Decreto ministeriale - 23/12/2013 - n. 163 art. 13 - Giudizio d'appelloGiudizio d'appello Art. 13 1. Per la costituzione in giudizio e il deposito mediante il S.I.Gi.T. degli atti e documenti riferiti al giudizio d'appello di cui agli articoli 52 e seguenti del decreto legislativo 31 dicembre 1992, n. 546, valgono le medesime modalita' indicate negli articoli 10, 11 e 12. 2. Ai fini dell'attuazione delle disposizioni dell'articolo 53, comma 2, del decreto legislativo 31 dicembre 1992, n. 546, il deposito del ricorso in appello presso la segreteria della Commissione tributaria regionale e' valido anche ai fini del deposito della copia dell'appello presso l'ufficio di segreteria della Commissione tributaria che ha pronunciato la sentenza impugnata. InquadramentoL'articolo 13 si limita ad estendere al grado di appello le stesse modalità fissate per il primo grado dagli articoli 10, 11 e 12, per l'attività di costituzione in giudizio e deposito mediante il S.I.Gi.T. degli atti e documenti informatici. La previsione delle identiche modalità riproduce l'analoga disposizione operata dall' art. 53 del d.lgs. 31 dicembre 1992, n. 546, secondo il quale il ricorso in appello è proposto nelle stesse forme del ricorso in primo grado, come regolate dal proprio art. 20, commi 1 e 2, e deve essere depositato a norma del successivo art. 22, commi 1, 2 e 3. In applicazione della intervenuta normativa, exd.lgs. 21 novembre 2014, n. 175, il rinvio invece operato dal secondo comma è divenuto inutilizzabile essendo stato soppresso l'obbligo in esso richiamato. Natura giuridica e ratio legisL'articolo in commento si sviluppa su due commi, il primo caratterizzato da un duplice rinvio, il secondo inerente la validità del deposito. La disposizione di cui al primo comma è costituita mediante una formula di rinvio alla fonte primaria d.lgs. 31 dicembre 1992 n. 546 ed un richiamo di carattere interno al medesimo Decreto in commento, agli articoli relativi alla costituzione in giudizio e deposito degli atti; si tratta dunque di una norma di carattere estensivo, ampliativa della portata della norma imperativa del primo grado anche per quanto concernente il secondo grado. Nel secondo grado la norma opera un'estensione della validità del deposito effettuato presso la CTR anche per le finalità del deposito in CTP per le finalità di cui all'art. 53 del d.lgs. 31 dicembre 1992 n. 546; risulta però opportuno osservare che, essendo tale disposizione parzialmente soppressa dall'art. 36 del d.l. n. 175/2014, la norma comporta un rinvio parzialmente inefficace. La ratio dell'articolo in commento è quella di trattare, in maniera sintetica, le modalità di deposito in ambito del giudizio di appello, effettuando, attraverso il richiamo della disciplina relativa al primo grado, un'estensione di quanto precedentemente trattato per il primo grado anche al giudizio di impugnazione. Tale equivalenza è stata prescelta per ragioni di semplicità, chiarezza e coesione, nonché per evitare il più possibile complicazioni derivanti da differenti modalità operative per i singoli gradi. Modalità di costituzione in giudizio e deposito mediante il S.I.Gi.T. per il giudizio d'appelloLe disposizioni del primo comma debbono essere lette, come detto, alla luce di quelle analoghe contenute nell'art. 53 del d.lgs. 31 dicembre 1992 n. 546, nel senso che il legislatore ha inteso mantenere per le modalità operative relative alla costituzione in giudizio e deposito mediante il S.I.Gi.T. il parallelismo tra primo e secondo grado del processo. Chiaramente l'univocità operativa si limita alle modalità con cui l'appellante e l'appellato dovranno produrre nel fascicolo informatico gli atti e documenti che intendano produrre, mentre evidentemente diversi saranno i contenuti di questi ultimi dovendo essi fare riferimento e contestare la sentenza emessa nel grado precedente e le ragioni che hanno indotto i giudici di prime cure al dispositivo adottato. Non va dimenticato che l'art. 52 del richiamato d.lgs. n. 546/1992 stabilisce che, subito dopo il deposito del ricorso in appello, la segreteria della commissione tributaria regionale dovrà chiedere alla segreteria della commissione provinciale la trasmissione del fascicolo del processo, comprensivo di copia autentica della sentenza; tale obbligo comporterà una problematica non affrontata e risolta dal legislatore nel decreto in commento o in quello delle regole tecniche (d.m. 4 agosto 2015), atteso che almeno per qualche anno quest'ultimo si presenterà costituito da documenti cartacei e, salvo che la Segreteria di una delle Commissioni di primo o secondo grado non si assuma l'onere della sua completa acquisizione come copia informatica, ai sensi del precedente articolo 12, non sarà visibile nel S.I.Gi.T. come fascicolo informatico, generando un difetto di continuità nella procedura di gestione documentale assicurata dal Processo Tributario Telematico. Inapplicabilità delle disposizioni dell'art. 53, comma 2, del d.lgs. n. 546/1992Quanto stabilito dal secondo comma non ha bisogno di essere esaminato risultando esso di fatto inefficace a seguito della soppressione del secondo periodo del comma 2 dell'articolo 53 del decreto legislativo 31 dicembre 1992, n. 546, operata dall'art. 36 del d.lgs. 21 novembre 2014, n. 175, ossia dell'obbligo per l'appellante, a pena, d'inammissibilità, di depositare copia dell'appello presso l'ufficio di segreteria della commissione tributaria che ha pronunciato la sentenza impugnata, nel caso in cui il ricorso non fosse notificato a mezzo di ufficiale giudiziario. BibliografiaChindemi-Parente, Guida pratica al Processo Tributario Telematico, Milano, 2016; Melis-Salvini (a cura di) Il processo tributario telematico: l'introduzione delle nuove tecnologie informatiche e telematiche nel contenzioso tributario, Roma, 2013. |