Codice Civile art. 1794 - Prima girata della nota di pegno.Prima girata della nota di pegno. [I]. La prima girata [1792, 2009 ss.] della sola nota di pegno [1791] deve indicare l'ammontare del credito e degli interessi [1282] nonché la scadenza. La girata corredata delle dette indicazioni deve essere trascritta sulla fede di deposito e controfirmata dal giratario. [II]. La girata della nota di pegno [1791] che non indica l'ammontare del credito vincola, a favore del possessore di buona fede [1147 1, 1994], tutto il valore delle cose depositate. Rimane tuttavia salva al titolare o al terzo possessore della fede di deposito [1790], che abbia pagato una somma non dovuta, l'azione di rivalsa nei confronti del diretto contraente e del possessore di mala fede della nota di pegno [1791]. InquadramentoLa nota di pegno acquista vita giuridica autonoma e natura di autonomo titolo di credito per effetto del suo distacco dalla fede di deposito, distacco che si opera mediante la prima girata. La prima girata deve essere scritta sul titolo, normalmente a tergo di esso, ma può anche essere apposta sulla faccia anteriore, non potendosi confondere con la firma dell'emittente magazzino generale (Clarizia, 549); deve essere datata e firmata dal girante. Poiché la nota di pegno acquista una propria vita giuridica attraverso il distacco e la «prima girata», tale operazione, ad avviso della dottrina andrebbe più propriamente qualificata non come «girata» bensì come «emissione» (Fiorentino, in Comm. S. B., 1967, 127). La detta prima girata deve indicare: a) la scadenza; b) l'ammontare del credito e degli interessi per cui è fatta; c) il cognome e il nome del giratario. Alla girata della nota di pegno si dovrebbero applicare, secondo l'orientamento che ritiene quest'ultima non completamente assimilabile ad un titolo cambiario, gli artt. 2008-2011 c.c. (Fiorentino, 127); secondo l'orientamento che a tali titoli invece l'assimila, gli artt. 15 ss. l. camb. (Angeloni, 348). Il secondo comma dell'articolo disciplina espressamente le conseguenze della mancata indicazione dell'ammontare del credito prevedendo che il possessore in buona fede della nota di pegno ha diritto di vincolare le merci per tutto il loro valore. Tuttavia, nel caso in cui il titolare o il terzo possessore della fede di deposito abbia pagato una somma non dovuta, corrispondente alla differenza tra il valore delle merci e l'effettivo ammontare del credito garantito, ha azione di rivalsa nei confronti del primo contraente, primo prenditore della nota di pegno nonché del possessore di mala fede della nota che fosse consapevole del minor ammontare del credito garantito. La trascrizione sulla fede di depositoLa prima girata della nota di pegno, corredata da tutte le dette indicazioni, deve poi essere trascritta sulla fede di deposito e controfirmata dal giratario, allo scopo di portare a conoscenza di ogni successivo giratario della fede di deposito, nonché del magazzino generale, l'esistenza e l'entità del vincolo pignoratizio: così il giratario della fede potrà dedurre dalla somma, convenuta per il trasferimento della disponibilità della merce, quella parte dovuta al possessore della nota di pegno, ed il magazzino generale saprà quale somma debba essere versata da parte del possessore della fede di deposito che voglia ritirare la merce (De Majo, 74). Nel caso di mancata trascrizione, i successivi giratari della fede di deposito dovranno ritenere (non essendo unita alla stessa la nota di pegno) che sulla merce sia stato costituito un pegno e, non essendone indicato l'ammontare, dovranno considerarla vincolata per il suo intero valore (Lener, 275). Mancata trascrizione dei datiLe dottrina ritiene che le indicazioni previste dal primo comma della norma non debbano considerarsi essenziali e la loro omissione non produce l'invalidità del titolo. In particolare, la mancata indicazione della scadenza rende il credito incorporato nella nota di pegno esigibile a vista ex art. 1183 c.c., mentre l'omissione del nome del giratario, che pure deve essere indicato, dà luogo a una girata in bianco (Clarizia, 548). Il secondo comma dell'articolo disciplina espressamente le conseguenze della mancata indicazione dell'ammontare del credito prevedendo che il possessore in buona fede della nota di pegno ha diritto di vincolare le merci per tutto il loro valore. Nondimeno, nel caso in cui il titolare o il terzo possessore della fede di deposito abbia pagato una somma non dovuta, corrispondente alla differenza tra il valore delle merci e l'effettivo ammontare del credito garantito, ha azione di rivalsa nei confronti del primo contraente, primo prenditore della nota di pegno nonché del possessore di mala fede della nota che fosse consapevole del minor ammontare del credito garantito. L'omissione della trascrizione della girata e della controfirma sulla fede di deposito non invalida la girata stessa, bensì espone girante e giratario al risarcimento dei danni che il terzo possessore della fede subisca, danni che derivano dall'impossibilità di ritirare le cose depositate se non versando al magazzino l'intero loro valore (Fiorentino, ult. cit.). Divergenza dei dati emergenti dai due titoliL'ipotesi della trascrizione inesatta, ovvero di indicazioni diverse emergenti dai due titoli, trova differenti soluzioni: deve, invero, distinguersi a seconda che venga presentato al magazzino generale un solo titolo o ambedue: nel primo caso il magazzino sarà tenuto alle risultanze del titolo; nella seconda ipotesi prevarrà la nota di pegno. La ragione è nella preminente tutela del creditore pignoratizio; inoltre, tra i due documenti, deve prestarsi maggior fede alla nota di pegno piuttosto che alla fede di deposito, nella quale sono «trasferite» le indicazioni della prima girata (Angeloni, 347; De Majo, 106; Fiorentino, ult. cit.). BibliografiaAngeloni, Magazzini generali, in Nss. D.I., X, Torino 1964; Bozzi, Magazzini Generali, in Enc. dir., Milano, 1975; Clarizia, Nota di pegno, in Enc. dir., Milano, 1978; De Majo, Fede di deposito, in Enc. dir., Milano, 1968; Lener, Nota di pegno, in Dig. comm., 1994; Majello, Custodia e Deposito, Napoli, 1958; Massamormile, Magazzini generali, in Dig. comm., Torino, 1993; Rescigno, Fede di Deposito, in Dig. comm., 1991; Zuddas, Il deposito in albergo e nei magazzini generali, Torino, 2006. |