Codice Civile art. 1302 - Compensazione.

Rosaria Giordano

Compensazione.

[I]. Ciascuno dei debitori in solido può opporre in compensazione [1241 ss.] il credito di un condebitore solo fino alla concorrenza della parte di quest'ultimo.

[II]. A uno dei creditori in solido il debitore può opporre in compensazione ciò che gli è dovuto da un altro dei creditori, ma solo per la parte di questo.

Inquadramento

La norma in commento stabilisce che il condebitore solidale può opporre al creditore, in compensazione del debito solidale, il credito che altro condebitore solidale vanta nei confronti del creditore, fino alla quota di spettanza di quest'ultimo.

Diversamente, il debitore può opporre in compensazione ad uno dei concreditori solidali il credito che vanta verso altro concreditore solidale fino alla concorrenza della quota di quest'ultimo (in arg. Mazzoni, 615 ss.).

La finalità della disposizione è quella di semplificare i rapporti intercorrenti tra i vari soggetti coinvolti nella vicenda, con la conseguenza che la possibilità di opporre la compensazione non sussisterebbe nei casi in cui non vi sia diritto di regresso.

Nozione e presupposti della compensazione

Si ritiene comunemente che la norma in commento trovi applicazione con limitato riguardo alla compensazione legale e giudiziale, in quanto quella volontaria postula soltanto accordi negoziali tra le parti (cfr. Breccia, 214).

La compensazione legale opera ex se nel momento in cui sussistono contrapposti rapporti di debito/credito tra le parti afferenti crediti omogenei, liquidi ed esigibili.

Peraltro la compensazione legale presuppone pur sempre che una delle parti dichiari di volersene avvalere, così esercitando un diritto potestativo, il quale postula che valutando liberamente il proprio interesse all'adempimento, la parte predetta decida di determinare l'estinzione dei debiti contrapposti dal giorno della loro coesistenza (Cass. I, n. 23948/2018).

Quanto alla compensazione giudiziale di cui all'art. 1243, comma 2, c.c., non può trascurarsi il recente insegnamento delle Sezioni Unite della Corte di cassazione, per il quale la stessa presuppone l'accertamento del controcredito da parte del giudice dinanzi al quale la medesima compensazione è fatta valere, mentre non può fondarsi su un credito la cui esistenza dipenda dall'esito di un separato giudizio in corso e prima che il relativo accertamento sia divenuto definitivo. In tale ipotesi, pertanto, resta esclusa la possibilità di disporre la sospensione della decisione sul credito oggetto della domanda principale, e va parimenti esclusa l'invocabilità della sospensione contemplata in via generale dall'art. 295 c.p.c. o dall'art. 337 comma 2 c.p.c. in considerazione della prevalenza della disciplina speciale del citato art. 1243 c.c. (Cass. S.U., n. 23225/2016).

Per altro verso, è pacifico che l'estinzione per compensazione di crediti opposti presuppone l'autonomia dei rapporti ai quali i debiti delle parti si riferiscono sicché, quando invece si tratti di un unico rapporto, la controversia si traduce in un accertamento di dare e avere e cioè in una sorta di conteggio, più o meno complesso, a proposito del quale non può parlarsi di compensazione in senso tecnico, con l'ulteriore conseguenza che la possibilità di eseguire tale conteggio non richiede, a differenza della compensazione legale, anche l'esigibilità dei crediti, essendo sufficiente la mera liquidità degli stessi (Cass. III, n. 7624/2010; conf., in sede applicativa, Trib. Milano VII, n. 4846/2013).

Portata della norma

La norma in commento stabilisce che il condebitore solidale può opporre al creditore, in compensazione del debito solidale, il credito che altro condebitore solidale vanta nei confronti del creditore, fino alla quota di spettanza di quest'ultimo.

Diversamente, il debitore può opporre in compensazione a uno dei concreditori solidali il credito che vanta verso altro concreditore solidale fino alla concorrenza della quota di quest'ultimo (in arg. Mazzoni, 615 ss.).

La finalità della disposizione è quella di semplificare i rapporti intercorrenti tra i vari soggetti coinvolti nella vicenda, con la conseguenza che la possibilità di opporre la compensazione non sussisterebbe nei casi in cui non vi sia diritto di regresso.

Quando il debito personale del socio deriva da accollo di un debito sociale è possibile far valere in compensazione il credito vantato dalla società, in quanto nel caso di accollo cumulativo, infatti, l'accollante, nella sua qualità di condebitore in solido dell'accollato, è legittimato ad opporre in compensazione all'accollatario — in forza del combinato disposto degli art. 1273 e 1302 c.c. — i crediti dell'accollato medesimo (Cass. II, n. 11956/1993).

Limiti alla deducibilità della compensazione

In virtù della disposizione in esame, il condebitore se può opporre in compensazione del debito solidale il credito che l'altro condebitore ha verso il comune creditore, non può, invece, opporre in compensazione del suo debito, il credito che l'altro condebitore abbia verso un terzo estraneo all'obbligazione solidale (cfr. Cass. I, n. 2828/1968, in una fattispecie nella quale un condomino, condebitore solidale con il condominio verso la banca mutuante per una quota del mutuo edilizio, pretendeva di opporre al credito vantato contro di lui da altri condomini — che avevano pagato, in sua vece, tale quota — un credito del condominio verso quest'ultimo in dipendenza di lavori eseguiti nei loro appartamenti).

Questa opinione è avallata anche da quella parte della dottrina per la quale il debitore non può opporre in compensazione un credito vantato verso terzi estranei al rapporto obbligatorio solidale (Breccia, 194).

È consentita, invece, la deduzione in compensazione di un credito vantato da un condebitore diverso da quello escusso, poiché la compensazione legale, pur avendo quale necessario presupposto la reciprocità delle obbligazioni, per cui i due soggetti debbono essere debitori l'uno dell'altro, opera anche quando i debiti contrapposti non siano esclusivamente propri dei due soggetti, nel senso che in uno dei due rapporti obbligatori siano intervenuti altri soggetti (in posizione attiva o passiva) che non partecipano al secondo rapporto, comportando l'estinzione dei rispettivi debiti fra quei soggetti dei due rapporti rispetto ai quali concorrano gli estremi legali richiesti (Cass. n. 1655/1982).

Bibliografia

Amorth, L'obbligazione solidale, Milano, 1959; Bianca, Diritto civile, IV, L'obbligazione, Milano, 1997; Breccia, Le obbligazioni, Milano, 1991; Busnelli, L'obbligazione soggettivamente complessa (Profili sistematici), Milano, 1974, Busnelli, voce Obbligazione soggettivamente complessa, in Enc. dir., Milano, 1979; Di Majo, voce Obbligazioni solidali (e indivisibili), in Enc. dir., Milano, 1979; Fantozzi, La solidarietà tributaria, in Trattato di diritto tributario diretto da A. Amatucci, Padova, 1994, II, 449; Giorgianni, voce Obbligazione solidale e parziaria, in Nss. D. I., Torino, 1965; Mazzoni, Specie di obbligazioni: solidali e indivisibili, in Tr. Res., IX, Torino, 1999; Rescigno, voce Obbligazione, in Enc. dir., Milano, 1979.

Vuoi leggere tutti i contenuti?

Attiva la prova gratuita per 15 giorni, oppure abbonati subito per poter
continuare a leggere questo e tanti altri articoli.

Sommario