Codice di Procedura Civile art. 606 - Modo della consegna.

Vito Amendolagine

Modo della consegna.

[I]. Decorso il termine indicato nel precetto, l'ufficiale giudiziario, munito del titolo esecutivo [474] e del precetto [605 1], si reca sul luogo in cui le cose si trovano e le ricerca a norma dell'articolo 513; quindi ne fa consegna alla parte istante o a persona da lei designata.

Inquadramento

L'art. 606 c.p.c. disciplina le modalità della consegna della res ed a tale fine, enuncia che decorso il termine indicato nel precetto, l'ufficiale giudiziario, munito del titolo esecutivo e del precetto, si reca sul luogo in cui le cose si trovano e le ricerca a norma dell'art. 513 c.p.c., quindi ne fa consegna alla parte istante od a persona da lei designata.

Nell'esecuzione per consegna di bene mobile, a differenza dell'esecuzione per il rilascio di bene immobile, non esiste la notifica di un atto di preavviso al debitore, il quale, dopo la notifica del precetto, non è quindi ulteriormente “preavvisato” dell'imminente esecuzione in suo danno per la consegna della res al creditore.

A seguito dell'entrata in vigore della riforma Cartabia, per effetto del d.lgs. 10 ottobre 2022, n. 149, l'art. 475 c.p.c. è stato sostituito, ed attualmente, le sentenze, i provvedimenti e gli altri atti dell'autorità giudiziaria, nonché gli atti ricevuti da notaio o da altro pubblico ufficiale, per valere come titolo per l'esecuzione forzata, ai sensi dell'art. 474 c.p.c., per la parte a favore della quale fu pronunciato il provvedimento o stipulata l'obbligazione, o per i suoi successori, devono essere rilasciati in copia attestata conforme all'originale, salvo che la legge disponga altrimenti.

A ciò aggiungasi che l'art. 476 c.p.c. è stato abrogato ed all'art. 478 c.p.c., le parole spedito in forma esecutiva sono state sostituite da rilasciato ai sensi dell'art. 475 c.p.c.

Inoltre, all'art. 479, comma 1, c.p.c. le parole in forma esecutiva sono state sostituite da in copia attestata conforme all'originale.

La nuova disciplina dettata dalla legge di delega n. 206/2021 ha implicato altresì la modifica dell'ultimo comma dell'art. 488 c.p.c., mantenendo comunque in capo al giudice la possibilità di richiedere al creditore l'esibizione dell'originale del titolo o della copia autenticata dal cancelliere o dal notaio o da altro pubblico ufficiale autorizzato dalla legge ad ogni richiesta del giudice, anche in considerazione del fatto che vi sono in circolazione ancora molti titoli non in copia digitale.

Conseguentemente, si è ritenuto che il termine per la proposizione dell'opposizione di terzo decorra in occasione del primo accesso dell'ufficiale giudiziario (Arieta, De Santis, 1450).

Ai sensi di quest'ultima norma, l'ufficiale giudiziario, munito del titolo esecutivo e del precetto, può ricercare le cose da consegnare al creditore nella casa del debitore e negli altri luoghi a lui appartenenti, e, qualora si renda necessario aprire porte, ripostigli o recipienti, vincere la resistenza opposta dal debitore o da terzi, oppure allontanare persone che disturbano l'esecuzione, può chiedere, quando occorre, l'assistenza della forza pubblica.

Infatti, l'art. 513 c.p.c. pone una presunzione di appartenenza al debitore dei beni che si trovano nella casa del debitore e negli altri luoghi a lui appartenenti, in ragione del collegamento spaziale tra i beni ed i detti luoghi.

L'opinione maggioritaria emersa in dottrina, ritiene che il richiamo dell'art. 606 c.p.c. all'art. 513 c.p.c. riguarderebbe soltanto il potere dell'ufficiale giudiziario di ricercare la res da consegnare al creditore, superando le possibili resistenze del debitore e di eventuali terzi, senza alcuna limitazione in ordine ai luoghi interessati dall'anzidetta ricerca (Capponi, 382; Luiso 2017, 236; Montesano 1965, 160).

Siffatta presunzione si desume dal testo dell'art. 513 c.p.c., che consente all'ufficiale giudiziario di apprendere i beni che trova in detti luoghi senza effettuare alcuna verifica in merito alla proprietà od alla disponibilità in capo al debitore, in quanto l'appartenenza dei beni al terzo può essere fatta valere soltanto con opposizione ex art. 619 c.p.c., e provata nei limiti dell'art. 621 c.p.c., gravando sull'opponente l'onere di allegare non solo il titolo del proprio acquisto, in data precedente alla formazione dello stesso titolo esecutivo, ma anche il titolo dell'affidamento del bene al debitore obbligato alla consegna della res, si dà giustificarne la presenza in luoghi riconducibili al medesimo debitore.

La casa del debitore inerisce ad un semplice rapporto di fatto, che abbia una stabilità e non sia di temporanea ospitalità in casa altrui (Cass. III, n. 3626/1982).

Pertanto, poiché l'attività svolta dall'ufficiale giudiziario in sede di esecuzione forzata per consegna è meramente esecutiva, deve ritenersi preclusa al medesimo qualsiasi valutazione giuridica dei titoli di appartenenza dei beni da sottoporre ad apprensione, rimanendo a disposizione degli eventuali terzi proprietari lo strumento processuale dell'opposizione di terzo all'esecuzione (Cass. III, n. 23625/2012).

Inoltre, l'ufficiale giudiziario su istanza del creditore della prestazione, può essere autorizzato dal giudice ad apprendere cose determinate che non si trovano in luoghi appartenenti al debitore, ma delle quali egli può direttamente disporre, ovvero le cose del debitore che il terzo possessore consente di esibirgli.

L'intervento dell'ufficiale giudiziario su istanza del creditore procedente

A seguito della notifica del titolo esecutivo e dell'atto di precetto, il creditore della prestazione si rivolge all'ufficiale giudiziario al fine di dare inizio alle operazioni di esecuzione forzata per consegna del bene – o dei beni – pertinenti al titolo esecutivo, in forza del quale agisce in danno del debitore.

La proroga del blocco degli sfratti per morosità - disposta dal legislatore in presenza di una situazione eccezionale come la pandemia da Covid-19 - è una misura dal carattere intrinsecamente temporaneo in quanto è destinata ad esaurirsi entro il 31 dicembre 2021, senza possibilità di ulteriore proroga, avendo la compressione del diritto di proprietà raggiunto il limite massimo di tollerabilità, pur considerando la sua funzione sociale e i doveri di solidarietà tra consociati (Corte cost., n. 213/2021).

L'istanza con la quale il creditore si rivolge all'ufficiale giudiziario al fine di chiederne l'intervento per l'avvio delle operazioni di recupero della res, può essere proposta anche solo verbalmente (Mandrioli, Carratta, 198).

La ricevuta dell'ufficio dell'ufficiale giudiziario attestante la presentazione dei titoli

In ordine al materiale deposito del titolo esecutivo e dell'atto di precetto notificato al debitore, la prassi seguita solitamente dall'ufficio di appartenenza del pubblico ufficiale, rilascia una ricevuta comprovante l'avvenuto deposito dei suddetti titoli ed il deposito cauzionale degli importi occorrenti per le spese di attivazione della procedura esecutiva.

Sulla stessa ricevuta viene altresì apposta la data di presentazione ed il timbro e la firma per accettazione del pubblico dipendente addetto all'ufficio.

La suddetta ricevuta viene successivamente esibita al personale dell'ufficio da cui dipende l'ufficiale giudiziario incaricato di seguire le operazioni di riconsegna del bene al creditore, al termine delle operazioni.

La funzione della suddetta ricevuta è quella di attestare la qualità e relativa legittimazione della parte che agisce per il creditore procedente, sia nella fase iniziale di deposito dei titoli anzidetti sia in quella finale, riguardante la loro restituzione all'avente diritto ovvero a persona da quest'ultimo appositamente delegata.

L'avvio dell'esecuzione forzata nei confronti della parte obbligata alla riconsegna della res

L'esecuzione forzata ha inizio soltanto con l'accesso dell'ufficiale giudiziario sul luogo ove debbono compiersi gli atti esecutivi, mentre ogni precedente attività del medesimo pubblico ufficiale deve considerarsi preliminare ed estrinseca al procedimento esecutivo, essendo volta al fine di consentire all'esecutato di essere presente all'esecuzione ed all'ufficiale giudiziario procedente di approntare i mezzi che ritiene opportuni, in base ai poteri consentitigli dall'art. 513 c.p.c. per superare le difficoltà materiali che si possono prospettare nell'operazione (Cass. III, n. 13005/2006; Cass. III, n. 1961/1995).

Il provvedimento giudiziale che accerta l'esistenza di un'obbligazione di consegna e condanna ad eseguirla, come ogni provvedimento del giudice, produce in linea di principio i suoi effetti in favore della parte che lo ha ottenuto e contro la parte nei cui confronti la condanna è stata pronunciata ex art. 2909 c.c., conseguentemente, l'esecuzione per consegna fondata su questo titolo esecutivo deve dunque essere promossa contro il soggetto passivo della condanna alla consegna.

La res oggetto dell'obbligazione di consegna se non si trova nella disponibilità materiale del soggetto debitore, ma di un terzo, e questi rifiuta di eseguire la consegna, si tratta di stabilire se la parte istante può ottenere l'esecuzione coattiva dell'obbligazione anche contro il terzo non nominato nel titolo esecutivo in forza del quale si agisce.

Questa possibilità esiste, ma non è senza limiti: c'è in quanto l'accertamento contenuto nel titolo produca i suoi effetti anche nei confronti del terzo, e ciò, fuori dei casi di successione nel diritto ex artt. 111 c.p.c. e 2909 c.c., dipende dal fatto che la situazione giuridica soggettiva in forza della quale il terzo detentore si trova nella disponibilità materiale della cosa, dipende da quella oggetto dell'accertamento giudiziale, com'è, ad esempio, nel caso del subconduttore, ai sensi dell'art. 1595, comma 3, c.c.

Atteso che, dunque, la possibilità della parte istante di realizzare coattivamente l'obbligazione di consegna nei confronti del terzo non nominato dal titolo, sussiste al ricorrere di determinati presupposti, allo stesso terzo non può non essere riconosciuta la possibilità di agire in giudizio per ottenere sia accertato che la situazione in base alla quale possiede non è tale da renderlo soggetto all'efficacia esecutiva del titolo.

La riflessione dottrinale sull'argomento e la giurisprudenza di legittimità, hanno condotto ad individuare tale strumento nell'opposizione all'esecuzione, con la quale, il soggetto, nei cui confronti l'esecuzione è minacciata o promossa, tende a far accertare che la parte istante non ha diritto di procedere all'esecuzione nei suoi confronti ex art. 615 c.p.c. (Cass. III, n. 11090/1993; Cass. III, n. 3860/1992), in base alla considerazione che, rispetto all'esecuzione per consegna o rilascio, chi ha la disponibilità materiale della cosa è il solo a poter eseguire l'obbligazione, e, anche quando non è nominato nel titolo esecutivo, egli non è terzo rispetto all'esecuzione, ma ne è l'effettivo legittimato passivo (Cass. III, n. 603/1998; Cass. III, n. 6330/1985).

Il processo verbale delle operazioni di recupero della res

L'ufficiale giudiziario redige il processo verbale delle operazioni materiali compiute – con o senza la presenza del creditore procedente – finalizzate alla riconsegna del bene al medesimo creditore, che viene successivamente depositato in cancelleria.

Nel processo verbale l'ufficiale giudiziario dà atto delle eseguite operazioni di ricerca, identificazione e consegna del bene mobile, dell'ingiunzione al debitore, e delle spese anticipate dal creditore procedente.

In occasione delle operazioni di consegna della res, è necessaria in loco, la presenza del difensore della parte creditrice della prestazione, o di quest'ultima personalmente, per ricevere l'immissione in possesso dello stesso bene mobile – od universalità di beni mobili – appreso dall'ufficiale giudiziario.

Il creditore procedente può anche delegare un terzo di sua fiducia a ricevere la consegna della res dalle mani dell'ufficiale giudiziario, ma ciò comporta, sul piano della legittimazione, l'allegazione documentale scritta della delega che deve provenire in modo certo, dallo stesso creditore, dovendo essere allegata allo stesso verbale di consegna redatto dal pubblico ufficiale (Satta, 435).

Il difensore del creditore procedente è abilitato in difetto di esplicita limitazione a rappresentare la parte fino alla realizzazione della pretesa esecutiva e quindi anche a ricevere l'immissione in possesso dell'immobile oggetto della esecuzione per rilascio (Cass. III, n. 8459/1994).

La dottrina (Arieta, De Santis, 1450), concorda con la tesi sostenuta dalla giurisprudenza.

In dottrina, si è evidenziato che il verbale delle operazioni di consegna, non va notificato al debitore che dovesse risultare assente, ma soltanto depositato in cancelleria (Satta, 435).

Bibliografia

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