Codice Civile art. 1903 - Agenti di assicurazione.Agenti di assicurazione. [I]. Gli agenti autorizzati a concludere contratti di assicurazione possono compiere gli atti concernenti le modificazioni e la risoluzione dei contratti medesimi, salvi i limiti contenuti nella procura che sia pubblicata nelle forme richieste dalla legge [1753] (1). [II]. Possono inoltre promuovere azioni ed essere convenuti in giudizio in nome dell'assicuratore, per le obbligazioni dipendenti dagli atti compiuti nell'esecuzione del loro mandato, davanti l'autorità giudiziaria del luogo in cui ha sede l'agenzia presso la quale è stato concluso il contratto [1932; 187 trans.; 77 c.p.c.]. (1) V. d.lg. 7 settembre 2005, n. 209. InquadramentoL'art. 109, comma 2, lett. a), d.lgs. n. 209/2005 definisce l'agente di assicurazione come l'intermediario che agisce in nome e per conto di una o più imprese di assicurazione o di riassicurazione. Comunemente vengono definiti agenti di assicurazione gli ausiliari dell'impresa che hanno il compito di sviluppare e gestire il c.d. «portafoglio», cioè il complesso dei contratti conclusi con gli assicurati in una certa zona. L'art. 1903 disciplina i poteri di rappresentanza sostanziale e processuale degli agenti assicurativi. Il potere di rappresentare l'assicuratore, ovvero di compiere atti giuridici con effetto diretto immediato nella sfera giuridica di quest'ultimo, non costituisce un effetto naturale del contratto di agenzia: possono, quindi, aversi agenti con rappresentanza e agenti senza rappresentanza. Accanto alle figure tipiche di intermediari nel settore assicurativo — l'agente e mediatore di assicurazione e riassicurazione, o broker — si è da tempo registrata la diffusione di reti alternative costituite da promotori finanziari appartenenti a società di intermediazione mobiliare nonché dagli sportelli bancari. Il Codice delle Assicurazioni Private approvato con d.lgs. n. 209/2005, ha apportato profonde modifiche alla normativa di riferimento delle professioni assicurative. Esso ha abrogato, tra l'altro, gli Albi nazionali degli agenti e dei mediatori di assicurazione vigenti in precedenza, sostituendoli con il Registro Unico elettronico degli intermediari assicurativi, anche a titolo accessorio, e riassicurativi (art. 109 d.lgs. n. 209/2005), disciplinato dal Reg. Isvap n. 5/2006, nel quale devono essere iscritti tutti gli intermediari assicurativi, che hanno la residenza o la sede nei confini nazionali. Distinta dall'agente di assicurazione è la figura del broker assicurativo il quale svolge attività di mediatore di assicurazione e riassicurazione, esercitando professionalmente attività rivolta a mettere in diretta relazione con imprese di assicurazione o riassicurazione, alle quali non sia vincolato da impegni di sorta, soggetti che intendano provvedere con la sua collaborazione alla copertura dei rischi, assistendoli nella determinazione del contenuto dei relativi contratti e collaborando eventualmente alla loro gestione ed esecuzione (art. 109, comma 2, lett. b, d.lgs. n. 209/2005). La rappresentanza sostanzialeL'agente di assicurazione si inscrive nella figura professionale e contrattuale di cui all'art. 1742 c.c. e integra in principalità la figura del collaboratore autonomo dell'impresa preponente (agente in gestione libera), in contrapposizione al c.d. agente in economia, preposto dall'impresa alla gestione della singola agenzia o della sede in qualità di institore (Donati, Volpe Putzolu, 92). Se l'agente è stato autorizzato alla conclusione di contratti si presume che la procura comprenda anche il potere di compiere gli atti relativi alla modificazione ed alla risoluzione dei medesimi contratti, a meno che ciò non sia escluso dall'atto di conferimento dei poteri, debitamente pubblicato nelle forme di legge. Com'è noto, quando per il contratto che il rappresentante deve concludere la legge prescrive la forma scritta, sia pur soltanto ad probationem, come per il contratto di assicurazione, anche la procura deve essere conferita per atto scritto, con la conseguenza che, essendo soggetta al medesimo regime probatorio, le restrizioni nella utilizzazione dei mezzi di prova stabilite per il negozio rappresentativo valgono sempre anche per la procura, l'esistenza della quale, pertanto, non può essere provata né a mezzo di testimoni, né a mezzo di presunzioni (Cass. I, n. 6932/1983). Le limitazioni convenzionali della procura non possono essere opposte ai terzi se la procura non è pubblicata nelle forme di legge, cioè nel registro delle imprese (Cass. I, n. 10978/1998) e, in mancanza di questo, mediante deposito nella cancelleria del tribunale (in dottrina Fanelli, in Tr. C. M., 1973, 400). Una volta che le limitazioni al potere rappresentativo dell'agente siano state debitamente rese pubbliche nelle forme di legge non rileva l'eventuale ignoranza incolpevole dell'assicurato, posto che in tema di responsabilità dell'assicuratore per il fatto dell'agente non è invocabile l'art. 2384 c.c. (Cass. III, n. 18191/2007), né questi può invocare il principio dell'affidamento facendo valere una incolpevole aspettativa di fronte all'apparenza del diritto (Cass. civ. III, n. 13357/2004). I poteri degli agenti assicurativi possono essere estesi alla riscossione dei premi (Cass. III, n. 13523/1991). L'agente con rappresentanza ha altresì il potere di concedere dilazioni nel pagamento dei premi ed accettare cambiali in pagamento rilasciando quietanza pro soluto (in dottrina Fanelli, ult. cit.) Gli agenti muniti di rappresentanza hanno il potere-dovere di rilasciare quietanza in ordine ai pagamenti ricevuti per conto dell'assicuratore preponente (Cass. I, n. 1482/1967). Va rimarcato che, anche quando l'agente di assicurazione non abbia ricevuto dal preponente il potere di concludere contratti in nome e per conto dell'assicuratore, la legge riconosce ugualmente all'agente stesso un limitato potere rappresentativo (Rossetti, 2013, 557). Gli agenti che non sono autorizzati a stipulare direttamente contratti hanno difatti il potere, sul piano sostanziale, di ricevere dichiarazioni e reclami relativi ai contratti conclusi per il proprio tramite (art. 1745, comma 1) e, sul piano processuale, di chiedere i provvedimenti cautelari nell'interesse del preponente e di presentare i reclami che sono necessari per la conservazione dei diritti spettanti a quest'ultimo (art. 1745, comma 2, c.c.). La rappresentanza processualeIl secondo comma dell'art. 1903 attribuisce agli agenti di assicurazione muniti di rappresentanza il potere di promuovere azioni ed essere convenuti in giudizio in nome dell'assicuratore, per le obbligazioni dipendenti dagli atti compiuti nell'esecuzione del loro mandato, davanti l'autorità giudiziaria del luogo in cui ha sede l'agenzia presso la quale è stato concluso il contratto. Presupposto per la sussistenza di tale legittimazione attiva e passiva è il conferimento di una procura avente ad oggetto il potere di concludere contratti in nome e per conto dell'assicuratore preponente, anche se in essa non si faccia alcuna menzione della rappresentanza processuale (Rossetti, 2013, 564). Il principio stabilito dall'art. 1903, comma 2, costituisce un evidente corollario del principio di cui all'art. 77 c.p.c. il quale non consente il conferimento di una rappresentanza meramente processuale, cioè disgiunta da quella sostanziale in ordine al rapporto dedotto in giudizio. Secondo l'orientamento prevalente della giurisprudenza di legittimità la disposizione in esame, là dove attribuisce all'agente con rappresentanza la legittimatio ad processum, intende fare riferimento unicamente alle obbligazioni scaturenti da atti effettivamente compiuti dall'agente persona in esecuzione del proprio mandato (Cass. III, n. 11781/2006; Cass. I, n. 3725/1990). Il secondo comma dell'art. 1903 costituisce norma inderogabile in senso sfavorevole all'assicurato ai sensi dell'art. 1932. La S.C. ha chiarito che l'agente con rappresentanza non può promuovere, di sua iniziativa, la domanda di accertamento negativo dell'esistenza del contratto, sicché qualunque sentenza pronunciata tra lo stesso e l'assicurato è inopponibile all'assicuratore e, in caso di accoglimento della suddetta domanda, l'assicurato non ha titolo esecutivo per chiedere la restituzione del premio all'assicuratore medesimo (Cass. III, n. 11108/2015). Il brokerDistinta dall'agente di assicurazione è la figura del broker assicurativo il quale svolge attività di mediatore di assicurazione e riassicurazione, esercitando professionalmente attività rivolta a mettere in diretta relazione con imprese di assicurazione o riassicurazione, alle quali non sia vincolato da impegni di sorta, soggetti che intendano provvedere con la sua collaborazione alla copertura dei rischi, assistendoli nella determinazione del contenuto dei relativi contratti e collaborando eventualmente alla loro gestione ed esecuzione (art. 109, comma 2, lett. b, d.lgs. n. 209/2005). La giurisprudenza di legittimità ha evidenziato che il broker non è un rappresentante delle parti (o di una di esse) contraenti il contratto di assicurazione, ma è parte di un contratto cd. di brokeraggio, stipulato con il soggetto che allo stesso si è rivolto, per la suddetta attività tipica (Cass. S.U., n. 8095/2007). Parte della dottrina considera il contratto di brokeraggio contratto a causa mista, partecipante dello schema della mediazione e di quello della prestazione di opera intellettuale (Donati, Volpe Putzolu, 100). L'opinione dominante tende a ricondurre tale figura nell'ambito della mediazione (La Torre, 328). Anche ad avviso della S.C. il broker assicurativo svolge un'attività che, pur connotata da profili di intellettualità, risulta riconducibile alla mediazione in forma di impresa commerciale (Cass. III, n. 2416/2005; Cass. sez. lav. n. 5676/1980). BibliografiaButtaro, voce Assicurazione (contratto di), in Enc. dir., III, Milano, 1958; Buttaro, voce Assicurazione contro i danni, in Enc. dir., III, Milano, 1958; Donati, Trattato del diritto delle assicurazioni private, Milano, III, 1956; Donati e Volpe Putzolu, Manuale di Diritto delle Assicurazioni, Milano, 2002; La Torre, Le Assicurazioni, Milano, 2007; Martello, voce Mutue (società assicuratrici), in Enc. dir., XXVII, Milano, 1977; Rossetti, Il Diritto delle Assicurazioni, II, Le assicurazioni contro i danni, Padova, 2012; Rossetti, Il Diritto delle Assicurazioni, I, Padova, 2013; Santagata C., La fusione delle società assicuratrici, in Ass., 1989, I, 261; Scalfi, Assicurazione (contratto di), in Dig. comm., Torino, 1987. |