Codice Civile art. 1798 - Nozione.

Caterina Costabile

Nozione.

[I]. Il sequestro convenzionale è il contratto col quale due o più persone affidano a un terzo una cosa o una pluralità di cose, rispetto alla quale sia nata tra esse controversia, perché la custodisca e la restituisca a quella a cui spetterà quando la controversia sarà definita [1773].

Inquadramento

Ad avviso della S.C. il sequestro convenzionale integra un negozio complesso consistente in un accordo con il quale due o più persone stabiliscono di affidare il bene controverso ad un terzo, rinunciando ad ogni pretesa sul medesimo a favore di colui che la decisione giudiziale indicherà come avente diritto, ed in un contestuale impegno da parte del terzo sequestratario di custodire e consegnare la cosa all'avente diritto, giudizialmente accertato, indipendentemente da uno specifico ordine di consegna da parte del giudice (Cass. I, n. 1/1971).

La causa del contratto consiste, da un lato, nello scopo di conservare la cosa durante il tempo necessario alla definizione della controversia e, dall'altro, nel fine di agevolare l'attuazione della riconsegna del bene alla parte che risulterà averne diritto, o per decisione giudiziale o per definizione transattiva della vertenza (Fortino, 100).

Lo scopo esecutivo si fonda sul presupposto che, affidando il bene ad un terzo imparziale, di regola si garantisce meglio, specie per le liti definite con decisione giudiziale, una pronta adesione a quanto stabilito per la definizione della controversia.

La figura in esame riceve, nella pratica, scarsa applicazione: infatti è raro che due persone, già in conflitto tra di loro, preferiscano accordarsi — in attesa della definizione della lite — per affidare a un terzo la custodia della cosa controversa piuttosto che ricorrere al sequestro giudiziario della stessa.

Natura giuridica

La natura reale del contratto di sequestro convenzionale comporta che l'accordo delle parti, pur necessario, non sia sufficiente per il perfezionamento del contratto, che può considerarsi concluso soltanto quando vi sia stata la consegna della cosa al sequestratario (De Cristofaro, 488; D'Onofrio, in Comm. S. B., 1970, 138).

Il sequestro convenzionale è un contratto oneroso (avendo il sequestratario diritto ad un compenso, salvo diverso accordo) intuitu personae ed a forma libera.

Secondo la tesi prevalente in dottrina si è in presenza di un contratto complesso, ma unitario, poiché accanto all'accordo con il quale due o più persone affidano la cosa controversa ad un terzo e che ha natura preparatoria (e non natura di contratto preliminare), sussiste un contestuale impegno da parte del terzo sequestratario di custodire e consegnare la cosa all'avente diritto, giudizialmente accertato (Forchielli, 57).

La funzione cautelare emergente dalla descrizione normativa della fattispecie costituisce il connotato più significativo di tale contratto: esso, infatti, si configura quale strumento attraverso cui l'autonomia dei privati può realizzare la finalità assicurativa tipicamente svolta dai sequestri a carattere giurisdizionale (De Cristofaro, 486; De Cupis, 261).

Il sequestro si distingue dal deposito essenzialmente per la funzione svolta, che non ha di mira la custodia del bene quanto piuttosto la garanzia, per il vincitore della lite, di non veder pretermesso il proprio diritto dalla sottrazione, materiale o giuridica, del bene (Fortino, ult. cit.).

La controversia tra le parti, che costituisce il presupposto del sequestro convenzionale, può essere potenziale o attuale e, dunque, stragiudiziale o giudiziale.

La posizione differenziata dei sequestranti come portatori di interessi distinti ha indotto parte della dottrina a qualificare il sequestro come contratto plurilaterale (Forchielli, 55).

Gli autori che non condividono tale impostazione evidenziano che nella fattispecie in esame manca la comunione di scopo, requisito sostanziale che giustifica il trattamento legislativo del contratto plurilaterale (Fortino, 106).

Possono formare oggetto di sequestro convenzionale i beni mobili ed immobili, una pluralità di cose, i beni immateriali e l'azienda (D'Onofrio, ult. cit.).

Sequestro convenzionale e sequestro giudiziario

Il sequestro giudiziario ed il sequestro convenzionale costituiscono strumenti cautelari finalizzati entrambi ad assicurare un'idonea gestione dei beni oggetto di controversia tra le parti.

Il sequestro convenzionale è tuttavia frutto di una scelta cautelare di autonomia privata ed il sequestratario opera come incaricato delle parti, soggetto alle loro disposizioni e scelte.

Di contro, il sequestro giudiziario trae origine da un provvedimento giudiziario ed il sequestratario è ausiliario del giudice, soggetto, nella gestione, agli ordini dell'autorità giudiziaria.

Inoltre, mentre nel sequestro convenzionale la custodia è sempre affidata a persona diversa dalle parti, nel sequestro giudiziario l'incarico può anche essere dato dal giudice ad uno dei litiganti (art. 676, comma 2 c.p.c.).

Sostituzione giudiziale del sequestratario

La giurisprudenza ha evidenziato che, sorta tra le parti controversia relativa ad alcuni beni ed affidata la custodia ad un terzo con contratto di sequestro convenzionale, qualora le parti stesse chiedano al giudice di sostituire il sequestratario venuto meno, il provvedimento del giudice istruttore, che proceda alla sostituzione del custode in precedenza da lui nominato in applicazione dell'art. 66 c.p.c., non è una sentenza ma un decreto e non è suscettibile di ricorso per cassazione ai sensi dell'art. 111 cost., poiché si tratta di provvedimento che costituisce esercizio di potere ordinatorio e non ha carattere decisorio (Cass. I, n. 5801/1988).

Bibliografia

De Cristofaro, Sequestro convenzionale, in Dig. civ., XVIII, Torino, 1998; De Cupis, Lineamenti del sequestro convenzionale, in Riv. dir. civ., 1983, 261; Forchielli, Sequestro convenzionale, in Nss. D. I., XVII, Torino 1970; Fortino, Sequestro conservativo e convenzionale, in Enc. dir., Milano, 1990.

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