Codice Civile art. 363 - Formazione dell'inventario (1).

Annachiara Massafra

Formazione dell'inventario (1).

[I]. L'inventario si fa col ministero del cancelliere del tribunale o di un notaio a ciò delegato dal giudice tutelare, con l'intervento del protutore e, se è possibile, anche del minore che abbia compiuto gli anni sedici, e con l'assistenza di due testimoni scelti preferibilmente fra i parenti o gli amici della famiglia [46 1 att.].

[II]. Il giudice può consentire che l'inventario sia fatto senza ministero di cancelliere o di notaio, se il valore presumibile del patrimonio non eccede 7,75 euro.

[III]. L'inventario è depositato presso il tribunale.

[IV]. Nel verbale di deposito il tutore e il protutore ne dichiarano con giuramento la sincerità [48 att.].

(1) Articolo così modificato dall'art. 141 d.lg. 19 febbraio 1998, n. 51.

Inquadramento

Dopo aver giurato, il tutore è tenuto a redigere l'inventario secondo la procedura prevista dalla disposizione in commento. L'inventario costituisce lo strumento, previsto a tutela del minore e del suo patrimonio, attraverso il quale il tutore acquisisce completa cognizione dell'entità del patrimonio del pupillo mentre la sua redazione consente al predetto di poter svolgere completamente le sue funzioni (limitate fino a quel momento al compimento degli atti che non ammettono dilazione).

La finalità insita nella redazione dell'inventario, testé indicata, determina la necessità che la sua redazione sia effettuata con il ministero di un cancelliere o di un notaio delegato dal Giudice tutelare. Il ministero del cancelliere o del notaio attribuisce ai fatti documentati nell'inventario una presunzione di fedeltà ed esattezza che comporta un'efficacia probatoria privilegiata, fino a querela di falso (Dell'Oro, 150; De Cupis, 356; Bucciante, 708). Ciò rileva infatti, in particolar modo, proprio per il fine per il quale l'inventario è disposto, cioè garantire il minore dalla sottrazione di beni e di segnare l'ambito di responsabilità del tutore in ordine alla restituzione e conservazione degli stessi (Bucciante, 708).

A ciò si aggiunga che il documento in cui si concreta l'inventario serve altresì per redigere e correlativamente controllare il rendiconto (Dell'Oro, 152). L'inventario infatti consente di determinare con esattezza l'entità del patrimonio all'inizio dell'esercizio della tutela e consente di meglio verificare il contenuto del rendiconto che annualmente, ex art. 380 c.c., il tutore è tenuto a redigere e consegnare al Giudice tutelare.

L' art. 363 c.c. disciplina, peraltro, una delle funzioni tipiche e permanenti del protutore: quella di controllo e vigilanza sull'operato del tutore atteso che egli è tenuto ad intervenire nel compimento delle operazioni di formazione dell'inventario.

Il procedimento

Il tutore deve iniziare l'inventario nei dieci giorni successivi a quello in cui ha avuto legale conoscenza della sua nomina (in merito Santarcangelo, 502).

Alla formazione dell'inventario, redatto secondo le modalità indicate dalla norma in commento, deve infatti partecipare anche il protutore, e ciò al fine di controllare l'operato del tutore, in forza del compiti quindi a lui attribuiti dall'art. 360 c.c. nonché allo scopo di avere egli stesso contezza dell'entità del patrimonio del minore che, in caso di esercizio delle funzioni vicarie, potrebbe essere chiamato ad amministrare (Dell'Oro, 150; De Cupis, 712). Devono infine essere presenti due testimoni. Questi ultimi devono essere scelti «preferibilmente» tra i parenti e gli amici della famiglia. Ciò implica che, in assenza di specifica e vincolante indicazione in tal senso da parte del legislatore, i testimoni possono essere scelti dallo stesso tutore (Dell'Oro, 151; Bucciante, 708). Alla formazione dell'inventario può anche partecipare il minore che abbia compiuto i 16 anni allo scopo di consentire al maggiore interessato, quando abbia un'età tale da potersi rendere conto dei propri interessi, di attuare un controllo diretto sulle operazioni (Dell'Oro, 150). Diversamente, sono esclusi dal partecipare alla redazione dell'inventario i creditori, trattandosi di atto di esclusivo interesse del minore.

Ove venga nominato un nuovo tutore (perché il precedente è stato rimosso, è premorto etc.) quest'ultimo non è tenuto a redigere un nuovo inventario. L'inventario non è difatti un atto posto in essere nell'interesse ed a tutela del tutore ma dell'incapace. Non è necessario procedere ad una nuova verifica del patrimonio, ciò anche in considerazione del fatto che le variazioni di questo possono essere seguite attraverso tutti gli atti e i provvedimenti emessi nel corso della tutela (così Santarcangelo, 537).

Patrimoni esigui e redazione dell'inventario

Non si procede a redazione dell'inventario qualora il valore presumibile del patrimonio non eccede gli euro 7,75 (il limite era fissato nel 1942 in 15.000 lire).

Il patrimonio del minore potrebbe essere superiore alle euro 7,75 e comunque essere talmente di modesta entità da essere superflua nonché gravosa la redazione dell'inventario con il ministero di un cancellerie o di un notaio.

Sicché, resta aperto il problema del se possa essere dispensato il tutore dalla redazione dell'inventario nelle fattispecie poc'anzi citate. La risposta fornita da parte di dottrina è negativa ritenendo il mancato adeguamento della somma indicata, rimasta identica salvo la conversione da lire ad euro, significa oramai che la disposizione sia priva di operatività (De Cupis, 455). Secondo altra dottrina, al contrario, il mancato adeguamento monetario potrebbe essere manifestazione della volontà legislativa di considerare il valore posto in questa disposizione come meramente indicativo, lasciando al giudice tutelare la possibilità di esonerare da tale ministero la redazione di inventari di patrimoni il cui valore presumibile fosse, ove venisse rapportato alla data di redazione del codice, di lire quindicimila. A tale autorità dovrebbe quindi spettare di determinare tale rapporto secondo criteri di rivalutazione tecnicamente più congrui (Dell'Oro, 152, Bucciante, 708; Pazè, 407, quest'ultimo ritiene che il limite minimo debba essere innalzato al valore pecuniario rivalutato ad oggi che avevano le lire quindicimila nel 1942, pari a circa 9.000,00 euro). Deve, al riguardo, rilevarsi che la recente disciplina dell'amministrazione di sostegno, successiva all'istituto della tutela di cui agli artt. 343 c.c., non richiama, tra le norme applicabili in quanto compatibili, proprio le disposizioni in tema di inventario e redazione dello stesso, pur potendosi attribuire all'amministratore di sostegno, poteri di rappresentanza in ambito patrimoniale analoghi a quelli previsti per il tutore, così ponendosi le stesse necessità di tutela del patrimonio del beneficiario (egli difatti può compiere gli atti di cui agli artt. 374 e 375 c.c. ed al fine di controllarne l'operato sussiste la medesima necessità di “fotografare” il patrimonio iniziale del beneficiario). Ciò induce a ritenere che il Giudice tutelare possa valutare, in considerazione dell'effettiva entità del patrimonio del pupillo, la necessità o meno della redazione dell'inventario con il ministero del cancelliere o del notaio.

Il completamento del procedimento e delle funzioni

L'inventario è concluso una volta terminate tutte le operazioni relative alla sua formazione (in merito Cass. n. 2048/1955, in Foro. it., 1956, I, 1146).

Al termine il tutore ed il protutore giurano in merito alla sincerità dell'inventario e quest'ultimo viene depositato presso il Tribunale del luogo ove si è aperta la tutela; le risultanze del predetto devono essere annotate nel registro delle tutele (artt. 48 disp. att. c.c., 46 disp. att. c.c.).

Dal momento del deposito dell'inventario il tutore ed il protutore entrano completamente nelle loro funzioni (Bucciante, 708).

Bibliografia

Bucciante, La potestà dei genitori, la tutela e l'emancipazione, in Rescigno (diretto da), Trattato di diritto privato, Torino, 1997; De Cupis, Della tutela dei minori, sub Art- 343-389, in Cian-Oppo Trabucchi (diretto da), Commentario al diritto italiano della famiglia, Padova, 1992; Dell'Oro, Tutela dei minori, in Comm. S.B., artt. 343-389, Bologna- Roma, 1979; Jannuzzi in Lorefice (a cura di), Manuale della volontaria giurisdizione, Milano, 2000; Pazè, La tutela e la curatela dei minori, in Zatti (diretto da) Trattato di diritto di famiglia, Milano, 2012; Santarcangelo, La volontaria giurisdizione, Milano 2003.

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