Codice Civile art. 1684 - Lettera di vettura e ricevuta di carico.Lettera di vettura e ricevuta di carico. [I]. Su richiesta del vettore, il mittente deve rilasciare una lettera di vettura con la propria sottoscrizione, contenente le indicazioni enunciate nell'articolo precedente e le condizioni convenute per il trasporto. [II]. Su richiesta del mittente, il vettore deve rilasciare un duplicato della lettera di vettura con la propria sottoscrizione o, se non gli è stata rilasciata lettera di vettura, una ricevuta di carico, con le stesse indicazioni. [III]. Salvo contrarie disposizioni di legge, il duplicato della lettera di vettura e la ricevuta di carico possono essere rilasciate con la clausola «all'ordine» [1691, 2008 ss.]. InquadramentoLa norma è volta, da un lato, a garantire la sicurezza dei traffici giuridici e, dall'altro, a favorirli poiché la circolazione di documenti all'ordine consente la circolazione dei diritti sui beni cui i documenti stessi si riferiscono. In tema di trasporto di cose, elemento caratteristico ed esclusivo della disciplina della conclusione del contratto è la lettera di vettura, cioè il documento che, ai sensi degli artt. 1683 e 1684, il mittente deve rilasciare e sottoscrivere su richiesta del vettore, il quale, a sua volta, deve rilasciare e sottoscrivere al mittente un duplicato, contenente l'indicazione « del destinatario e del luogo di destinazione, la natura, il peso, la quantità ed il numero delle cose da trasportare e gli altri estremi necessari per eseguire il trasporto ». Pertanto, pur trattandosi di un contratto a forma libera, la cui prova può essere fornita con ogni mezzo, una volta emessa la lettera di vettura, essa documenta l'esistenza ed il contenuto del contratto ed individua il mittente ed il vettore. Secondo la giurisprudenza di legittimità, invece, le risultanze della lettera di vettura non sono vincolanti e possono essere chiarite (od anche superate) attraverso ulteriori documenti e prove, incluse quelle testimoniali, considerato che detta lettera non è essenziale alla formazione del contratto, né è necessaria per la dimostrazione del contratto medesimo (Cass. n. 7217/1991). Pertanto, la lettera di vettura è un elemento caratteristico ed esclusivo della disciplina della conclusione del contratto di trasporto di cose. Secondo gli artt. 1683 e 1684 c.c. è un documento che il mittente deve rilasciare e sottoscrivere su richiesta del vettore, che a sua volta deve rilasciare e sottoscrivere al mittente un duplicato, contenente l'indicazione «del destinatario e il luogo di destinazione, la natura, il peso, la quantità e il numero delle cose da trasportare e gli altri estremi necessari per eseguire il trasporto». L'esistenza di una lettera di vettura è quindi elemento significativo di quali siano le parti e quale sia il contenuto del contratto di trasporto di cose (Cass. n. 28282/2011). Risultanze della lettera di vetturaIn tema di trasporto di cose, ed al fine di stabilire se il mittente abbia o meno agito in rappresentanza di altri, le risultanze della lettera di vettura non sono vincolanti, e possono essere chiarite (od anche superate) attraverso ulteriori documenti e prove, incluse quelle testimoniali, considerato che detta lettera non è essenziale alla formazione del contratto, né è necessaria per la dimostrazione del contratto medesimo (Cass. n. 7217/1991). La ricevuta di carico quando non è all'ordine, è un semplice documento probatorio della consegna della merce al vettore; anche il delivery order è un documento probatorio, ma esso è predisposto unicamente al fine di agevolare l'enunciazione della prestazione, apprestando un mezzo di prova di particolare efficacia per l'individuazione della persona del creditore. Attesa la diversa funzione dei due documenti non si può estendere la disciplina della ricevuta di carico sancita dal c.c. al delivery order (Cass. n. 998/1971). La l. n. 298/1974, che, nel titolo III, ha istituito un sistema di tariffe obbligatorie («a forcella») per i trasporti di merci su strada, ha, nell'art. 56, previsto che «per ogni spedizione soggetta a regime tariffario è obbligatoria la compilazione di un apposito documento, emesso dal vettore e contenente tutte le indicazioni atte a sull'osservanza delle norme del presente titolo, secondo le modalità che verranno stabilite con le norme di esecuzione» della stessa legge. Le norme di esecuzione del titolo III della l. n. 298/1974 (approvate con d.P.R. n. 56/1978) hanno definito (art. 16) tale documento come «lettera di vettura», ribadendo che esso è redatto, in quattro esemplari originali, firmati, dal vettore. Dei quattro esemplari uno è trattenuto dal vettore e, come l'altro «destinato al controllo tariffario», deve contenere tutte le indicazioni necessarie per la determinazione della tariffa obbligatoria a forcella. Sia nella legge che nelle norme di esecuzione si precisa che la lettera di vettura è emessa dal vettore (che ha un obbligo la cui inosservanza è punita con sanzione amministrativa pecuniaria: art. 58 della legge). Nel caso di subtrasporto la lettera di vettura deve essere compilata dal soggetto che in concreto effettua il trasporto, e cioè dal subvettore e non dal vettore, come ha già affermato questa Corte (Cass. n. 9332/1993). L'art. 56, comma 2 l. n. 298/1974 cit., prevede, poi, che l'esemplare della lettera di vettura trattenuta dal vettore deve essere da lui conservato «per un periodo di almeno due anni dopo la data di esecuzione del trasporto». Il periodo minimo (biennale) di conservazione è imposto al fine di evitare la sanzione amministrativa pecuniaria prevista dall'art. 58, comma 3, della stessa legge. Ma è interesse del vettore di mantenere la documentazione utile per fare valere, nei confronti dell'altro contraente, gli effetti della inosservanza della tariffa obbligatoria. La affermata indispensabilità delle lettere di vettura non va intesa sul piano generale ed astratto, come necessità di tali documenti per fornire la prova del rispetto o meno della tariffa obbligatoria. In tal modo si introdurrebbe un vincolo di forma ad probationem che non trova fondamento nella legge: la indispensabilità va intesa, invece, in senso concreto e riferita alla impossibilità di stabilire le tariffe applicabili ai trasporti convenuti tra le parti (Cass. n. 8423/1999). Nel vigente sistema esistono elementi sistematici sufficienti per delineare la differenza tra contratto di trasporto (di cose) e contratto di spedizione. Il primo, autonomamente disciplinato in apposito capitolo del quarto libro del codice civile, secondo la norma definitoria contenuta nell'art. 1678 c.c. è caratterizzato dal compimento dell'opus perfectum del trasferimento «di persone o cose da un luogo a un altro» a carico di un soggetto determinato. Il secondo è configurato, invece, come una sottospecie del mandato, caratterizzato dalla causa specifica dell'organizzazione da parte dello spedizioniere di una serie di operazioni finalizzate al trasporto. Il molteplice atteggiarsi dell'autonomia privata in una vasta gamma di fattispecie concrete non sempre consente un immediato inquadramento delle varie figure nell'uno e nell'altro tipo di contratto. La risoluzione di molti casi dubbi, allora, può essere affidata ad un elemento caratteristico ed esclusivo della disciplina della conclusione del contratto di trasporto di cose rappresentato dalla lettera di vettura. Secondo gli artt. 1683 e 1684 c.c. questa è un documento, che il mittente deve rilasciare su richiesta del vettore, contenente l'indicazione «del destinatario e il luogo di destinazione, la natura, il peso, la quantità e il numero delle cose da trasportare e gli altri estremi necessari per eseguire il trasporto». L'esistenza di una lettera di vettura, formulata nella maniera indicata, sarà quindi elemento significativo dell'esistenza di un contratto di trasporto di cose e non già di un contratto di spedizione (Cass. n. 9993/1990). BibliografiaFlamini, Osservazioni critiche sul concorso tra responsabilità contrattuale ed extracontrattuale del vettore, in Dir. trasporti, 2002, 813 e ss.; Geri, La responsabilità tra vettore e spedizioniere, in Riv. giur. circ. e trasp. 1984, 625; Grigoli, Sui limiti della prestazione dello spedizioniere, in Giust. civ. 1986, I, 2107; La Torre, La definizione del contratto di trasporto, Napoli, 2000; Paolucci, Il trasporto di persone, Torino, 1999; Vaccà, Diligenza e professionalità dello spedizioniere, in Resp. civ. e prev. 1986, 642. |