell'articolo in commento, con l'inciso «alla data di cui all'art. 72». Pertanto, a seguito di tale modifica, qualora alla data del 1° aprile 1996, le controversie pendano dinanzi alla Commissione tributaria centrale o alla predetta data, penda il termine per l'impugnativa davanti allo stesso organo, continuano ad applicarsi le disposizioni contenute nel d.P.R. n. 636/1972. Conseguentemente le controversie medesime sono esaminate dalla Commissione tributaria centrale senza l'obbligo di presentazione dell'istanza di trattazione qualora la pendenza o il termine per l'impugnativa siano sorti successivamente alla data del 15 gennaio 1993. Va, infine, rilevato che, qualora alla data del 1° aprile 1996 siano pendenti i termini per impugnare la decisione delle Commissioni tributarie di secondo grado, il ricorso deve essere presentato, anche successivamente a detta data, alle segreterie delle Commissioni di II grado che hanno emesso la decisione impugnata; queste ultime nel curare gli adempimenti previsti dall'art. 25 del d.P.R. n. 636/1972 devono, tra l'altro, provvedere a trasmettere i relativi fascicoli alla Commissione tributaria centrale. A tale conclusione si perviene in base a quanto disposto dal comma 1 dell'art. 75 ove si stabilisce che continuano ad applicarsi, anche per le controversie per le quali pendono i termini di impugnativa alla data del 1° aprile 1996, le disposizioni del d.P.R. n. 636/1972, ivi compresa quella contenuta nell'art. 25, terzo comma, dello stesso decreto ove si afferma che il ricorso deve essere presentato alla segreteria della Commissione che ha emesso la decisione impugnata. ((Circ. n. 98/E-II-3-1011 del 23 aprile 1996, Dir. AA.GG. e cont. trib. Contenzioso tributario — Nuova disciplina – Istruzioni). BibliografiaBaglione, Menchini, Miccinesi, Il nuovo processo tributario: commentario, Milano, 2004. |