Codice Civile art. 1899 - Durata dell'assicurazione.Durata dell'assicurazione. [I]. L'assicurazione ha effetto dalle ore ventiquattro del giorno della conclusione del contratto alle ore ventiquattro dell'ultimo giorno della durata stabilita nel contratto stesso. L’assicuratore, in alternativa ad una copertura di durata annuale, può proporre una copertura di durata poliennale a fronte di una riduzione del premio rispetto a quello previsto per la stessa copertura dal contratto annuale. In questo caso, se il contratto supera i cinque anni, l’assicurato, trascorso il quinquennio, ha facoltà di recedere dal contratto con preavviso di sessanta giorni e con effetto dalla fine dell’annualità nel corso della quale la facoltà di recesso è stata esercitata (1) (2). [II]. Il contratto può essere tacitamente prorogato una o più volte, ma ciascuna proroga tacita non può avere una durata superiore a due anni [1932; 187 trans.] (2). [III]. Le norme del presente articolo non si applicano alle assicurazioni sulla vita [1919 ss.]. (1) Periodo così sostituito dall'art. 21, comma 3, della l. 23 luglio 2009, n. 99. Ai sensi del successivo comma 4 del medesimo art. 21, tale disposizione si applica ai contratti stipulati successivamente alla data di entrata in vigore della stessa legge. Il testo precedente l'ultima riforma recitava: «In caso di durata poliennale, l'assicurato ha facoltà di recedere annualmente dal contratto senza oneri e con preavviso di sessanta giorni». Precedentemente lo stesso periodo era stato modificato dall'art. 5 4 d.l. 31 gennaio 2007, n. 7, conv., con modif., in l. 2 aprile 2007, n. 40, come modificato in sede di conversione e successivamente rettificato con Errata corrige in G.U. 7 aprile 2007, n. 82. Ai sensi del medesimo art. 5 4 tali disposizioni entravano in vigore per i contratti stipulati dalla data di entrata in vigore della legge di conversione del medesimo decreto. Per i contratti stipulati antecedentemente a tale data, la facoltà di cui al secondo periodo poteva essere esercitata a condizione che il contratto di assicurazione fosse stato in vita per almeno tre anni. Il testo del periodo precedentemente al d. n. 7 del 2007, cit., era il seguente: «Se questa supera i dieci anni, le parti, trascorso il decennio e nonostante patto contrario, hanno facoltà di recedere dal contratto, con preavviso di sei mesi, che può darsi anche mediante raccomandata». Ai sensi del successivo art. 5 5 d.l. n. 7, cit. «Le clausole in contrasto con le prescrizioni del [medesimo] articolo sono nulle e non comportano la nullità del contratto, fatta salva la facoltà degli operatori di adeguare le clausole vigenti alla data di entrata in vigore del [medesimo] decreto entro i successivi sessanta giorni, ovvero, limitatamente al comma 4, entro i successivi centottanta giorni». V. inoltre disposizioni di cui al successivo art. 8-bis d.l. n. 7, cit., che così recita: «Nell'ambito dei rapporti assicurativi e bancari è fatto assoluto divieto di addebitare al cliente spese relative alla predisposizione, produzione, spedizione, o altre spese comunque denominate, relative alle comunicazioni di cui [all'articolo 5 del medesimo decreto]». (1) In deroga al presente comma v. art. 170-bis d.lg. 7 settembre 2005, n. 209. InquadramentoLa norma in commento disciplina il profilo della durata del contratto di assicurazione nonché del recesso e della proroga tacita nelle assicurazioni di durata pluriennale. Per espressa previsione normativa, la disposizione non trova applicazione in relazione alle assicurazioni sulla vita i cui limiti temporali di efficacia coincidono con quelli di esistenza del contratto. Discussa è l'applicabilità dell'art. 1899 alle assicurazioni contro gli infortuni. Parte della dottrina ne esclude l'applicabilità alle assicurazioni contro gli infortuni per il caso morte (LA TORRE, 127). La norma in esame deve essere coordinata con il disposto dell'art. 1901, pertanto mentre sorge immediatamente per il contraente l'obbligo di pagare il premio, la garanzia assicurativa è subordinata al puntuale pagamento di quello. Poiché gli effetti della copertura assicurativa possono decorrere da un momento diverso (anticipato o differito) rispetto alla conclusione del contratto, occorre distinguere la durata materiale del rapporto — che ha riguardo al fenomeno appena descritto e quindi all'effettivo periodo di efficacia della polizza — dalla sua durata formale — che attiene al periodo di tempo compreso tra la stipulazione e lo scioglimento del contratto (La Torre, 486). Anche la S.C. ha distinto la durata del contratto dalla sua efficacia che è subordinata al pagamento del premio, salvo diversa pattuizione delle parti (Cass. I, n. 1855/1982). I giudici di legittimità hanno evidenziato che il contratto di assicurazione è concluso nel momento in cui il proponente ha notizia dell'accettazione della sua proposta ma la sua efficacia è subordinata dalla legge alla "condicio iuris" del pagamento del premio, avendo l'assicuratore bisogno di quest'ultimo per costituire la riserva sinistri, senza la quale non potrebbe far fronte agli impegni nei confronti della massa degli assicurati (Cass. VI, n. 38216/2021). La previsione in commento ha natura dispositiva: la giurisprudenza ha invero evidenziato che l'art. 1899, secondo cui l'assicurazione ha effetto dalle ore 24 del giorno della conclusione del contratto non involge un interesse generale e cogente e, pertanto, non esclude una pattuizione scritta anticipatrice degli effetti contrattuali. Il potere dell'agente di assicurazione di concludere un contratto ricomprende, difatti, la possibilità di specificare pattiziamente l'ora di decorrenza del medesimo e la prova di tale deroga deve essere data per iscritto, senza la possibilità di fare ricorso a testimonianze o a presunzioni (Cass. III, n. 12305/2005). La disdettaAi contraenti è lasciata libertà di stabilire la durata del contratto, ma per impedire che le parti siano vincolate per un tempo eccessivo è concessa ad entrambe la facoltà di dare disdetta di ogni contratto ultraquinquennale (nella precedente formulazione della norma ultradecennale) dopo che sia trascorso il quinquennio (nella precedente formulazione il decennio). Per il computo del quinquennio si deve tenere conto della durata materiale, senza detrarre i periodi di sospensione per mancato pagamento del premio (Salandra, in Comm. S.B., 1966, 273). Il diritto di disdetta è reciproco ed inderogabile (Buttaro, 1958, 480) ed è subordinato ad un preavviso di sessanta giorni e produce effetto dalla fine dell'annualità nel corso della quale la facoltà di recesso è stata esercitata. Si ritiene che il preavviso possa essere convenzionalmente abbreviato dalle parti perché ciò crea maggiore libertà a favore di entrambe, ma non invece allungato (La Torre, 124). La disdetta, quale dichiarazione unilaterale recettizia, produce effetto dal momento in cui perviene a conoscenza della parte cui è destinata (art. 1334 c.c.). La giurisprudenza ha a riguardo chiarito che la clausola secondo cui i contraenti, per impedire la rinnovazione del contratto, possono comunicare la disdetta con lettera raccomandata entro un certo termine, deve essere interpretata, al fine di stabilire se con essa si faccia riferimento soltanto alla spedizione ovvero anche alla ricezione della raccomandata entro il termine, muovendo dalla premessa che tale clausola non riguarda il momento in cui la disdetta avrà efficacia, ma il termine entro il quale l'atto dev'essere compiuto, e tenendo conto del principio di buona fede nonché del principio secondo cui l'interpretazione della clausola ambigua dev'essere compiuta contro il contraente più forte che l'ha predisposta (Cass. III, n. 4559/1979). Pertanto, la disdetta inviata con lettera raccomandata nel termine previsto dal contratto non può ritenersi tardiva per il solo fatto che sia pervenuta all'assicuratore in data successiva (Cass. III, n. 3353/1985). La S.C. ha altresì ritenuto, in tema di assicurazione obbligatoria r.c.a. che, al fine di evitare la proroga tacita del contratto, la prova della disdetta può essere fornita anche con riferimento all'esistenza di tempestive ed inequivoche manifestazioni tacite di volontà, evidenzianti una volontà contraria alla prosecuzione del rapporto, considerato che, allo scioglimento del rapporto per facta concludentia, non è di ostacolo l'assoggettamento del contratto di assicurazione alla forma scritta ad probationem (a differenza di quanto si verifica nei casi di forma scritta richiesta ad substantiam), e che la forma della raccomandata spedita con preavviso di sei mesi per l'esercizio della facoltà di recesso è prevista dall'art. 1899, comma 2 con esclusivo riferimento ai contratti di durata superiore ai cinque anni (in precedenza dieci). Perché possa legittimamente predicarsi la validità e l'efficacia della disdetta tacita è, peraltro, necessario che essa intervenga prima della scadenza del termine finale del contratto, ed ancora che essa si concretizzi in fatti del tutto incompatibili con la volontà di avvalersi della proroga tacita del contratto stesso (Cass. III, n. 7278/2001). La proroga tacitaLa legge consente che il contratto sia prorogato tacitamente, ma limitatamente alla durata di due anni per ogni proroga, così che ogni due anni il contratto potrà essere disdettato. La previsione di proroga eccedente i due anni è automaticamente ridotta al biennio ex art. 1899, comma 2, e 1932 (La Torre, 126). Il contratto prorogato tacitamente è un prolungamento di quello preesistente per cui, in caso di mancato pagamento del premio relativo al nuovo periodo, è applicabile il secondo comma dell'art. 1901. Il contratto di assicurazione di sicurezza sanitariaI giudici di legittimità hanno statuito che il contratto di assicurazione c.d. di «sicurezza sanitaria», avendo lo scopo di garantire l'assicurato contro il rischio derivante da malattia o infortunio limitatamente alle spese che, in tale evenienza, egli fosse costretto a sborsare per cure mediche e per il ricovero in ospedale o in altri luoghi di cura, non è assimilabile all'assicurazione infortuni per il caso di morte, che ha finalità prettamente previdenziale; ne consegue che per detta forma di assicurazione non opera la deroga al principio della rinnovazione tacita del contratto, previsto dal comma 2 dell'art. 1899 per tutti i contratti di assicurazione contro i danni. BibliografiaButtaro, voce Assicurazione (contratto di), in Enc. dir., III, Milano, 1958; Buttaro, voce Assicurazione contro i danni, in Enc. dir., III, Milano, 1958; Donati, Trattato del diritto delle assicurazioni private, Milano, III, 1956; Donati, Volpe Putzolu, Manuale di Diritto delle Assicurazioni, Milano, 2002; La Torre, Le Assicurazioni, Milano, 2007; Martello, voce Mutue (società assicuratrici), in Enc. dir., XXVII, Milano, 1977; Rossetti, Il Diritto delle Assicurazioni, II, Le assicurazioni contro i danni, Padova, 2012; Rossetti, Il Diritto delle Assicurazioni, I, Padova, 2013; Santagata C., La fusione delle società assicuratrici, in Ass., 1989, I, 261; Scalfi, Assicurazione (contratto di), in Dig. comm., Torino, 1987. |